Una mano mi tocca la spalla, mi paralizzo con le dita bloccate sulla maniglia.
"ehilà" afferma sicuro Luca
Mi volto e gli sorrido, poi con una smorfia, guardandolo negli occhi, lo saluto.
"sei stronza lo sai?" afferma togliendomi la mano da dosso.
"si me lo dicono in tanti"
"se sei contenta te" continua con tono antipatico per poi aprire di scatto la porta della sala relax. Entro dopo di lui e saluto Riccardo sdraiato sulle gradinate con gli occhi socchiusi, lui alza la mano e mi fa cenno per ricambiare il saluto; mi siedo a gambe incrociate su un tavolino e poi guardando lo specchio mi raccolgo i capelli in uno chignon fissandolo con le forcine, metto la mascherina e mi avvio per andare a lezione con la Celentano.
"Camilla" sento una voce squillante chiamarmi. Mi volto e rispondo sicura:" Maria, ciao!" "ciao Camilla, volevo dirti che oggi ha 6 lezioni, 2 con la Celentano, una alle 11.00, cioè ora e l'altra all'una, due con Francesca e una incontrerai Veronica e Lorella. Comunque sul tavolo in casetta trovi tutti gli orari". "va bene grazie mille Maria". Chiuso il collegamento mi volto di fretta per vedere l'orologio *10.52* grado velocemente tutta la stanza per vedere chi mi potesse aiutare, ma l'unico presente è Luca.
"emh biondino, per favore mi vai a prendere gli orari?"
"assolutamente no, il mio nome è Luca" afferma amareggiato.
"ti prego ho lezione fra 5 minuti, finisco si è no alle 12.40, in venti minuti non riesco a tornare in casetta" dico scocciata.
"no, non lo ripeto bellina, non sono qui prr farti da schiavo" dice sarcastico. La cosa mi infastidisce così ribatto a tono:"vaffanculo Luca davvero". Corro in sala dalla Celentano.
"piacere Camilla, sono felice di incontrarti" dice per poi iniziare le prove. Finita le lezione corro in sala relax per vedere se mi avesse portato il foglio ma niente, non c'era... Un po' sono dispiaciuta, pensavo me lo portasse ma sono la solita idiota; con le lacrime agli occhi mollo la borsa in sala relax e torno in casetta correndo.
Entro spalancando velocemente la porta e prendo velocemente il foglio posto sul tavolino di vetro in sala.
Leo:" Cami non vieni a mangiare?"
"nono tranquillo non ho fame e sono in ritardo per la lezione" dico alzando lo sguardo, così facendo noto che sono tutti seduti a tavola a ridere. Ripeto la mia solita frase a bassa voce per convincermi "la danza è sacrificio".
Leo:"come vuoi, che hai fatto agli occhi, come mai sono rossi?"
"no nulla, sono solo nervosa e stanca". Esco correndo dopo essermi rimessa le scarpe; arrivo in sala relax con il fiatone, sistemo i capelli e faccio appena in tempo a bere un sorso d'acqua che sono già nella sala 8.
"come mai in anticipo?" dice una voce squillante.
"oh maestra, sono solo 3 minuti, iniziamo?" chiedo dolcemente, lei fa cenno con il capo e così lavoriamo per altre due ore intense.
"Camilla, quest'ultima volta è venuta male, se porti ciò in scena non vinci."
"mi scusi, ora sono sfinita, ho le vesciche tutte aperte, ho dormito 3 ore e l'ansia non aiuta." affermo a testa bassa.
"Camilla, non era un rimprovero, ora vai in casina e riposati". Annuisco anche se la mia giornata non era finita qui.
Traccio col dito sul foglio il mio nome, lezione con Francesca alle 15.45, ore di lezione: un'ora e 30 minuti. Perfetto subito dopo ho l'incontro con le insegnati.. E poi un altra lezione con Francesca alle 18, dovrei rientrare per le 20.****
Dopo un'ora intensa di latino, sto per incontrare Lorella. Asciugo il sudore camminando a passo svelto per raggiungere l'aula tim, passando incontro Deddy che mi saluta dandomi un abbraccio.
"sono tutta sudata scusa." Accenna una risata e prosegue.
"buongiorno!"
"buonguono maestra"
Dopo una lunga chiacchierata incontro Veronica per mostrarle la coreografia di hip hop..****
Rientro in casina di corsa e mi accoglie Rosa spaventata.
"sei pallida, Cami!" afferma con voce tremolante.
"ma no tranquilla è solo la stanchezza"
Evandro:" mangi qualcosa visto che non c'eri ne a cena ne a pranzo?"
Faccio cenno di no con il capo ed accenno un sorriso a Rosa per poi andare in camera. Cammino lenta fino al letto poi mi sdraio e piano piano mi sento salire la febbre, continuo ad azzittire la voce nella mia testa che mi ricorda di dover mangiare.
L'ansia? Così la vogliamo chiamare? "Coscienza non è ora il momento di farti viva" ribadisco ad alta voce; fisso l'orologio illuminato di un giallo sfosforescente segnare i minuti che passano. Domani ci sarebbe stata la puntata ed ora la pressione si sentiva più che mai.
Mi alzo e appana arrivata alla porta mi gira la testa, poco dopo la mia visto torna focalizzata e mi ri-incammino
Verso la cucina; arrivo e come sempre prendo un bicchiere ci verso del succo di frutta e a sorsetti lo finisco, era una cosa che faceva sempre mio fratello da piccolo.
Sento nuovamente la mia testa girare, sempre più forte finché... Vuoto.****
Pov's Luca
Sto girovagando per casa in ansia per la puntata del giorno dopo, cammino fischiettando una delle canzoni che avevo preparato per il giorno seguente, quando vido davanti a me Camilla, decido in un primo momento di stuzzicarla chiamandola con tono arrabbiato:"Ehilà Camilla", ma lei indifferente non risponde. Mi avvicino e la vero parcollare finché non cade, i miei riflessi mi fanno scattare in avanti afferrandola tra le braccia; "oi", "oi" continuo a ripetere con la speranza di farmi sentire.
Dopo pochi secondi preso dal panico mi metto a gridare:"aiuto, aiuto", in poco tempo tutti si avvicinano a me e respirando affannosamente si preoccupano nell'aiutare Cami.
Interviene veloce un medico chiamato dalla produzione:" fatemi spazio" afferma con voce calma; "che cosa è successo?" continua lui in cerca di informazioni. "non lo so" ribatto a tono impaurito dalla situazione.
"okey Luca, vieni fuori con me" dice afferrandomi per un braccio, spaventato ed in iperventilazione seguo a testa bassa il signore che con se su una barella sta portando Camilla all'aria aperta. Da li ha poco lei si riprende, alzandosi seduta martellantosi la testa con il polso; il signore nel frattempo mi ha fatto sedere sulla panchina bianca difronte all'uscio. "che è successo? Me lo puoi spiegare" racconto l'avvenimento dei fatti con un respiro affannato. "ti sei spaventato?" replica lui per poi farmi segno di continuare delicatamente a respirare in modo più regolare.
"no" affermo sicuro.
Per colpa di un encefalite finii in coma per 7 giorni, ho preso un colpo quando l'ho vista cadere e non rispondermi; ma preferivo tenermelo per me. Le scene che erano riaffiorare alla mia memoria mi avevano riaperto una ferita, sentivo caldo e la situazione non aiutava.
Mi alzo e in modo quatto raggiungo la porta, mi volto verso il suo volto e noto gli occhi brillare, il terrore era espresso sul suo volto. Mi viene la pelle d'oca ed in un secondo decido di entrare, taglio dritto fino a camera mia e, nel frattempo noto che qualcuno ancora era posizionato sugli spalti davanti alla TV aspettando notizie di Camilla. Veloce entro e socchiudo la porta della camera, mi infilo sotto le coperte e cerco di chiudere gli occhi.
I sensi di colpa pervadono la mia mente, avrei dovuto portarle il foglio, non si sarebbe affaticata tanto.. Potevo essere gentile una volta invece che fare il coglione, continuo a ripensare a come l'ho trattata in questi giorni e forse non erano solo le continue battutine o le prese in giro con Martina a turbarmi in quel momento, ma qualcosa che solo lei aveva incentivato, che aveva stimolato, tanto da farla rivivere.
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lui..
RomancePiacere sono Camilla, ho 17 anni, ne devo fare 18 a marzo. Siamo a fine novembre, è un giorno grigio, cupo; uno di quei giorni che ti trasmettono quella sensazione di malinconia, una lieve felicità. Seduta sulla poltrona della mia sala, mi stavo sop...