2) 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘦 𝘪𝘵'𝘴 𝘵𝘰𝘰 𝘤𝘰𝘭𝘥, 𝘧𝘰𝘳 𝘺𝘰𝘶 𝘩𝘦𝘳𝘦.

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Harry's pov.

Mi svegliai. 'sfortunatamente di nuovo' pensai. 'che bel modo di iniziare la giornata' continuai tra me e me.

Diciannove anni.
Un normale essere umano diciannovenne che stava per iniziare l'università, in preda all'ansia.
Altro che entusiasmo, tremavo al solo pensiero di dare nell'occhio, avrei solamente studiato, poi mi sarei ubriacato qualche volta e nient'altro.
Non avevo nessun amico, chi volevo prendere in giro?
Le persone quando sono sole iniziano ad abituarsi, ma chissà come mai, ogni volta che arriva la persona che ci sconvolge, iniziamo a pensare che essere soli faccia veramente schifo.
"cosa ne posso mai sapere io?" mi chiesi sbuffando.

Feci una doccia veloce, poi mi vestii indossando un jeans semplice, una maglia bianca con uno stemma che non ricordo e scesi al piano di sotto dove trovai mia madre che mi aspettava con un sorriso a 32 denti. 'che qualcuno mi salvi.'
Era davvero impossibile scappare dalla sua euforia, da quando scoprì quel che mi successe, non mi lasciava manco respirare da solo per 15 secondi.

Mi sedetti a tavola e mi preparai psicologicamente per la sua esplosione di gioia e felicità immotivata, non mi ero mai abituato al suo umore la mattina, non lo sopportavo, troppo amorevole.

"Buongiorno amore della mia vita! Che vuoi per colazione?" 'eccola che inizia.'

"Mamma per favore smettila di chiamarmi così, ho diciannove anni ed è imbarazzante." Sbuffai infastidito reggendomi il mento con la mano destra sul tavolo.

"Siamo di cattivo umore oggi? Inizi l'università! E io sono davvero-"

"Felice e contenta che stia per realizzarmi come uomo, sarà la decima volta che lo dici."

Mia madre era ripetitiva.
"Tutto bene? Ti preparo qualcosa?"
"Cosa vuoi per cena?"
"Com'è andata oggi?"
"Cos'è successo?"
"Ne vuoi parlare?"
"Hai fame?"
Dio.
Sembrava che recitasse un copione giornaliero.

Dopo quello che mi accadde non era difficile immaginare la motivazione delle sue paranoie e paure costanti, ma doveva smetterla di trattarmi come se fossi un bambino incapace pure di camminare.

Mia madre sospirò e girò lo sguardo, a volte doveva comprendere che non era facile nemmeno per me, non doveva invadere troppo i miei spazi.

"Ti ho preparato il pranzo-" mi alzai velocemente e le diedi un bacio sulla guancia, la salutai senza prendere il pranzo e uscii di casa raggiungendo la fermata dell'autobus. 

***

Inutile sprecare tempo per descrivere l'università, era davvero immensa.

La prima cosa che spiccava, erano gli stand delle confraternite che cercavano di convincerti a far parte dei loro.
Ma io non appartenevo a nessuno e niente in nessun senso, e sarebbe sempre stato così.

"Ciao! Sei nuovo? Non ti ho mai visto qui! Ad ogni modo piacer-"
"Scusami ma vado davvero di fretta" risposi a quel ragazzo che mi ricambiò accennando un mezzo sorriso, aveva i capelli decolorati, biondi con la ricrescita castana, era quasi più basso di me e istintivamente posai lo sguardo sul cartellino che aveva al petto.
Niall. Confraternita Theta.
Lo superai quasi dandogli una spallata per sbaglio e cercai la mia aula, che sembrava essersi dispersa nel nulla. L'ultima volta che ero andato a visitare l'università credetti che sarei riuscito a ricordarmi tutto, e invece.

"Ti serve una mano?"
Quasi sobbalzai quando sentii questa domanda, non ero abituato a parlare quasi con nessuno.
Sospirai un po' spaesato e afflitto, ma costretto a farmi aiutare.
Il ragazzo di fronte a me, era più alto rispetto al primo, i capelli castani raccolti in un ciuffo alto e un sorriso abbagliante.
Per curiosità spostai lo sguardo sulla destra del suo petto.
Liam. Confraternita Kappa.
'ma non mi dire', non era un caso che incontrassi solo persone provienenti da confraternite diverse, magari credevano che aiutando i novellini li avrebbero indotti a fare parte dei loro gruppi, ma con me non avrebbe mai funzionato, anche perché non mi interessava affatto.

𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐩𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚 |𝐥𝐚𝐫𝐫𝐲|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora