Capitolo 36

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Sto correndo.
Corro il più rapidamente possibile, cercando di essere abbastanza agile da evitare gli ostacoli che il bosco mi presenta.
So che non avrei dovuto iniziare a correre: ciò ha incrementato la sua voglia di uccidermi.
"È meglio se inizi a correre, ragazzina. È la parte che lo eccita di più."
Le parole di Alain mi tornano in mente.
So che Kyle è dietro di me; non ho nemmeno bisogno di una conferma, poiché i suoi occhi mi hanno palesemente fatto intendere che non esiste via di fuga.
E adesso mi rendo conto che in realtà non sto facendo altro che alimentare il suo sadico gioco, sperando di poter fuggire da lui, anche se in fondo, so per certo che non è possibile.
Stavolta mi prenderà e mi ucciderà.
Ho visto la scintilla di malignità nei suoi occhi.
Una risata agghiacciante si riverbera nell'aria densa di nebbia.
Non riesco a vedere dove metto i piedi, ma continuo a correre ugualmente.
Quando arrivo di fronte ad un grosso tronco che mi blocca il passaggio, mi blocco, colpita da un déjà vu.
Il ricordo del mio sogno mi investe, l'immagine di mia sorella che lo scavalca in preda ad una cieca disperazione mi invade la mente.
Senza riflettere, mi lancio contro il tronco, lo supero con un salto.
Nell'atto di scavalcarlo, però, vengo ferita al polpaccio da un ramo sporgente.
Stringo i denti.
Sento dei passi dietro di me, dei fruscii, ma non oso voltarmi.

Un singhiozzo mi sfugge quando, proprio mentre raggiungo la fine del bosco, dove gli alberi cominciano a diradarsi, la risata riecheggia nuovamente, simile ad un'esplosione.

"Sì, dolcezza, scappa."

Un brivido di terrore mi scuote violentemente.

Raggiungo finalmente la strada, desolata e completamente immersa nella penombra.

Le gambe iniziano a cedermi, il fiato inizia a mancare.

Non riesco più a mantenere il ritmo che avevo trovato.

Non ce la faccio più, sto cedendo.

Perciò crollo, cado sull'asfalto, lanciando un ultimo grido disperato.

Una ventata d'aria gelida mi investe, ed io so che per me non c'è alcuna speranza di salvarmi.

Non esiste più; è scomparsa assieme a quella parte di Kyle che conoscevo.

I suoi occhi compaiono alla mia vista, scrutandomi dall'alto.

È la fine, penso.

Ghignando, si china su di me, sporgendosi sul mio viso, per potermi scrutare meglio.
"Aveva ragione Alain: sei una vera delizia."
Stringo le labbra.
Il suo lungo e sottile dito mi sfiora la guancia.
"È un peccato però...." mormora come se stesse parlando fra sé e sé.
"Non per me di certo" aggiunge con una risata.
Ritorna serio, sospira.
"Adesso basta perdere tempo."
Inclina la testa leggermente di lato, poi alza un braccio, pronto ad infierire su di me, mirando alla gola.
"Kyle!" un urlo.
Lui si blocca, sbianca visibilmente, pare tornare in sé.
Mi volto anch'io, desiderosa di attribuire ad un volto quella voce così dannatamente familiare.
Improvvisamente la mia temperatura corporea sembra diminuire in modo notevole.
Kyle continua a fissare la ragazza che si trova a pochi passi da noi.
"Katherine?"

After the midnight [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora