Lorelai
Luka. Non lo sento da un anno, da quando ci siamo lasciati. Non gli è più importato di me da quando… ho rifiutato di farlo con lui. Ma ora… mi sta cercando. Chissà se qualcuno lo ha avvertito che sono sparita-morta, mi correggo mentalmente. Ma lui ora mi sta chiamando. Perché mi sta chiamando? Continuo a fissare il telefono nella mia mano finché non smette di vibrare. Liu è ancora fermo e mi sta guardando. Indietreggio verso la porta ed esco dalla stanza, tornando al piano di sotto. Jade è ancora sul divano.
<<Mi ha chiamata Luka.>>
Non reagisce. Dimentico che tiene sempre le cuffiette nelle orecchie con la musica a palla. Le picchietto la spalla con le dita, e lei sobbalza e si gira.
<<Mi ha chiamata Luka.>> ripeto.
<<Che? Ti ha sposata un duca?>>
Sbuffo e le strappo le cuffiette dalle orecchie, facendo attenzione a non farle male.
<<Sì Jade, mi ha sposata un duca, mi sembra ovvio.>>
<<Odio quando fai dell'ironia.>>
<<Infatti era sarcasmo. Mi ha chiamata Luka.>>
<<CHE?!>>
<<È la seconda volta oggi che mi urli nelle orecchie, potresti smettere?>>
<<Non hai risposto, vero?>>
<<No, certo che no…>>
<<...da quanto tempo non ti chiamava?>>
<<Un anno…>>
<<E sa che…>>
<<Non ne ho idea…>>
<<Che vorrà?>>
<<...non so Jade, i miei poteri telepatici sono in sciopero oggi.>>
<<Ah, giusto…>>
Il telefono squilla di nuovo. È ancora lui. Sospiro finché il suono non si smorza.
<<Che farai?>>
<<Non mi pare di avere molta scelta.>>
<<Già… mi dispiace…>>
Non rispondo.
<<Ti manca…?>>
Annuisco.
<<Ti ha fatto del male.>>
<<Lo so…>>
<<Cos'è che ti manca?>>
<<Non so… forse solo l'idea che qualcuno tenga a me, che mi guardi dormire accarezzandomi o che… ma è una cosa stupida.>>
<<Non è stupida.>> Jade sorride leggermente.
Le restituisco la cuffietta e lei la rimette mentre io mi rigiro il telefono tra le mani.
<<Jade… mi presti il tuo computer?>>
<<Sì, in casa c'è un router.>>
<<C-O-M-P-U-T-E-R.>> scandisco.
<<Ah certo, è sul tavolo.>>
Annuisco e prendo il suo computer, aprendo il motore di ricerca. Per tutto il giorno cerco e leggo storie sulle Creepypasta, sui personaggi con cui vivo e che ho imparato a conoscere. Trovo sette versioni della storia di Liu, nessuna delle quali si avvicina a quella che mi ha raccontato lui, mentre per quanto riguarda Jeff sono tutte molto simili con pochissime differenze. Prima che io possa rendermene conto si è fatto sera ed ho saltato il pranzo. Mangio un toast come cena, cancello la cronologia del computer e salgo in camera. Liu non c'è, non l'ho visto tutto il giorno. Vado in bagno e poi mi metto a letto.
È tardi. La stanza è scura, più scura del solito. Liu non è a letto. Mi alzo e vado verso il bagno per sciacquarmi il viso. Fa freddo e la porta del bagno scricchiola. Strano, non me lo ricordavo. Entro nella stanza bianca e apro l’acqua. Solo che non è trasparente. È rossa, rossa come il sangue. Alzo lo sguardo verso la specchiera, e vedo il mio riflesso intervallato da una scritta scarlatta. “Torna a dormire”, dice. Sento un rumore. Mi volto: dietro di me c’è Jeff, con un sorriso raccapricciante e un coltello nella mano.
<<Torna a dormire, Lorelai.>> dice. <<Il tuo posto non è questo.>>
Il suo tono mi fa paura.
<<L-Liu…>> chiamo, sperando che mi senta. Poi ricordo: non è in camera. Sono completamente sola, e Jeff vuole uccidermi. Si avvicina lentamente, lo stesso sorriso sul volto, quando dietro di lui appare Liu.
<<Lasciala stare, Jeff.>>
Sospiro di sollievo. Finché c’è lui, sono al sicuro. Liu viene verso di me e mette un braccio attorno alla mia vita. Poi mi bacia il collo. Cerco di scollarmelo di dosso, ma la sua presa è ferrea. Si stacca con una risata e mi guarda negli occhi. <<Ti va di uscire insieme?>>Mi sveglio di soprassalto, gridando. Liu accanto a me si desta, turbato dalle mie urla.
<<Che succede?>>
Non rispondo, il silenzio rotto soltanto dai miei singhiozzi. Rimango così, tremante nel buio della notte, finché le braccia di Liu non mi avvolgono delicatamente, facendomi appoggiare al suo petto. E lo sento. Il suo cuore. Che batte, batte forte. Batte davvero.
<<Va tutto bene.>> mormora. Mi fa stendere di nuovo, ancora stretta a lui. <<Era solo un incubo, era un incubo. Tranquilla.>>
Continua a parlarmi finché non mi calmo, ma non mi lascia. Pian piano sento il sonno sopraggiungere, mentre le mie stesse parole tornano nella mia mente come una litania.
“ L'idea che qualcuno tenga a me, che mi guardi dormire accarezzandomi o che…”
Mi addormento.
L’indomani al mio risveglio Liu non è a letto. Mi guardo intorno, confusa: è tutto normale. Allora perché ho la sensazione di star dimenticando qualcosa? Come un pensiero fugace che ci si ripete la sera prima di addormentarsi, sperando così di riuscire a ricordarlo, e che la mattina dopo si finisce invece per dimenticare irrimediabilmente. Sto ancora cercando di ricordare, quando la porta del bagno si apre e ne esce il mio compagno di stanza a torso nudo. Arrossisco ed evito di guardarlo. <<Ti dispiace?>>
<<Cosa?>>
<<Metterti qualcosa addosso.>>
<<Perché? A te dispiace se sto così?>>
<<Sì.>>
<<Ah, peccato.>>
<<Quante volte ti ho detto che mi da fastidio che esci così dal bagno?>>
<<Una.>>
<<E questa è la seconda, non farmelo ripetere.>>
Fa un ghigno e rimane fermo.
<<Allora??>>
<<Cosa?>>
<<Ti vesti o no?>>
<<No.>>
<<Perché?>>
<<A te da fastidio se sto così, giusto?>>
<<Sì, molto.>>
<<Ecco perché.>>
Sbuffo. <<Non hai bisogno di impegnarti tanto per risultare antipatico, ti riesce benissimo anche senza sforzo.>>
<<Buono a sapersi allora.>>
<<Ti detesto.>>
Ghigna. <<Il piacere è tutto mio.>>
Mi alzo furibonda: la giornata non avrebbe potuto iniziare peggio. O forse sì. Il telefono inizia a vibrare, e il nome di Luka appare per la sesta volta sullo schermo.
<<Non rispondi al tuo fidanzato?>> mi chiede Liu, con tono di scherno.
In quell’esatto momento, il telefono smette di vibrare. Faccio un piccolo ghigno. <<Volentieri.>> Fingo di rispondere alla chiamata e porto il telefono all’orecchio. <<Pronto.>>
Il volto di Liu si indurisce di rabbia, mi strappa il telefono dalle mani e controlla lo schermo, mentre io mi lascio andare ad una risata liberatoria.
<<Molto divertente, Smith. Davvero tanto. Ti consiglio di non divertirti tanto però, perché a giocare col fuoco ci si brucia.>>
“E tuo fratello lo sa bene.” Mi mordo la lingue per evitare di fare un’osservazione tanto cattiva. Non è da me, mi fa perdere il controllo.
<<Starò attenta.>> dico freddamente.
<<Brava. E dato che ti vanti di essere tanto sveglia cerca di evitare di rispondere al tuo amichetto, o ne pagherai le conseguenze. E non sarà piacevole, Smith. Non sarà per niente piacevole. Non per te almeno.>> Fa un ghigno ed esce dalla stanza.
Mi lascio ricadere sul letto, frustrata: come riesce ad essere così straordinariamente cattivo anche dopo essere stato gentile? O forse l’ho sognato? Erano ancora parte del sogno le sue braccia attorno al mio corpo, il suo tono, le sue parole? Era solo parte del sogno il battito del suo cuore?
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Addicted to a smooth criminal
FanfictionJade Allen avrebbe voluto essere normale. O almeno, avrebbe voluto che FireIce, il demone incontrollabile che viveva in lei, non le procurasse tanti problemi. Quando però la sua "inquilina" prende possesso del suo corpo e uccide un uomo, Jade non pu...