"Katherine, Lia!" sento mamma chiamarci dalla cucina.
"Forza, scendete, o farete tardi a scuola!"
Controvoglia mi alzo e sveglio anche Lia, poi scendiamo a fare colazione.
Di corsa, bevo il latte freddo e corro in bagno a finire di prepararmi. Aspetto che anche Lia si prepari, poi insieme usciamo di casa.
La nostra cittadella ha solo una scuola.
Un palazzo alto che comprende asilo, elementari, medie e liceo.
Il college non c'è. Chi prende la maturità, si trasferisce per continuare gli studi, andandosene dall'incubo di MountainHill.
Li invidio. Non vedo l'ora di prendere la maturità e andare al college, in modo da potermi trasferire in un'altra città, una in cui la notte si può uscire, una in cui la notte si possono lasciare le finestre aperte e le serrande alzate.
Ma poi penso ai miei genitori, a Lia.
E a Mia. Non posso lasciarli.
Arriviamo a scuola, e Lia ed io ci separiamo per andare nelle rispettive classi.
In quasi tutte le lezioni i professori parlano della ragazza morta, Naomi. Ci raccomandano di stare attenti, di non disobbedire ai nostri genitori e di non uscire la notte per nessuna ragione.
Cose che ormai so a memoria per filo e per segno.
Tempo fa il sindaco aveva intenzione di mettere un gruppo di guardie a controllare che tutti rispettassero il coprifuoco e che nessuno uscisse la notte, ma poi ha rinunciato all'idea, dato che nessuno doveva trovarsi fuori dopo la mezzanotte, nemmeno le guardie.
E far fare loro un giro di ricognizione prima della mezzanotte era troppo rischioso.
Guardo annoiata fuori della finestra.
È un gesto che faccio spesso, anche inconsciamente.
Forse perché mi sento in una prigione.
Voglio sentirmi libera, non voglio essere schiava di minacce esterne.
"Signorina Todd, è ancora tra noi?"
Mi volto di scatto verso il professore sbattendo le palpebre.
"Mi scusi."
Per il resto della giornata non faccio altro che pensare a Naomi. Che cosa le è successo? Cosa ha visto?
All'uscita da scuola aspetto Lia.
"Oggi la maestra ci ha fatto fare un disegno" dice mentre camminiamo verso casa.
"Guarda."
Mi porge un foglio di carta piegato.
Lo apro.
"Lia" dico "come ti è venuto?" indico il disegno.
Raffigura Mia. Impiccata.
"So come è morta" dice lei.
"Nessuno lo sa, Lia. Nessuno sa come muoiono queste persone."
"Sapevo che non mi avresti creduto."
Una ventata gelida mi sferza i capelli.
"Katherine."
Mi volto.
Non c'è nessuno.
"Sei stata tu, Lia?
"A fare cosa?"
"A chiamarmi."
"No."
"Tu sei la prossima."
Mi volto di nuovo.
"Ora sei stata tu."
"Non so di cosa stia parlando."
"Lia, non è divertente."
Affretto il passo e la prendo per un braccio.
Quando entriamo in casa, papà non è ancora tornato da lavoro.
Mamma è in cucina e sta preparando il pranzo.
"Ciao mamma!" grida Lia.
"Oggi ho fatto un..."
"Oggi hanno parlato di Naomi, mamma. Poi ho fatto il compito di trigonometria. Era facile" parlo a raffica.
"Stava parlando tua sorella, Katherine. Aspetta il tuo turno e fa' parlare Lia."
Mia sorella mi fa una linguaccia.
"D'accordo"-dico.
Guardo male Lia, sperando che capisca che non le deve mostrare il disegno.
"Dicevi, Lia?" fa mamma.
"No, niente" dice lei guardandomi.
Faccio un cenno del capo e vado ad accendere la televisione.
Il telegiornale è già iniziato e l'inviata sta mostrando il percorso fatto da Naomi ieri notte.
Abbasso il volume proprio nel momento in cui mamma dice:
"Alza."
Quindi faccio come dice e mi siedo.
"Pensiamo che Naomi McCall, la ragazza morta ieri notte, sia passata di qui. Ancora non sappiamo il luogo preciso e le circostanze della sua morte, ma indagheremo a lungo."
"Mamma, tu sei contenta questa vita? Ti va bene vivere in questo modo? Nella paura?" chiedo quando Lia sparisce in bagno.
Mamma si volta e mi guarda a lungo, poi dice: "Non so se sono contenta di questa vita, ma lo sono per avere due figlie come voi."
Le sorrido, anche se poco convinta.
Forse non è la risposta che volevo sentire.
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After the midnight [IN REVISIONE]
ParanormalSono tanti, sono pericolosi. Sono dappertutto. Dopo la mezzanotte è meglio essere a casa. Al sicuro. Tutti i diritti riservati.