Capitolo XIX - Natale a Grimmauld Place

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Anno V - Parte III 

Non c'era niente di peggio che perdere in una giornata uggiosa. La pioggia cadeva copiosa sul campo di Quidditch in quel pomeriggio di metà dicembre, bagnando tutti i giocatori, rendendoli ormai zuppi per la prolungata esposizione. Andromeda atterrò con la scopa e si tolse gli occhiali da gioco. Poteva sentire la pioggia e il freddo entrargli nelle ossa. Quanto avrebbe gradito in quel momento un bel tè caldo davanti al camino della Sala Comune dei Serpeverde! Si sciolse la coda e si strizzò velocemente i lunghi capelli neri dall'acqua. Solo allora sentì il boato e l'eccitazione degli studenti, riparati e al caldo, sugli spalti. Grifondoro aveva appena battuto Serpeverde. E per di più a metà stagione. Scosse la testa per eliminare l'acqua in eccesso e si spostò velocemente al riparo sotto gli spalti, vicino all'ingresso degli spogliatoi. Sentì lontano la voce di Oliver Jordan, nuovo commentatore ufficiale delle partite di Quidditch e, dal suono della sua voce eccitata, anche un fan di James Potter. "Mi dispiace, Andy. L'avevo quasi preso" - disse Alice avvicinandosi. Teneva lo sguardo basso mentre si strizzava i vestiti. Tutta bagnata sembrava ancor più un piccolo pulcino spelacchiato. Andromeda le mise una mano sulla spalla. "Non ti preoccupare. Ci rifaremo. Ora vai a prenderti una tazza di the" - le disse provando a rassicurarla. Poi, salutò tutti i suoi compagni con cenno del capo. Thomas Flint era dispiaciuto di non essere riuscito a segnare almeno venti punti come era solito fare. Robert Bletchley diede la colpa alla pioggia che cadeva copiosa sulla sua testa mentre cercava di difendere gli anelli, mentre per Justin Montague era stato perché che aveva studiato troppo per i M.A.G.O. la sera prima. Ethan Travers atterrò rabbioso spingendo, e urtando le spalle dei suoi compagni. "Abbiamo fatto schifo! Punto. E ognuno di voi è responsabile. Siamo Serpeverde per tutti i Troll! Noi vinciamo. Sempre" - disse guardando uno ad uno i compagni di squadra per rimproverarli - "Domani vi voglio alle sei al campo".

"Ma è domenica!" - protestò Justin.

"Nessun ma. Non vi siete meritati il riposo. E chi non si presenta è fuori" - ringhiò Travers praticamente sulla faccia di Montague, che subito fece un cenno affermativo. Andromeda chinò il capo. Ethan era severo ma aveva ragione. Inoltre, non poteva sopportare di essere da meno di James Potter, con il quale si dice che c'era stata una certa rivalità fin da quando erano matricole. Guardò fuori verso il campo dove i Grifondoro stavano ancora festeggiando sotto la pioggia, mentre i suoi compagni lasciavano uno dopo l'altro lo spogliatoio. Scostò la tenda che ricopriva gli spalti e si soffermò su James, che stringeva le mani ai suoi compagni di squadra congratulandosi per la partita svolta. Esultò sotto alla curva della sua Casa e ci fu un altro boato, questa volta più forte del primo. James alzò le mani al cielo e scosse la testa per togliersi l'acqua dal viso. Andromeda rimase un po' imbambolata e fece un mezzo sorriso. D'istinto fece un passo avanti nella speranza che lui la vedesse e si congratulasse lo stesso con lei. E Andromeda gli avrebbe stretto lo stesso la mano, non tanto per congratularsi con lui quanto perché avrebbe voluto da lui un abbraccio di consolazione o semplicemente voleva sentire la sua mano morbida stringere la sua. Per una frazione di secondo gli occhi di James incrociarono quelli della Nott. Lei fece un altro passo avanti. Lesse qualcosa nel suo sguardo ma non fece in tempo ad interpretarlo. James si voltò verso Fred Weasley II, tesero entrambi il petto in avanti e batterono i pugni su di esso come dei gorilla. Andromeda sentì una fitta allo stomaco. La sua mano lasciò andare la tenda di qualche centimetro. Perché faceva finta di non vederla?

"Non lo farà". Non era la voce della sua coscienza, ma quella di Scorpius Malfoy.

"Cosa?" - chiese Andromeda voltandosi. Gocce di pioggia cadevano dai suoi biondi capelli a terra, e la sua divisa sembrava più piccola del normale, appiccicata contro il suo corpo muscoloso. Evidentemente aveva aspettato qualche minuto anche lui prima di ritirasi nella loro Sala Comune.

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