21) 𝘪 𝘴𝘰𝘭𝘥 𝘮𝘺 𝘴𝘰𝘶𝘭 𝘵𝘰 𝘵𝘩𝘦 𝘥𝘦𝘷𝘪𝘭.

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Louis's pov

Zack: Jake uscirà a breve per buona condotta. Visto che non hai voluto ascoltarmi, avvertirò anche quel ragazzino. Giusto per rendere le cose più divertenti, no?

Harry si era allontanato probabilmente pensando fosse qualcun altro, ma non riuscii più a trovarlo.
Iniziarono a formicolarmi le mani.
Il fastidio s'insinuò sottopelle come un cancro e la voglia di spaccare tutto non tardò ad arrivare.
Cercai in ogni fottuta stanza di quella confraternita, niente. Era sparito.
'col cazzo. devo trovarlo.'
Da quanto tempo non lo vedeva? Era mai andato a trovarlo in prigione? Che io sapessi no. Però chi poteva dirlo? Era Zack che mi aggiornava costantemente sulle visite che riceveva Jake, ma poteva benissimo avermi mentito. Cosa che, se avesse fatto, gli sarebbe costato il lavoro, se non la vita. Presto l'avrei scoperto comunque.

Dopo venti minuti provai inutilmente a calmarmi, non l'avevo ancora trovato.
Fu solo quando che, dal piano di sopra, sentii lo schianto di una bottiglia di vetro infrangersi davanti ai miei occhi e alzai lo sguardo, lo vidi seduto a terra con le gambe penzolanti in aria.
Doveva essere la camera di Jason. Unica stanza in cui non ero entrato perché dire che fosse chiusa era un eufemismo, era letteralmente blindata.
Non persi tempo a pensare a come fosse riuscito ad entrare e salii subito al piano di sopra.
Quasi rischiai di pestare Jason perché non voleva darmi le chiavi della sua stanza ma era inutile, sapeva perfettamente contro chi si sarebbe messo contro.
Forse le mie minacce iniziali non erano state abbastanza.
Quando riuscii ad entrare e lo vidi, mi tranquillizzai, perché instabile com'era avrebbe potuto buttarsi.
E invece notai che anche se avesse voluto farlo sarebbe stato difficile poiché il balcone di quella camera aveva delle inferriate ben lavorate e fastidiose da scavalcare.

Mi sedetti affianco a lui e solo dopo quindici secondi abbondanti riuscì ad accorgersi completamente della mia presenza.
Aveva gli occhi lucidi e puzzava vomitevolmente di alcol.
Non era per nulla sobrio, quindi non potei fare altro se non fingere di essere suo amico in quel momento e di non sapere niente della sua storia.

"Cos'è successo?" chiesi cauto, non avevo mai gestito Harry da ubriaco e riflettevo su ogni parola che dicevo per non scatenare qualche reazione inaspettata, cercai di essere ugualmente più spontaneo possibile.

"Lui uscirà tra poco" biascicò con sforzo formulando quella frase, a tratti sembrava che non avesse più forza nemmeno per parlare.

"Lui, chi?"

"L-lui. Qualcuno...q-qualcuno mi ha mandato un...u-un..." non ci riusciva proprio, era più forte di lui.

"Messaggio?" tanto non si sarebbe ricordato niente ma comunque mi controllai.

"S-sì"

"Chi uscirà tra poco?" riprovai a chiederglielo, in realtà non era importante la risposta, ero solo egoisticamente curioso di sentirlo parlare in merito a quell'argomento.

"L'unica persona che abbia mai amato in tutta la mia vita." Qualcosa sembrò afferrarmi le viscere e stritolarle fino a farle sanguinare.
Il cuore prese a battere più velocemente.
Non riuscii a spiegare l'impatto che quella frase ebbe su di me.
Di certo non era stato piacevole.
Mi ero sentito nauseato e debole solo un attimo.
Che bastò per farmi capire cose che in futuro compresi troppo tardi.
Harry non si era affatto sforzato per dire quella frase, tutt'altro.
Mi sembrò che avesse voluto dirla e gridarla al mondo un milione di volte, che quasi ci credeva.

"Lo ami ancora?"

"Penso di non aver mai smesso di farlo. P-per quanto male mi abbia fatto rimane c-comunque l'unica p-persona che si sia presa cura di me."

In quel momento mi tornò in mente la visione di Harry disperato in bagno che continuava a infliggersi cicatrici continue.
La conversazione stava iniziando non solo a darmi fastidio, ma a farmi...male?

"E com'è finita?"

"Mi ha abbandonato, Louis. M-mi ha abbandonato e i-io non l'ho mai perdonato."

Harry posò stremato la testa sulla mia spalla e si lasciò andare a un pianto straziante che sentimmo solo noi due.
Un pianto che anni fa condivisi anch'io.
Il pianto di chi ha cercato continuamente di stare meglio, ma ha fallito.
Rimanemmo lì, in una quiete per due.
Con il cielo stellato che illuminava il viso di chi una volta avrebbe potuto essere felice se solo le cose fossero andate diversamente.
Io invece, con il buio, c'ero nato.

𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐩𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚 |𝐥𝐚𝐫𝐫𝐲|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora