Capitolo XLVII

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Lorelai
Liu tira bruscamente la sua mano via dalla mia. Quando mi giro a guardarlo, i suoi occhi sono fiammeggianti d'ira.
<<Mi hai preso in giro.>> sibila, lo sguardo livido di rabbia e rancore.
<<Cosa…?>> mormoro, non capendo.
<<Non ti credevo capace di tanto. Hai messo in scena un bello spettacolino, complimenti. Ancora una volta la prode esca, la vittima sacrificale è servita all'inganno e il mostro è stato circondato. Ma non illuderti che funzioni. Così come Susan ha fallito, fallirai anche tu.>> Mi guarda con disgusto. <<Vorrei solo avere la forza di ucciderti ora, e provare gusto nel vedere il sangue abbandonare il tuo corpo e la vita scivolarti dagli occhi. Non preoccuparti, un giorno lo supererò.>>
Fa per allontanarsi. Disperata, lo fermo per un braccio. Lui crede di trovarsi di fronte a una replica del passato, crede che sia stata io a portarli qui, crede che io sia come Susan. Crede che io non lo ami.
<<Liu, aspetta! Non sono stata io, non è opera mia! Non l'avrei mai fatto! Io ti->>
<<La cosa che più mi disgusta è che ti sei ridotta ad una puttana per ingannarmi.>> Tira il braccio via dalle mie mani. Le parole mi muoiono in gola, mentre la sua frase mi entra nelle vene come l'ago di una siringa che sia piena di veleno.
<<Mi credete il mostro? D'accordo: mi comporterò da mostro.>>
Prima che possa fermarlo, attacca. La lama del suo pugnale trafigge il corpo di un poliziotto che ricade a terra, gli occhi sgranati, lo sguardo perso e un rivolo di sangue che scende dalle labbra, oltre al lago scarlatto che già si è formato ai suoi piedi.
La testa mi gira, mi sento svenire ma resisto.
<<No!>> grido, cercando di raggiungerlo. Ma Liu ne ha uccisi altri cinque, le sue mani sono sporche di carminio, i suoi occhi hanno un luccichio folle. Quando si gira a guardarmi, niente è rimasto del suo sguardo dolce, delle sue carezze al mio viso, dei suoi baci.
Il rumore richiama gli altri abitanti della Creepy House: in poco tempo, ognuno si trova a combattere contro un poliziotto: due immobilizzano L.J. che si libera immediatamente, FireIce ne tiene a bada tre contemporaneamente. I fratelli Slender ne stritolano con i loro tentacoli, abbandonando i loro corpi spezzati sull'erba che, da verde, si tinge di rosso.
La nausea diventa sempre più forte, le voci si fanno attutite e devo sforzarmi di restare lucida, nonostante il mare color rubino che arriva fino ai miei piedi.
Un poliziotto strappa un orsetto di peluche dalle mani della piccola Sally. Corro verso di lei per proteggerla, ma una mano mi afferra il polso e mi trascina lontano. Urlo, cercando di liberarmi, di raggiungere Liu per dirgli che non sono stata io, che non lo farei mai perché io lo amo, lo amo da impazzire, ma non posso. La mano è troppo forte. Mi tira fino al limite della radura e mi fa girare. Sono faccia a faccia con Luka.

