25) 𝘭'𝘶𝘯𝘪𝘤𝘢 𝘥𝘳𝘰𝘨𝘢 𝘢 𝘤𝘶𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘰 𝘴𝘢𝘱𝘶𝘵𝘰 𝘥𝘪𝘳𝘦 𝘯𝘰.

83 5 16
                                    

Harry's pov.

Ci sono mille modi di affrontare le cose, la differenza, sta nel tipo di persona che le affronta.

Per esempio, ci sono persone che, quando subiscono un abuso di tipo fisico, tendono a voler dimenticare e ostacolano in qualsiasi modo ogni tipo di contatto che implichi il toccarsi, che sia l'abbraccio di un parente, il bacio sulla guancia per un saluto, ecc.
Invece, ci sono persone che iniziano a combattere il proprio demone con la stessa arma; cioè per esempio l'andare a letto con molteplici persone, sperando che questo in qualche modo le aiuti a pulire definitivamente lo sporco con cui convivono.
In tali casi, può nascere una dipendenza, sia da droghe, che da alcol, che dal sesso ecc.
C'è chi lo fa per vendetta, magari immaginando che, la persona con cui sta avendo un rapporto violento, sia la stessa che abbia abusato del sottoscritto, e ciò, anche se per pochi secondi, genera un senso di appagamento.
Per quanto possa sembrare surreale, è vero.
E tutte queste cose le so, grazie alla mia vecchia psicologa, in realtà non proprio vecchia visto che all'epoca la vedevo ancora.
Nel libro che mi ha consigliato, c'era un personaggio.

Neil, un ragazzo che all'età di dieci anni era stato abusato sessualmente, e a venticinque anni si era ritrovato a scegliere ragazze bionde dagli occhi verdi (proprio come la donna che abusò di lui da piccolo) come vittime da sottomettere a letto. Per carità, le ragazze non si lamentavano mai, era lui che dopo aver provato quel breve senso di appagamento, si faceva schifo.

Io ero nel mezzo.
Da un lato, avevo il terrore di rivivere quelle cose, dall'altro, con Louis non riuscivo a farne a meno.
E ci provai davvero a sentirmi sporco o sbagliato, ma non ci riuscii.
Questo perché, Louis aveva una delicatezza insolita.
Magari era bravo a mascherarla, ma me ne accorgevo sempre, dal modo in cui mi guardava, dal modo con il quale mi toccava, era come se avesse paura di rompermi.
Non lo sapeva, ma io ero già rotto, solo che per immensa fortuna, non ero irreparabile.

***

Email dal professore di filosofia:

Buon pomeriggio Harry, perdona il disturbo.
Volevo informarti riguardo allo stage ad Oxford: in particolare del luogo di soggiorno.
Avete due possibilità: potete alloggiare in un hotel offerto dall'università (Helbenson's Hotel, 4 stelle) oppure potete affittare un appartamento nei dintorni.
Te lo sto dicendo perché l'hotel è molto noto, le prenotazioni sono tante e restano solo tre camere, mi raccomando avverti anche Tomlinson e fammi sapere cosa sceglierete.

Sospirai guardando le parole di quell'email offuscarsi davanti ai miei occhi per il continuo stress, non riuscivo più a dormire bene.
Oltre agli incubi, Louis aveva smesso di rispondere ai miei messaggi e per l'ennesima volta, mi ero ritrovato ad essere io quello che lo cercava in continuazione. Ai corsi nemmeno si presentava.
Se in quel periodo avevo un orgoglio, probabilmente mi stava sputando in faccia.
Però, dal momento in cui si trattava di studio considerata l'email del professore, pensai che fosse un ottimo pretesto per scrivergli dopo dieci messaggi lasciati con il visualizzato.

Io: Louis, a parte il fatto che sarebbe bello se qualche volta rispondessi ai messaggi, il professore ci ha detto di scegliere in fretta se vogliamo stare in hotel o prendere un appartamento durante il soggiorno per lo stage. Fammi sapere al più presto e degnati almeno di rispondere.

Sì.
Scrissi che sarebbe stato bello ricevere qualche sua risposta, perché non potevo più negare di avere una particolare attenzione per qualcuno come ce l'avevo con lui.
Volevo che mi calcolasse un po' di più, che mi chiamasse più spesso, e ormai il suo fastidio per innervosirmi era diventato piacevole e quotidiano.
Louis sapeva generare dipendenza, e al tempo stesso era in grado di sparire dalla tua vita.
Dava l'impressione del tipico stronzo playboy che prima ti fa affezionare e poi ti abbandona, ma il mio istinto mi diceva che non era così.

Quel messaggio ricevette l'ennesimo visualizzato.
Mi faceva rabbia, tanta.
Ma verso mezzanotte, il mio telefono squillò.
Sullo schermo comparve il suo nome e rimasi imbambolato a decidere se rispondergli o meno, perché mai avrebbe dovuto chiamarmi a quell'ora?

"Haarry?" sbiascicò pronunciando il mio nome, pensai subito che si fosse ubriacato.
"Louis? Hai bevuto? Dove sei?" dissi iniziando già a mettere le scarpe.
"Caalma mammiina, mi sto diivertendo"
"Sì certo e voglio divertirmi anch'io, dove sei?" quella sera non c'era nessuna festa di confraternita, doveva essersi ubriacato in una comune discoteca della città.
"Heey Jooe, come si chiiama questo schifo di postoo?" lo sentii chiedere.
"V-victrola" rispose un ragazzo, probabilmente intimorito.

Non avevo mai gestito Louis da ubriaco, era sempre accaduto il contrario.
Finii di allacciare i lacci, presi le chiavi della macchina e litigando un po' con il navigatore riuscii a trovare la via di quel posto.

Quando arrivai pagai ben quaranta dollari per l'ingresso e come al solito aveva ragione Louis, quel locale faceva schifo: muri color marrone ormai rovinati dal tempo e mai più ripitturati, poltroncine che un tempo dovevano essere rosse ma ora si avvicinavano di più al marrone scuro, sedie traballanti che si reggevano in piedi per miracolo e l'acol di sicuro doveva essere scadente. Mentre cercavo Louis pensai che spendere quaranta dollari per quello schifo era davvero una truffa.

Alla fine lo vidi su una poltroncina con circa quattro o cinque ragazze sedute sia affianco che sopra di lui mentre si facevano sussurrare cose sconce sorridendo; non so perché, ma quella visione scatenò in me un senso di gelosia.
In realtà conoscevo benissimo la motivazione, solo che ero troppo immaturo per ammetterla.

"Harry! Ragaazze guuardate un po' chi c'è" quando le ragazze si girarono nella mia direzione con aria scettica, sentii le spalle stringersi.
Non mi era mai piaciuto espormi.

"Louis, dobbiamo andare" tentai di non apparire uno sfigato ma non appena pronunciai quella frase, la ragazza dal seno prosperoso seduta affianco a lui, che aveva gli occhi a mandorla e i capelli neri, scoppiò a ridere dicendo:

"E perché mai? Si sta divertendo qui. Louis chi è lui? Il tuo amico frocetto?" la ragazza aveva alzato un po' troppo il tono di voce e più persone si erano voltate a guardarmi, il disagio era aumentato.

"Mhm peerchè non glielo dici tu Harry? Ti piace questo, o questa?" disse toccandosi prima il pacco e poi la zona superiore del pube alla ragazza dai capelli neri, che rispose sorridendogli sfrontatamente.

Un altro potere di cui Louis era a conoscenza, era che sapeva essere dannatamente attraente quanto fottutamente irresistibile.
Voltai la faccia di lato e non risposi, dovevamo andarcene.
Qualsiasi fosse stato il motivo che lo portò ad ubriacarsi così pesantemente, ne avremmo parlato più tardi, dovevo solo pensare a portarlo via da lì.


-Spazio Autrice-

Ciauuu, tutto bene? Cosa mi raccontate? Questo capitolo verrà dimezzato perché è troppo lungo, quindi continuerà <3 Sarà fondamentale perché tra poco avrete alcune sorprese...ci vediamo!

𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐩𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚 |𝐥𝐚𝐫𝐫𝐲|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora