Capitolo V - Ritorni e misteri

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Anno II - Parte I  

Andromeda odiava l'estate. Non era per il caldo, nemmeno per il sole che le bruciava costantemente la pelle bianca. Non era nemmeno perché aveva una mole di compiti delle vacanze da fare. La odiava perché non poteva stare ad Hogwarts, la odiava perché il tempo a casa Nott passava sempre più lentamente e i giorni sembravano infiniti. La odiava perché non c'erano i suoi amici. Scorpius e Albus le avevano scritto qualche gufo, in realtà più Albus che Scorpius, ma le dava fastidio che Pansy e Theodore leggessero sempre le sue lettere. Così aveva smesso di scrivere. Non era cambiato molto dopo il primo anno ad Hogwarts in casa Nott. Theodore era rimasto stupito dai voti di Andromeda. "Brava" - le aveva detto a denti stretti per non farsi sentire dalla moglie. Era un uomo di poche parole Theodore Nott, ma aveva redarguito Brutus per la sua poca attitudine scolastica. Pansy, invece, continuava a far finta di non vederla e a lodare il figlio nonostante la sua poca applicazione a scuola. Aveva passato tutta l'estate a dire: "Io l'avevo detto che Hogwarts era una patetica imitazione di scuola, seguito da "Non ti preoccupare, Brutus caro, il prossimo anno andrà meglio". E intanto Andromeda era continuamente relegata con Kirby a pulire quella vecchia casa. Sapeva che per fare certi lavori si poteva usare la magia, lo aveva letto, eppure la Signora Nott le aveva addirittura requisito la bacchetta, "così eviterai di fare danni" - le aveva detto. Allora capì che era un modo di prendersela con lei, per fargliela pagare di essere lì. Già, perché era lì se nessuno la voleva? Continuava a chiederselo. L'unico che sembrava preoccuparsi era Theodore, quell'uomo che spesso era fuori casa o sedeva nel suo studio bevendo bottiglie pregiate di Whisky Incendiario Ogden Stravecchio. Spesso, durante il pomeriggio, Brutus e Tiberius volavano nel maniero sulle nuove scope parlando di Quidditch. Sarebbe entrato in squadra a tutti i costi, diceva. Quando aveva chiesto a Pansy se poteva giocare anche lei con le scope di famiglia, la matrigna le aveva risposto: "Non dire sciocchezze! Andare su una scopa non è una cosa che fanno le streghe per bene". Pansy aveva idee molto antiche su cosa potesse fare una donna, ma tutto si riduceva a una cosa in particolare: fare figli e possibilmente purosangue.

Mancavano pochi giorni all'inizio della scuola, quando Theodore le chiese di accompagnarlo a Diagon Alley. Andromeda, benché stupita, accettò ben volentieri. Qualsiasi cosa era meglio che rimanere in quella grande casa con Pansy che le diceva continuamente cosa doveva fare. Utilizzarono la Metropolvere e in batter d'occhio furono a Diagon Alley. "Perché mi avete adottata?" - chiese Andromeda di punto in bianco, mentre si dirigevano verso un vicolo buio e squallido verso Notturn Alley.

"Perché sei speciale" - disse semplicemente, ma non c'era una qualche traccia di amore nelle sua parole. Ma fu quel che bastò per farla stare bene. Entrarono al 13/b, entrarono a Magie Sinister. All'interno del negozio aleggiava un vago odore di muffa, era grande, polveroso e poco illuminato, con un enorme camino in pietra.

Andromeda guardò gli strani oggetti che si trovavano sugli scaffali: mani avvizzite, teschi, mazzi di carte macchiate di sangue, occhi di vetro e molti altri oggetti inquietanti e misteriosi. Si avvicinò per guardare meglio. Sulle pareti erano appese maschere dall'espressione maligna, sul bancone erano accatastate ossa umane e dal soffitto pendevano strumenti arrugginiti e taglienti, dall'aspetto minaccioso. Mentre si guardava attorno Theodore cominciò a parlare con il vecchio signor Sinister, dietro al bancone. "Felice di vederla signor Nott. Cosa posso fare per voi?" - disse il vecchio Sinister. "Sono qui per acquistare quella cosa di cui abbiamo parlato. Faccia in fretta, non voglio farmi vedere qui" - rispose Theodore. L'uomo annuì e si allontanò nel retrobottega. "Theodore!" - una voce provenne dal retrobottega. Un uomo piuttosto alto e vigoroso, con pochi capelli radi e dall'espressione piuttosto banale stava uscendo dal retrobottega con Mr. Sinister. "Goyle" - rispose Theodore senza scomporsi.

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