Luka
Ghigno. La faccia di Lorelai è da primato. Ho ottenuto esattamente quello che volevo: ora non potrà più dimenticare che lui è un assassino. Il gioco è nelle mie mani.
<<Tu!>> urla, appena mi riconosce.
<<Quale onore.>> faccio un inchino di scherno.
<<Lascialo in pace!>>
<<Io vorrei tanto accontentarti, credimi. Ma lo vedi, è un assassino e merita di morire egli stesso. Se ne occuperanno i miei amici.>>
<<No…>> mormora, girandosi verso lo zombie. Fa per aggiungere altro, ma si blocca. Non può difenderlo in alcun modo. La sensazione di trionfo che mi riempie il petto mi rende misericordioso. La guardo con pietà e le accarezzo la guancia.
<<Non mi toccare!>> urla, scostando il viso. E ancora: <<Perché sei qui?!>>
<<Che domande: sono venuto a prenderti, è naturale. Non avrei lasciato che ti succedesse qualcosa.>>
Rimane sbalordita. <<A prendermi…>> mormora, gli occhi vuoti persi in un ricordo lontano. Poi scoppia a ridere. <<A prendermi!>> ripete, con un tono di ridicolo. <<Sei venuto a prendermi, lui è venuto a prendermi! Non volevi che mi accadesse niente, dici? Non sembravi tanto interessato a me quando l'incendio mi ha quasi uccisa!>>
<<Non è carino da parte tua dire così dopo aver amoreggiato con il ragazzo che lo ha appiccato, l'incendio. Quello lì voleva ucciderti.>>
<<Lui non voleva uccidermi, era venuto a salvarmi! Lui voleva proteggermi da te, che sei il vero mostro, perché lui mi ama!>>
Scoppio anch'io in una risata, sinceramente divertito. <<Lui ti ama! E sentiamo, a cosa devo questa tua sicurezza? Te l'ha detto lui?>>
<<No.>>
<<Te l'ha scritto?>>
<<No.>>
<<Messo in musica?>>
<<No…>>
<<Almeno un bigliettino?>>
<<Basta, smettila!>>
<<No, smettila tu. Quel mostro là dietro sta uccidendo delle persone che operano in nome della giustizia…>>
<<Giustizia? La chiami giustizia questa?>>
<<...e tu lo difendi!>> continuo, come se non mi avesse interrotto. Poi sospiro teatralmente, e le accarezzo la guancia rigata di lacrime. <<So che vedi del buono in tutti, che ti ostini a credere che le persone non sono cattive anche se te lo dimostrano con chiarezza, ma Homicidal Liu è un mostro, un assassino, non gli importa nulla di te e non ti ama.>>
<<Certo che mi ama!>>
<<No, non ti ama. Lui non può amare. Non è nei suoi geni. Ti avrebbe accusata di una tale oscenità se ti amasse? Ti avrebbe accusata di averlo tradito?>>
Resta in silenzio, il labbro tremulo.
Continuo ad accarezzarla. <<Vieni con me, ti proteggerò e ti amerò come vuoi tu. Torniamo a casa.>>
<<No!>> Strappa via la mia mano dal suo viso. <<Io non vengo da nessuna parte con te! Tu non mi ami, non mi hai mai amata! Ti sbagli su di lui e ti sbagli su di me! Io non vedo del buono in tutti. Non lo vedo in te!>> scandisce, stringendo i pugni.
Sospiro stizzosamente. Questa stupida ragazzina inizia davvero a stancarmi. <<Ora non dire sciocchezze. Sei accecata dalla tua cotta per quel mostro, non vedi le cose con obiettività o ti accorgeresti che lui non ti ama per nulla. Sono io che ti amo, farei di tutto per te.>>
<<Mi avresti lasciata bruciare!>>
<<Mia cara, dolcissima Lorelai… sei carina, ma questo non vuol dire che per salvare la tua bellezza devo sacrificare la mia.>>
La sua mano si dirige fulminea verso il mio volto, nel chiaro intento di darmi un ceffone, ma io la blocco. Ora la rabbia sgorga liberamente nel mio petto e la sento pompare nelle orecchie insieme al sangue. Stringo forte il suo polso fino a farlo diventare viola, ignorando i suoi singhiozzi.
<<Ascoltami bene, ragazzina. Ho sopportato per anni te e le tue lagne solo per potermi infilare tra le tue gambe e tu non butterai tutto all'aria per uno spaventapasseri come quello. Ora torneremo a casa e mi darai quello che mi hai sempre negato finora, mentre lui resterà qui a morire. Forse, in questo modo dimenticherò il tuo comportamento e non subirai le conseguenze della tua insolenza.>>
Faccio un sorriso soddisfatto, fiero del mio discorso. Un sorriso che vacilla non appena vedo il suo, altrettanto appagato.
<<Procurati  una macchina del tempo allora, perché quello che ti ho sempre negato l'ho concesso a qualcun altro.>>
Elaboro la notizia. La vista mi dice ta rossa, le orecchie mi fischiano di rabbia e la mia presa attorno al suo polso si stringe ancora mentre lei geme di dolore, facendomi sentire potente.
<<Troia!>> Con uno schiaffo la scaravento a terra. <<Sei una schifosa puttana! Tu dovevi essere mia!>>
Alza il volto. Sorride vittoriosa, nonostante il rivolo di sangue che le scivola dal labbro spaccato. <<Beh, hai fatto tardi.>>
La colpisco con un calcio allo stomaco, facendola piegare su sé stessa, poi afferro la siringa e inietto il liquido trasparente nella spalla di Lorelai, facendola addormentare. La lascio al limite della radura e vado verso la battaglia. La storia finirà oggi.

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