10) 𝘵𝘩𝘦 𝘵𝘢𝘴𝘵𝘦 𝘰𝘧 𝘺𝘰𝘶𝘳 𝘴𝘰𝘶𝘭

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⚠️TW: In questo e nel prossimo capitolo ci sono argomenti forti che possono infastidire il lettore.⚠️

Credo sia arrivato il momento di affrontarlo, di affrontare Jake.
Iniziò tutto alle medie, frequentavo una scuola di Coney Island ed ero un ragazzino come gli altri, cosa che cambiò radicalmente.
Quella scuola comprendeva sia le sezioni delle medie che del liceo, quindi in poche parole abbandonavi quel posto solamente dopo il diploma.
Le classi generalmente cambiavano ogni due anni e talvolta capitava di ritrovarsi qualche compagno/a delle classi vecchie.
Si potrebbe paragonare a una specie di ruota, solamente che le persone a volte cambiavano.
E infatti accadde proprio questo quando, al terzo anno di liceo, com'era stabilito, la mia classe cambiò e mi ritrovai in compagnia di alcuni vecchi conoscenti delle medie.
Considerato che era una scuola come le altre, anche le voci di corridoio correvano veloci.
Già si sapeva chi erano i cosiddetti vip, i bulli, quelli 'strani' e tutti gli stereotipi possibili e immaginabili. Quindi, quando vidi che io, Jake Welburn, Simon Cowell (entrambi rimandati di due anni) e Dan Skander eravamo capitati nella stessa classe, già mi organizzai mentalmente.
Quel trio veniva chiamato "I Kerx", non ricordo il significato di quel nome ma allòra poteva avere solamente significati stupidi da adolescente come "fighi, cattivi" ecc.
Erano i tipici bulli della scuola sì, ma la differenza è che erano serissimi, soprattutto pericolosi. Se ti capitava di incrociarli nel corridoio e avevano voglia di umiliare qualcuno, non esitavano a farlo pubblicamente. Facevano quello che volevano per il semplice fatto che i padri di Jake e Dan erano due mafiosi che gestivano il traffico illegale del denaro sporco di tutta Coney Island, e figuriamoci se il preside grassottello e impaurito osava mettersi contro di loro.
Ogni volta che si verificava un atto di bullismo, veniva tutto insabbiato con una punizione e basta.
Ci fu un ragazzo che addirittura tentò il suicidio, poi ebbe così tanta forza da cambiare scuola, io non ci riuscivo. Non era solo bullismo fisico pesante, a volte dovevi subire pugni nello stomaco solo per il loro divertimento malato, ma anche bullismo psicologico.
Io conobbi dapprima Jake.

C'era una cosa che non capivo di quel pazzo psicopatico.
In classe non mi infastidiva affatto, faceva finta che non esistessi e la cosa mi andava bene per carità, ma al di fuori invece non perdeva tempo e amava prendermi in giro con i suoi compagni. Una volta rischiò di spezzarmi la mano destra. Il loro gioco preferito era chiamato "obbedisci o respira", si trattava di un gioco malsano dove se non facevi quello che chiedevano, trovavano piacere nel ficcarti la testa nel bagno dei maschi mentre cercavi inutilmente di liberarti per respirare.
Le richieste che mi facevano erano davvero rivoltanti. Tutto mi sarei aspettato tranne che parole come "Succhiamelo puttanella che non sei altro." Non avrei mai immaginato che fossero bisex o gay o altro, ma non m'interessava, perché se tenevo alla vita dei miei genitori avrei dovuto ubbidire. Era anche così che ottenevano quello che volevano, con le minacce.
L'unico che mi faceva queste richieste era Jake, gli altri due si divertivano a scattarmi foto in continuazione mentre ridevano.
Nei primi mesi mi sentivo umiliato, come se avessero calpestato la mia dignità. Mi sentivo sporco, sbagliato, inadatto, cominciai a smettere di mangiare piano piano e a torturarmi i pensieri per quelle foto.
Cosa dovevano farci? E se le avessero diffuse? "Non devi pensarci, quelle servono solo a me." Mi ripeteva in continuazione Jake. Come ho già detto, suo padre era un uomo pericolosissimo e cosa avrei potuto fare se non stare zitto e subire? Dire tutto ai miei genitori e ottenere una carneficina in famiglia?
Le cose iniziarono a cambiare nel mese in cui dovetti scontare la punizione con Jake.
Dalle medie in poi, ero sempre stato solo.
Nessun amico né migliore amico.
Niente di niente.
Solitudine più totale.
Vedevo ragazzi e ragazze che si baciavano, che ridevano e scherzavano e si facevano il solletico ridendo come dei matti mentre io li osservavo da lontani e mi chiedevo in continuazione: 'perché io non posso averlo? perché loro sì e io no? mi basta solo un amico, non chiedo altro.'
Quella richiesta non fu mai soddisfatta né ascoltata.
Mi ritrovavo a piangere nella vasca da bagno con le braccia intorno alle gambe, con la lametta del temperino che mi urlava di voler essere usata e le voci nella mia testa che sussurravano le cose disgustose dette da Jake quando lo soddisfavo.
Un incubo che non finiva mai.
La mattina mi alzavo, evitavo mia madre perché se l'avessi guardata negli occhi sarei crollato e non potevamo permettercelo; andavo a scuola, pregavo tutti i dei del cielo che non arrivasse mai l'ultima ora perché Jake veniva sempre a cercarmi, ma ovviamente anche se provavo a scappare lui mi trovava ogni volta, poi andavamo nei bagni maschili dietro la vecchia palestra che ormai non usava più nessuno e mi costringeva a fare quello che voleva.
Erano più uniche che rare le volte in cui c'erano anche Simon e Dan, solo all'inizio. Poi iniziammo ad essere solo io e Jake.
"Oh dio ma cosa gli stavo dicendo? E sì, il mio sedere era davvero "pulito" e anche bene visto che da quasi mezzo mese iniziai a pensare di volere di nuovo rapporti omosessuali e provvidi a cominciare già con la pulizia rettale" Sì quei rapporti li avevo già avuti, lui era stato il primo con cui feci questo genere di cose, ma non si spinse mai oltre. Non facemmo mai sesso.
A volte mentre glielo succhiavo mi stringeva i capelli in un modo così forte che il dolore rimaneva per giorni consecutivi, altre invece diceva cose indimenticabili come "Sei adatto a fare la prostituta cazzo" "Lo vedi che se lo vuoi lo succhi da Dio?" "Giuro che questa bocca rimarrà solo e soltanto mia."


-Spazio Autrice-

Heyy, la foto del capitolo rappresenta Harry. Questo capitolo verrà dimezzato perché è troppo lungo, quindi continua nel prossimo. Ci vediamo!

𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐩𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚 |𝐥𝐚𝐫𝐫𝐲|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora