Mi volto dall'altra parte, lui mi prende il viso con una mano e sposta il mio sguardo su di lui.
"Mangiamo?" mi chiede simulando un faccino dolce, gli faccio cenno di no con il viso e gli sorrido; lui mi sfiora il naso con un dito, poi inizia a mangiare. Dopo pochi secondi inizia a muovere la forchetta verso di me come se fosse un aeroplanino.
"brum, bruumm" dice facendomi ridere, per poi fare una smorfia simulando la faccia di una bimba arrabbiata.
"dai mangialo" afferma buffando, io lo accontento, continuiamo a mangiare e nel frattempo ridiamo, anche se non insiste, mangio qualcosa.
"oddio, scusami" dico pulendogli la felpa con una mano "scusa scusa" ripeto ridendo.
"cosa ridi?" afferma lui.
"niente, niente" dico continuando a ridere.
"la smetti di prendermi in giro?" afferma "Camilla smettila di ridere, ah, non la smetti, va bene l'hai voluto tu!" dice lui per poi iniziare a farmi il solletico.
"nono, fermo, basta" dico soffocata dalle mie risate, lui stacca le mani ed io le sposto ai bordi della panchina, sulla quale sono sdraiata, lui leggermente sporto su di me mi fissa con un sorrisetto; poco dopo avvicina la mano per ricominciare a farmi il solletico ma io lo blocco in tempo.
"uh, bei riflessi girl" dice lui leggermente stupito.
Io ancora sdraiata gli faccio l'occhiolino e poi simulo un faccino dolce.
"ti imbarazzi ancora a stare con me?" afferma lui tornando serio.
"emh, ma no che dici"
"Cami le tue guance non mento mai, ne sei a conoscenza?" dice lui accennando una risata, io d'istinto copro il viso con le mani.
"levale, eddi" dice lui con una vocina triste, poi mi prende il mignolino e leva una mano dal mio volto, allora lo spio dalle fissure che lasciano le mie dita ancora poggiate sul viso; nel frattempo la sua mano continua ad avvolgere la mia, così piccola che si perdeva all'interno della sua stretta.
Mi appoggia l'altra mano sul fianco poi portando sopra la mia testa le nostre mani incrociare mi bacia, un bacio delicato, dolce. Poco dopo con la mano poggiata sul mio fianco mi alzare, facendomi sedere sopra le sue gambe.
"Luca?" gli dico a bassa voce stupita della sua azione.
"scusami" dice lui abbassando lo sguardo.
"oioi, non scusarti, guardami" dico alzandogli il mento di modo che mi potesse guardare; poi lo abbraccio accarezzandogli i capelli.
"davvero, non ti preoccupare" gli sussurro all'orecchio, lui annuisce e poi mi stringe abbastanza forte. Sciolgo l'abbraccio e gli accarezzo viso dolcemente.****
Sono sdraiata a pancia in giù sul letto, sto parlando con la mia migliore amica, Alice, le stavo raccontando come me la passo e lei invece dei rapporti con il suo tipo, purtroppo sono in crisi da un po' di mesi ma nessuno dei due vuole davvero concludere la relazione. Mi spiace perché non so nemmeno come aiutarla non essendo in città, non parliamo molto di solito, siamo più tipe da contato fisico oppure quelle serate nel letto a piangere o ridere per ogni cavolata, ma capirsi su tutto. Lei sa, ad esempio, dei miei problemi con il cibo e quando mi vedeva leggermente felice, o comunque serena, faceva si che saltassimo la scuola per andare "Da Ganna" che il nostro bar preferito, fin da quando siamo piccole. Fanno le migliori brioche al pistacchio, le adoro!
Continuiamo a parlare eppure l'unica cosa che ho in mente è il bacio con Luca, che gli prende, è strano da sta mattina, anche a tavola ha continuato a fissarmi per tutto il tempo, tanto che mi sono alzata ed ho messo il piatto nel lavandino pur di uscire dalla stanza. Forse non voleva darlo a vedere ma ogni due secondi mi sentivo gli occhi puntati addosso ed appena voltavo lo sguardo lui deviava il suo.
È strano, continua ad esserlo, sono stufa di decifrare i suoi comportamenti. Vorrei aiutarlo, ma non mi espone nessun sentimento se non un'immensa confusione, non riesce a capire nemmeno lui cosa voglia.
Saluto Alice, metto una felpa larga e mi dirigo verso lo studio per posare il telefono.
Passo in sala dove sul divano ci sono Aka e Martina che guardano un film, lui le accarezza i capelli e la guarda, poi si china e le da un bacio, lei ricambia; tiro dritto il più veloce possibile, non vorrei interrompere di nuovo un bel momento e ne tanto meno restare un secondo a guardarlo con un'altra.
"Cam, dove vai vestita così?" mi dice Luca dal fondo della stanza.
"a posare il telefono" affermo senza girarmi.
"non esci così, vestiti" dice lui con tono premuroso.
"faccio il cazzo che mi pare biondino" affermo incazzata e con le lacrime agli occhi per poi uscire e velocemente uscendo scendo gli scalini e raggiungendo lo studio a passo veloce."produzione? non so se qualcuno mi sente ma prendo un attimo la saletta 8 per provare, grazie" dico affrettandomi a chiudere la porta, accendo la radio e il pezzo che stanno passando è "Mi Manchi", sembra che qualsiasi cosa faccia mi si ritorce contro; inizio a ballare, sfogo tutto, piango, sudo, mi arrabbio. Poi sdrenata cado a terra fissando il soffitto.
****
"dov'eri Cam?" afferma Luca appoggiato al tavolo.
"mi lasci in pace Luca?" affermo con il magone.
Lui stende il braccio per non farmi passare e dolcemente aggira la mia vita.
"che ti prende?" prosegue lui.
"lo dovrei chiedere io a te" affermo sicura per poi fulminarlo con lo sguardo.
"a me?" chiede lui incredulo.
"si, sto parlando con te, vedi qualcun'altro nella stanza per caso?"
"non c'è bisogno che ti arrabbi eh" afferma lui "cosa mi dovrebbe prendere?"
"ah me lo chiedi pure, bene Luca, siediti" dico ironicamente "cosa ti prende? Bhe vediamo, prima mi vieni a svegliare dopo giorni che non ci guardiamo neanche in faccia, sei dolce, poi inizi a trattarmi male, poi mi baci, poi sparisci per il resto del giorno, ti rifai vivo a tavola prima di mangiare dove continui ad abbracciarmi da dietro mentre cucino, mi rispondi male e dopo poco che fai? Baci Martina, poi inizi a dirmi che devo fare, ora mi aspetti per ore seduto in cucina quando dovresti dormire che domani hai da studiare. Dimmi tu che ti prende, perché io proprio non ti capisco" affermo alzando la voce.
"Cam..." dice lui bloccandosi.
"lascia perdere Luca, lascia perdere" affermo io spostandogli la mano.
"no ora aspetti e fai si che io possa giustificarmi" dice afferrandomi la mano.
"mollami, mi fai male" ribatto, lui mi lascia e poi inizia a parlare.
"e a te Cam che ti prende eh? Ci nascondi le cose, non mi dici niente, come puoi pretendere che la gente ti capisca?"
Io titubante e confusa gli chiedo a cosa si stessa riferendo.
"Cam non fare la finta tonta, la busta.." dice lui abbassando lo sguardo.
"oh mio dio, non ci credo, non ci credo" continuo a ripetere.
"non ci credo, ora ti impicci pure! Non ti bastava la risposta che ti avevo dato quando me lo chiesi? No vero? Evidentemente se non te lo dico e perché non mi importa che tu lo sappia.. Non credi? Pensi di essere così importante da dover sapere tutto?" continuo alzando il tono.
"no, non lo sono. Camilla hai un problema perché non ne hai parlato ti avremmo aiutato?" continua lui sedendosi.
"A DAVVERO? NON LO SAPEVO FOSSE UN PROBLEMA, LUCA STANNE FUORI.. NON SAI NEMMENO DI CHE PARLI" affermo gridando per poi continuare:"cos'altro hai letto?"
"nient'altro giuro" dice lui, io mi allontano e mi chiudo in camera, inizio a piangere, ma perché devo sempre trasformare tutto in lacrime?
Sfrego le mani sugli occhi e poi crollo addormentandomi sul pavimento.
STAI LEGGENDO
lui..
RomancePiacere sono Camilla, ho 17 anni, ne devo fare 18 a marzo. Siamo a fine novembre, è un giorno grigio, cupo; uno di quei giorni che ti trasmettono quella sensazione di malinconia, una lieve felicità. Seduta sulla poltrona della mia sala, mi stavo sop...