Harry's pov.
La domanda che mi ponevo più spesso era: "Come si risponde ad un 'come stai?'"
Voglio dire, ci sono mille risposte.
In un primo caso, se dovessi rispondere 'male', scoccerei le altre persone che in realtà non sono davvero interessate a sapere come sto, e poi dovrei iniziare a parlare delle motivazioni per cui sto davvero male.
Quindi, è meglio lasciare che un semplice 'bene' chiuda il discorso in partenza.
Mi sentivo esattamente così con Louis.
Se mi avesse domandato 'come stai?' le risposte sarebbero state due:
"Non lo so, dimmelo tu. Come ci si sente ad essere il fratello di uno che ha abusato di me?"
Ma questo avrebbe implicato spiegazioni su spiegazioni e domande su domande.
Quindi, mi sarei limitato ad un semplice 'sto bene.'
***
"Cristo che noia, quella tipa non smette di parlare." Disse Louis alzando gli occhi al cielo per la settima volta.
Prima di iniziare con lo stage ci avevano dato appuntamento in una sala dell'albergo per spiegare tutte le cose da fare.
Avere Louis affianco, mi faceva uno strano effetto.
Non sapevo ancora precisamente che cosa avesse in mente, ma se non era una specie di vendetta non avrebbe avuto alcun senso la sua comparsa nella mia vita.
Sapevo solo che provavo rabbia, tanta rabbia.
Una cosa che però devo riconoscermi, è che sono sempre stato bravo a mascherare le emozioni.
"Grazie a tutti! I cartellini con i vostri nomi li troverete all'uscita. Se avete domande, contattatemi!" disse euforica la tipa biondina che annoiava Louis, un secondo dopo aver proiettato un volantino con diversi numeri al muro dietro di lei.
Feci una foto giusto per sicurezza e mi alzai, aspettai Louis all'inizio della nostra fila di sediolini e mentre lo guardavo venire verso di me, pensai a quanto potesse essere stronzo nel farmi una cosa simile.
"Finalmente. Non ne potevo più." Disse guardandosi intorno vedendo le persone che si avviavano verso l'uscita.
"Già, nemmeno io." Mentii. Avevo ascoltato con attenzione tutto ciò che la ragazza aveva detto.
"Tu hai già pranzato?"
"Sì"
"Perfetto, andiamo allora."
"Andiamo dove?" chiesi sia scettico che curioso.
"Lo vedrai. Taxi!" disse alzando il braccio destro non appena uscimmo dall'hotel per far si che quel povero cristiano si fermasse.
"Cristo Louis si gela! Aspetta vado a prendere un giubbino"
"Prendilo anche a me, anzi prendi quelli appesi dietro la porta, sono entrambi miei così facciamo prima" era alquanto impaziente.
***
"Grazie mille" dissi cordialmente all'uomo del taxi e in risposta ricevetti un'occhiata accigliata. Magari da quelle parti la gentilezza non era diffusa.
"Chiudi gli occhi" non ebbi il tempo di controbattere che Louis si posizionò dietro di me coprendomi la vista con le sue mani.
"E non sbirciare!"
Prima che li chiudessi avevo visto una specie di parcheggio, e la mia immaginazione era piuttosto pigra in quel momento.
"Non potrei farlo neanche se volessi." Risposi cercando di liberarmi da lui ma senza alcun risultato.
Era bello sentire Louis dietro di me.
Alle mie spalle.
Pronto per pugnalarmi, però.
"Bene. Tra poco siamo arrivati"
"Non vedo l'ora giuro!" risposi sarcasticamente.
Camminai con Louis dietro di me che aveva le mani sui miei occhi e dovetti ascoltare un paio di imprecazioni da parte sua perché per sbaglio aveva pestato la zampa ad un cane e si sentiva in colpa; non volevo immaginare i pensieri della gente che ci guardavano mentre sembravano una coppia di pazzi.
Non è quello che eravamo?
"Bene ora però giriamo a destra...sì perfetto così...No aspetta Harry quella è la sinistra no..."
"Insomma siamo arrivati sì o no?"
"Sì. Apri gli occhi ora"
Un parco giochi.
Louis Tomlinson mi aveva portato ad un parco giochi.
Ma quanti anni aveva?
Nonostante tutto però non riuscii a tenergli il broncio, la sua espressione era così entusiasta e felice che sembrava un bambino a cui avevano detto che il giorno dopo non ci sarebbe stata scuola.
"Scusami Louis puoi darmi la tua carta d'identità? Vorrei verificare se effettivamente hai 24 anni o-"
"Ah ah ah che spiritoso. Andiamo?"
***
"Stai scherzando spero." Dissi rimanendo quasi sbalordito dall'euforia di Louis quando tra tutte le giostre possibili e immaginabili mi portò alla pista di pattinaggio sul ghiaccio.
"Perché mai? Non ho mai usato i pattini sul ghiaccio" se prima ero sbalordito, dopo quella confessione ero letteralmente scioccato.
"E smettila di guardarmi così!" rispose brusco alle mie occhiatacce.
Voglio dire, abitavamo entrambi in America, dove sarebbe strano se non cadesse la neve ogni fottuto giorno dell'inverno, e lui mi veniva a dire che non aveva mai pattinato sul ghiaccio?
"Fammi indovinare, non hai nemmeno una cultura in fatto di film o serie tv da bambini, vero?"
Evitò il mio sguardo che confermava il tutto.
"Cristo Louis ma che facevi da bambino? Fissavi il muro?"
"Semplicemente non avevo tempo e non mi piaceva sprecarlo appresso a stupidate simili."
"Non me l'aspettavo, ma non farò finta di niente. Ho deciso, oggi faremo solo cose che un bambino farebbe"
"Non siamo mica in un reality show ma accetto la proposta, sembra figo. Pagherai tutto tu giusto?"
"Sì certo come no, ci puoi giurare" lo guardai di traverso.
Lui rise e andò allo stand per prendere due paia di pattini scordandosi di chiedermi il numero, quando se ne accorse si girò verso di me e dissi ad alta voce: "38!"
Fin da piccolo mia madre mi portava continuamente a pattinare, quindi qualcosa dovevo pur ricordare.
"Oookay ehm...ma come diamine si fa a....a....AAAA...OOOOOH! CAZZO!" manco il tempo di girarmi che trovai Louis seduto a terra con il cappellino che gli copriva gli occhi.
Feci appello a tutto l'universo per non ridere.
"Harry giuro che se sento un solo suono uscire dalla tua bocca è la fine!"
"Smettila di essere così brusco, non è colpa mia se sei incapace!" risposi sorridendo.
"Ah sì? Adesso ti faccio vedere io chi è l'incapace."
"Non scherzare, pattino sul ghiaccio da quando avevo sette anni mentre tu a malapena ti reggi in piedi. Almeno fatti dire le regole per una postura base corretta se proprio vuoi sfidarmi"
"Ti ascolto" disse guardando la sbarra a cui si appoggiò per tirarsi su.
"Allora, innanzitutto allarga e piega le ginocchia -ma non troppo- poi cerca di mantenere la schiena diritta e datti una spinta magari da dietro aiutandoti con la sbarra, chiaro? Dopo non devi far altro che lasciare che i pattini scivolino mentre cerchi di stabilire il tuo equilibrio. All'inizio può sembrare difficile, ma poi ti ci abitui e diventa una passeggiata"
"Wow mamma Harry, lo sai che sei portata per l'insegnamento?" mi prese in giro ma l'istante dopo si preparò a pattinare, o almeno, ci provò.
"Okay non dovrebbe essere difficile...tre...due...-"
"Davvero ti serve il conto alla rovescia? Io non-"
"Fai silenzio! Uno...VAI!" Non so se in quel momento il cielo fu dalla sua parte o cosa, ma anche se molleggiando un po' riuscì a fare un giro completo.
"Scusa, dicevi?" esordì vantandosi decisamente troppo quando concluse il giro e venne vicino a me.
Ogni traccia di quel sorrisino compiaciuto sarebbe sparita a breve.
Visto che si trattava di una sfida seria, (anche se era palese che io fossi il migliore nonostante non pattinassi da parecchio) esaminai ogni singolo angolo di quella pista.
"Guarda che mi faccio vecchio se aspetto la tua risposta eh"
"Fai silenzio" risposi per le righe e un sorrisetto sfrontato comparve sul suo viso.
Fortunatamente c'erano poche persone in pista e riuscii ad elaborare una mini coreografia (sempre se le mie capacità di pattinatore non erano arrugginite), feci qualche passo indietro, guardai Louis, poi guardai la pista, e dopo essermi dato una spinta, iniziai.
Louis's pov
Harry non scherzava affatto.
Si spinse in avanti e a momenti sfrecciò sfiorando la bambina a pochi metri da lui, percorse quasi impercettibilmente tutto il campo facendo qualche giravolta su se stesso e quando lo fissai rapito, non si accorse di me.
Non si accorse del resto.
C'erano solo lui, la pista, e i pattini.
I suoi capelli spettinati finivano a destra e a sinistra mentre quasi accennava un sorriso, mi soffermai sul naso minuto, sulle labbra rosee e morbide, sul pomo d'adamo che scendeva e risaliva ogni volta che finiva una giravolta e respirava più velocemente, sul petto coperto dal mio giubbino, sulla cintura nera che metteva quasi in risalto i suoi semplici jeans.
Ogni movimento che faceva, era così fluido e spontaneo che guardarlo fu come rilassarsi. Cazzo, mi venne duro.
Rimasi imbambolato a fissarlo troppo a lungo.
"Hey amico, tieni questi ma libera tutta la pista e lasciami le casse. Niente domande, ok?" quasi stritolai il polso del tipo che gestiva il posto dandogli 300 dollari per farmi ubbidire.
Sarò stato egoista, ma Harry sembrava un po' più vivo quando pattinava e non volevo rovinare il momento.
"Ma? Dove sono tutti?" chiese lui quando finalmente si accorse che la pista era effettivamente vuota, sorrisi.
"Oh, da nessuna parte" risposi con nonchalance e prima che potesse controbattere misi attraverso le casse una delle canzoni che ascoltava quasi ogni giorno.
Lo sapevo perché era difficile non sentirla attraverso il volume altissimo che metteva quando usava le cuffie.
"Cosa stai facendo?" chiese lui accigliandosi mentre cercavo di raggiungerlo senza fratturarmi una costola o rompermi l'osso sacro.
"I want you by my side..." iniziai io sforzandomi di ricordare qualche frase.
Lui sorrise e continuò.
"So that i never feel alone again..." mi porse la mano e titubante la presi, poi si mosse e mi fece fare una cosa che somigliava ad una mezza giravolta."And I want you, we can bring it on the floor" come cantante potevo ammettere di fare pena.
"You've never danced like this before" cercando di non cadere mi inginocchiai prendendo la sua mano destra e baciandola lo guardai negli occhi mentre la mia erezione diventava sempre più dura e ingestibile, iniziò a farmi male.
Lui arrossì e io potei dichiararmi fottuto.
Continuammo a ballare pattinando seguendoci come due innamorati, ma all'improvviso arrivò una parte della canzone che evidentemente ad Harry non piaceva.
"Coldest winter for me...no sun is shining anymore." Disse quasi sottovoce come se gli facesse male cantare quelle parole, purtroppo non sapevo il continuo e lo cantò lui.
"The only thing i feel is pain...caused by absence of you." Sentii quasi il suo respiro accelerare.
"Suspense is controlling my mind...i cannot find the way out of here" fu un attimo, un secondo. Crollò sulla mia spalla e singhiozzò rumorosamente.
"Harry? Stai bene?"
"Sì. Solo che ascoltavo continuamente questa canzone in un periodo abbastanza difficile"
"E allora perché la ascolti quasi tutti i giorni?"
"Bella domanda Louis. Tu riesci a dimenticare il passato e ad evitare che non faccia parte del tuo presente?" Mi trovavo su una pista di pattinaggio con lui, la risposta era abbastanza chiara ma stetti comunque zitto.
"Ecco" disse lui prendendo il mio silenzio come una risposta.
"Vieni con me, voglio provare un'altra cosa." non m'importava più di realizzare quella malsana idea di fare le cose che un bambino farebbe, in quel momento mi importava solo tirarlo su di morale.~Spazio Autrice~
Ciau scusate il ritardo ma in questo periodo la mia voglia di scrivere è quasi sotto zero :/
Come state voi? Spero bene <3Cosa vorrà provare Louis?
Ci vediamo al prossimo capitolo!
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𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐩𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚 |𝐥𝐚𝐫𝐫𝐲|
Fanfiction"ᴛʜᴇ ᴛᴀꜱᴛᴇ ᴏꜰ ʏᴏᴜʀ ꜱᴏᴜʟ" \𝙡𝙖𝙧𝙧𝙮/ {𝙗𝙤𝙮𝙭𝙗𝙤𝙮} ~𝙨𝙢𝙪𝙩~/𝙛𝙡𝙪𝙛𝙛/[+18] 𝙃𝙖𝙧𝙧𝙮 𝙎𝙩𝙮𝙡𝙚𝙨, 𝙪𝙣 𝙧𝙖𝙜𝙖𝙯𝙯𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙪𝙣 𝙥𝙖𝙨𝙨𝙖𝙩𝙤 𝙨𝙘𝙤𝙣𝙫𝙤𝙡𝙜𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖 𝙞𝙣 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙞 𝙞 𝙢𝙤𝙙𝙞 𝙙𝙞 𝙙𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙞𝙘�...