Capitolo 26

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"Katherine, vuoi sbrigarti? Tua sorella è già pronta!" grida mamma dalla cucina, dove mi aspetta anche Lia.

"Arrivo!" urlo di rimando.

Mi infilo alla svelta un paio di jeans neri.

"Katherine! Arriveremo tardi!" stavolta è mia sorella a parlare.

"Eccomi, eccomi" dico precipitandomi in cucina.

Afferro lo zaino di corsa ed esco insieme a Lia nella frizzante aria mattutina.

Camminando, un senso di inquetitudine mi pervade.
Se Lia è con te, Kyle non si avvicinerà, Kat. Non ti potrà fare ancora del male.

Saluto mia sorella e la guardo correre in classe, così anch'io mi affretto per raggiungere la mia.

"Ehi, Kat" mi saluta Tess, sedendosi accanto a me.

"Ehi" la saluto sorridendole.

"Fai qualcosa dopo scuola?" le chiedo istintivamente.

"No" mi sorride "perché?"

"Possiamo tornare a casa insieme" dico.

Lei annuisce, poi si volta verso il professore che nel frattempo è entrato in classe.

                        *      *      *

"Non aspetti tua sorella?" mi chiede Tess camminando di fianco a me.

"Oh, no. Lei oggi va da una sua amica."

Una folata d'aria fredda mi fa rabbrividire.

Tess si blocca improvvisamente.

Ha gli occhi fissi su qualcosa che ha in mano.

In viso, una strana espressione.

"Tutto okay, Tess?"

Lei mi guarda.

"N-no" balbetta "devo tornare a casa, adesso. Mi è arrivato un messaggio. Mia madre si sente poco bene."

"Oh" mormoro "sì, capisco. Allora, ciao."

Lei mi fa un cenno con la mano, poi se ne va correndo.
Devo sbrigarmi a ritornare a casa.

Mi volto, decisa ad andarmene.

Il mio cuore manca un battito.

"Katherine."

Kyle è proprio qui, a due passi da me.

"K-Kyle" balbetto.

"Che succede?" si acciglia.

"Niente" ribatto in fretta "ora devo andare."

Faccio per sorpassarlo e, quando mi afferra il braccio destro, trasalisco violentemente.

Kyle si accorge della mia reazione.

"Kat" dice, la voce bassa "che ti sta succedendo?" scandisce.

"Lasciami" tremo.

"Katherine..."

"Lasciami!"

Cerco di divincolarmi.

"Ma che..."

"Cosa vuoi fare, eh?" gli urlo contro "è così che vuoi uccidermi?"

Lui sgrana gli occhi.

Lascia andare la presa sul mio braccio.

"Come?" la sua voce è improvvisamente bassa e roca.

Un singhiozzo sfugge al mio controllo, facendomi rendere conto di aver appena iniziato a piangere.

"Io non voglio ucciderti."

"Vuoi nutrirti di me" affermo tra i singhiozzi.

"Che stai dicendo, Katherine? Io non lo farei mai" dice dolcemente "pensavo lo sapessi."

"Non ti credo" lo accuso "so che sei stato tu l'altro giorno, alla finestra. So che sei stato tu a marchiarmi. Tu mi vuoi morta."

Lui spalanca gli occhi.

"Cosa?"

Giro la testa dall'altra parte.

"Ripeti quello che hai detto" dice.

Resto in silenzio.

"Katherine" mi chiama "chi è stato alla finestra? Ti ha marchiata?"

Abbasso lo sguardo, annuisco.

"Fammi vedere" ordina.

Tremando, alzo il braccio destro, portandogli il polso davanti al viso.

Lui lo afferra, scosta la manica della maglietta.

Trasalisce.

Sfiora con le dita la mia pelle.

"Qui non c'è niente, Kat" dice.

"Come?" fisso la mia pelle liscia e priva di alcun segno visibile.

Il marchio è svanito.

"Hai detto che c'era qualcuno, alla tua finestra" dice "chi?"

"N-non lo so" balbetto ancora scossa.

"Era un'ombra completamente avvolta nell'oscurità" spiego "non ne ho potuto distinguere i lineamenti."

Faccio una pausa.

"Non era umano, comunque. I suoi occhi ne erano la prova."

"I suoi occhi?" ripete Kyle.

"Erano rossi. Di un rosso brillante. Un rosso fuoco."

Sposto il mio sguardo apparentemente perso nel vuoto su di lui.

Kyle ha le pupille leggermente dilatate, il loro colore si è fatto più intenso.

"Hai detto che ti ha marchiata. Che cos'era?" la sua voce si sta sforzando di mantenersi ferma.

È completamente serio.

"Un occhio" dico "un occhio nero come la pece."

Lui emette uno strano verso, simile ad un ringhio basso.

"Merda. Non è possibile."

"Cosa?"

"No. No!" si china talmente rapidamente che neanche mi rendo conto che nel frattempo ha colpito il terreno con il pugno chiuso e che ora il suolo è percorso da svariate crepe.

Si rialza.

I suoi occhi ricadono su di me.

Hanno raggiunto la loro massima intensità.

"Non può essere" continua a ripetere.

"Cosa?" cerco di attirare la sua attenzione, ma inutilmente "Kyle, che cosa?"

"Cosa significa?"

Urlo queste ultime parole al vento, poiché lui è scomparso nel nulla.

After the midnight [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora