Capitolo 38

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"Kyle!"
Ed eccomi qui, nuovamente nel bosco, ad urlare il suo nome a squarciagola.
"Kyle!"
Non succede niente.
Non lo vedo.
Un fruscio di foglie e rami spezzati mi fa voltare di scatto, credendo che sia lui, ma è solo un piccolo animaletto che sparisce in fretta, andandosi a nascondere nella sua tana.
Quando mi volto dall'altra parte, trovo gli occhi di ghiaccio di Kyle a pochi centimetri di distanza da me, che mi scrutano attenti.
"Non dovresti essere qui" mormora soltanto, il tono profondo e autoritario.
"Dobbiamo parlare" dico.
Scuote la testa, si allontana.
"Devi spiegarmi ancora molto e..."
"No" Kyle mi interrompe bruscamente "non se ne parla. E adesso torna a casa, Katherine."
Si volta, inizia a camminare verso il cuore del bosco.
"Kyle!" lo chiamo.
Non si volta.
"Kyle!"
Lui si ferma, si gira a guardarmi, i suoi occhi che mi trafiggono, ma non in modo crudele.
"Torna a casa. E non tornare mai più."
"Ma..."
"Non cercarmi più, hai capito?"
"Kyle, non..."
"Non farlo e basta" scandisce "hai capito?"
Resto allibita, il labbro inferiore comincia a tremare, così sono costretta ad affondarci i denti per farlo smettere.
"Va' a casa, Kat" mi lancia un ultimo sguardo carico di emozioni che non sono in grado di individuare, poi si volta, deciso ad allontanarsi definitivamente.
"Cos'ho fatto?" urlo.
Lui si blocca.
"Tu non hai fatto niente, Kat."
Si avvicina di qualche passo, ma sempre mantendendo una certa distanza tra noi.
"Non hai colpe affatto" continua.
Si mette le mani tra i capelli, stringe forte, chiude gli occhi ed inspira.
"Sono io" dice dopo un tempo che pare infinito.
"Devi stare lontana da me, Katherine. Non ti devi avvicinare. Devi andartene."
"Sei quasi morta per colpa mia. Ben due volte. Non posso permettere che succeda nuovamente."
"Non è stata colpa tua" mi affretto a dire.
"Katherine" dice "tu sei importante per me, lo capisci? Non me lo perdonerei se ti dovesse accadere qualcosa per mano mia."
"È stato Alain" ribatto "lui ti ha..."
"No" mi interrompe ancora "ero io. Ciò che hai visto, era la vera parte di me."
"Kyle, se solo tu..."
"Non posso proteggerti dai miei demoni, Kat!" esplode "non posso proteggerti da me stesso."
Si calma, si passa una mano sul viso, si china su se stesso.
Prendo un respiro profondo, cerco di parlare in modo abbastanza pacato.
"Kyle" lo chiamo gentilmente, poi mi azzardo a sollevargli di poco il viso, portandogli due dita sotto il mento.
I suoi occhi sono nei miei, tormentati e bellissimi.
Mi manca il fiato.
"Katherine..." sussurra lui, gli occhi socchiusi.
Mi chino su di lui.
"Non ho paura di te" mormoro prima di posare le mie labbra sulle sue in un semplice e morbido bacio.
Lui mi afferra il volto tra le mani, approfondisce il bacio.
"Katherine..." ripete.
Poi si scosta da me, entrambi ci sediamo sul terreno.
I suoi occhi si perdono nel vuoto.
"Quando ero sul punto di...ucciderti" pronuncia ogni parola a fatica "una ragazza ha urlato il mio nome. Eri...eri tu."
Sgrano gli occhi.
"L'hai vista anche tu?"
Annuisce, mi guarda.
"È stato così strano...è una cosa molto rara."
"Cosa? Sai cos'è successo?"
"Probabile" sospira "hai fatto qualche sogno...particolare, dove tu eri nel tuo corpo ed eri consapevole delle tue azioni e di ciò che ti circondava?"
"Sì" annuisco "ho sognato Mia. Correva nel bosco, era inseguita. Poi è arrivata sulla strada principale, gridava minacce. È caduta. Poi è comparso...uno di voi. Mi sono avvicinata, ma quando ho capito che eri tu il suo assalitore, ho urlato il tuo nome e sono corsa verso di voi. Tu ti sei voltato, e quando ho guardato verso mia sorella, il corpo che giaceva senza vita sull'asfalto era il mio."
Provo un brivido di terrore.
Kyle si acciglia.
"È possibile che abbia ereditato anche tu come tua sorella le capacità di sensitiva. Ma non credo. Tu sei qualcosa di più di una sensitiva. Sei una veggente."
"Una...una veggente?" balbetto.
"Più potente di una sensitiva e capace di urlare così forte come una Banshee."
Sensitive, veggenti, Banshee?
"Cosa diavolo è una Banshee?"
"Una leggenda metropolitana" fa un sorrisetto, scrolla le spalle.
"Una fata capace di uccidere con il suo grido. In genere il suo spirito si manifesta a chi è sul punto di morte."
"Stai dicendo che io sono una...Banshee?"
"No" scuote la testa sorridendo.
"Una veggente, ma non ne sono sicuro. Stanotte, hai subito una sorta di divisione della tua persona. Quel tuo sogno, era una visione. Ma quando la tua...proiezione è comparsa, seguendo ciò che hai sognato, è stato come se fosse stata una sorta di alterazione della tua visione."
Sono troppo confusa.
Tutte queste informazioni mi hanno destabilizzata.
Mi passo una mano tra i capelli, li raccolgo in una coda di cavallo per poi lasciarli ricadere sulle spalle.
Kyle lancia un'occhiata al cielo, già ambrato dai raggi del sole pronto per tramontare.
"Vorrei tanto restare con te un altro po', Katherine" dice guardandomi negli occhi.
"Ma non posso entrare in camera tua. Tua sorella ha dei sensi molto fini" mi fa l'occhiolino "potrebbe percepirmi nonostante io provi a mascherare la mia presenza."
"Mia sorella dormirà da una sua amica, stanotte" mi affretto a replicare "potresti...passare."
Lui solleva un angolo della bocca.
"A stanotte."
Sorrido a mia volta.
"A stanotte."

After the midnight [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora