20) 𝘪 '𝘷𝘦 𝘨𝘰𝘵 𝘵𝘩𝘦 𝘮𝘰𝘷𝘦𝘴 𝘭𝘪𝘬𝘦 𝘫𝘢𝘨𝘨𝘦𝘳.

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Louis's pov

"Louis, a che punto sei con il piano?" mi chiese Liam a telefono mentre cercavo un fottuto accendino per la sigaretta che avrei fumato a breve. Ero nervoso.
"Louis, cazzo. Rispondi." A quanto pare era nervosetto anche lui.
"Mi devi dire qualcosa, per caso?" chiesi.
"Preferirei farlo dal vivo. Dove ci incontriamo?"

***

"Allora? Che mi devi dire?" se aveva intenzione di mollarmi, già era a conoscenza delle conseguenze.

"Non posso più farlo. Harry è diventato mio amico e mi sento uno schifo a stare dalla tua parte. Non si merita tutto questo."

"Non me ne frega un emerito cazzo di cosa merita o non merita. Devo ricordarti cosa accade se lasci tutto?"

Avevo minacciato in primis lui, ma quando capii che non c'era verso di piegarlo, misi in ballo Vicky.
Il coglione non si aspettava che sapessi dell'esistenza di quella ragazza, questo perché beh, negli ultimi anni non facevo altro che investigare e investigare su Harry e su ogni singola persona che per caso lo sfiorasse. Tenevo a quella vendetta più della mia vita.
Non fu affatto difficile scoprire che i due avessero avuto una relazione e che Liam molto probabilmente la amava ancora.
L'importante, era averlo sempre spalle al muro, in modo che mi tenesse aggiornato in continuazione sui pensieri, dubbi e sentimenti della vita di Harry.
Una vera e propria talpa insomma.
Il nervosismo continuava ad irradiarsi nella mia mente e non voleva saperne di andarsene, ero nervoso anche per lui.
Per quello che era successo la sera prima.
Per il preliminare fantastico che mi aveva concesso.
E per il modo brusco con la quale me n'ero andato, salutando a malapena la madre.
Cazzo. Era stato così bravo che venni prima del previsto, ma le sensazioni contrastanti che provai dopo, mi fecero odiarlo più che mai.
Perché ricordai, che in quella bocca, c'era stato prima mio fratello.
Il senso di disgusto era così forte che quasi non riuscii a dormire.
Non riuscivo a smettere di pensarci.
Lui aveva in parte dato a me ciò che aveva dato a Jake, la differenza però, era che non mi amava.
E questo mi faceva imbestialire.
Non volevo che mi amasse, ma nel momento esatto in cui finì di succhiarmelo, realizzai che l'avessi usato come un oggetto, poi pensai che era stato lui a volerlo fare e che magari gli fosse piaciuto essere trattato così.
Che schifo.

"Non le faresti mai del male." Minacciò Liam riportando la mia attenzione sulla nostra conversazione.

"Questa frase l'avrai detta circa dieci volte da quando spii Harry per me, hai intenzione di mettermi alla prova? No perché, per l'umore che ho adesso sarebbe divertente. Non tentarmi." Ghignai sorridendo con aria di strafottenza.

Ero io che decidevo quando giocare, con chi giocare e come farlo. Non il contrario. E il diario era stato un ottimo strumento per iniziare, era stato divertente cercare foto disgustose di Jake e Harry e incollarle in quel libro rosso che posizionai a caso in uno scaffale nella biblioteca che lui consultava spesso.

"Quando finirà tutto?"
"Fin quando non sarò abbastanza soddisfatto."

Liam non conosceva affatto il motivo della mia vendetta, e non avrebbe dovuto saperlo.

***

Nel tardo pomeriggio lo schermo del mio telefono si illuminò mostrando due messaggi.

Zack: Louis, devi sbrigarti. Non puoi più concentrarti in questo modo sulla vendetta, i soci di tuo padre ti stanno aspettando da troppo. L'ultima volta che sei tornato a casa è stato quasi cinque mesi fa, hai intenzione di mancare? Non puoi continuare a gestire gli affari a distanza. Cerca di farti sentire e rispondi alle mie cazzo di chiamate.

𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐩𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚 |𝐥𝐚𝐫𝐫𝐲|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora