Il mio diario di bordo
Viaggio da poco tempo su quel treno che io chiamo Vita eppure ho viaggiato veloce per tutti questi anni, le lancette non si sono mai fermate un momento: gli incubi, i problemi, l'ospedale, i sogni, i sacrifici...
Potrei parlarvi della vita all'infinito eppure vorrei portarvi dove tutto ebbe inizio.Sono sempre stata una bambina diversa, così mi voglio definire? Anzi così è come mi definivano loro, gli altri.
Ero quella bambina ingenua che quando si giocava a nascondino rimaneva nascosta tutto il tempo perché nessuno la cercava, quella che a scuola aveva tutti voti alti poiché l'unica cosa che faceva era studiare, quella bimba che allora non si rendeva conto di nulla, così buona da non accorgersi che non era corretto il comportamento degli altri. Poi arrivarono le medie, un periodo buoio per chiunque, sono quei tre anni che chiunque vorrebbe dimenticare, anni dove un po' tutti soffrono, chi più chi meno; purtroppo le cose non cambiarono, anzi tutto peggiorò. Giravano un'infinità di voci, chi più ne aveva ne metteva, fu lì che nacque il mio "problema" con il cibo, entrai in una sorta di depressione, non dormivo per giorni interi finché non crollavo sfinita, mangiavo sempre meno e non frequentavo più nessun posto tranne la sala da ballo, ci passavo la maggior del tempo, chiusa in 4 mura, muovendomi a ritmo di mille melodie diverse. Passavano i giorni ed io non facevo altro che piangere, avevo smesso anche di andare in sala, non volevo più ballare, le voci erano giunte fino a lì ed ora anche le mie uniche "amiche" mi ripetevano tutto il giorno diversi insulti. Fu però in quel momento che conobbi il mio migliore amico, Mattia, era alto, biondo, aveva gli occhi chiari e anche lui ballava; lo vidi in una delle sale della scuola, una giorno dopo aver ricevuto diversi insulti stavo correndo in bagno ma la mia attenzione fu richiamata da una musica classica, leggera e delicata, la più dolce che avessi mai sentito, accostai così l'orecchio alla porta portando poi il mio sguardo alla fessura della serratura, spiando lo vidi. Da lì in poi lo guardai sempre, per tutte le lezioni era difatti l'unico motivo per cui andavo in sala; avreste dovuto vederlo, si muoveva in modo così leggero e naturale che sembrava una cosa innata. Pochi mesi dopo nacque la nostra amicizia, nonostante le voci lui si avvicinò, mi chiese il nome e mi invitò a ballare un lento, fu l'appuntamento più bello che potessi vivere, alla fine ci ritrovammo a ridere sdraiati a terra. Sto usando il passato ed avevo già illuso prima ad un'affinità con la storia di Tancredi perché ad oggi Mattia non c'è più.. Mi ha lasciato l'anno scorso ed è soprattutto per lui se sono ad Amici è vero, è anche un mio sogno, ma è sempre stato il suo e non ha potuto realizzarlo, ora voglio farlo io per lui. Voglio far si che lui possa danzare dentro di me, così come faceva in quella saletta da solo al fine di diventare il migliore, al fine di essere all'altezza. Il giorno del suo funerale l'ho ancora impresso, lo rivivo ogni giorno, ogni notte, i miei incubi sono incentrati su di lui, ed oramai è così da quasi due anni. Ricordo che quella mattina, provai a truccarmi, la mia pelle era completamente sfregatata dalle lacrime, i miei occhi non collaboravano tanto da far colare il mascara sporcandomi le guance; so che lui non avrebbe voluto vedermi così, vorrebbe vedermi sempre sorridente.
Una delle volte dove eravamo in vacanza dopo gli stage, stavamo passeggiando sulla spiaggia e iniziammo a discutere sul come vedo la vita, per me è tutto in bianco e nero, non esistono i colori, non esistono l'emozione positive, esistono solo per coloro che possono permettersele; per me c'è sempre stato il buoio e ci sarà per sempre. Fu lì che lui, come ogni giorno cercò di farmi capire che non era così, ricordo ancora le parole come se fosse lui a dirmele, ricordo la sua voce..
"fammi un promessa, ogni giorno la sera prima di andare a letto mi scriverai un messaggio, dove mi racconti cosa hai fatto nel giorno e quante emozioni positive hai provato, se non ce ne dovessero essere mi descriverai quelle negative."
Non gli scrissi mai, non ero abituata a "pesare" sugli altri.. Ci fu un'unica volta in cui gli mandai il messaggio e fu una delle ultime sere che avrebbe potuto rispondermi ma lui si limito al silenzio, ed in quel contesto era completamente corretto, avevamo litigato, le ultime nostre parole furono dei chiarimenti anche perché a noi bastava un abbraccio, un segno, un gesto, uno sguardo per capirci, ci comprendavamo al volo."Oi, ciao.
È da tanto che non digito il tuo nome sulla piccola tastiera del mio telefono, un tempo che calcolato in ore diventa un'eternità.
Volevo solo dirti una cosa, non so se ti interessa, non so nemmeno se la ricordi, ma l'idea mi piaceva, non so cosa spero di sollecitare in te, forse nulla, non per forza ogni azione deve avere una sollecitazione; anche se mi risulta difficile crederlo.
Ho pensato molto a cosa dire e a cosa farmene di questo messaggio, ho pensato se inviartelo, se scriverlo, se mandartelo aveva un senso, e poi mi sono detta.. Ma si perché non farlo? Alla fine cosa ci perdo? Forse questo non risolverà le cose tra di noi, forse non torneremo nemmeno amici ma ecco resta comunque un tentativo, almeno per recuperare il salvabile...
Tu parti domani e forse non ci rivedremo mai più, ora a me non importa diventare migliori amici, è anche impossibile viste le circostanze, mi interessa chiudere in tranquillità...
Sto divagando. Lo so, me ne rendo contro.
Non ero qui per dirti nulla di tutto ciò...
Insomma, oggi come è andata? È la domanda che mi pongo tutte le sere da oramai due mesi, alla quale riesco sempre a trovare una risposta diversa, non ne esiste una uguale ad un'altra.
Bhe oggi non è andata male, non sono stata felice, ma non ero nemmeno triste; forse oggi è riassumibile con un fare malinconico.. Oggi mi sono guardata intorno ed ho visto tutto uguale a quando sono arrivata, poche persone, due o tre amici, che allora non si potevano definire tali, tutto abbastanza deserto.. Ma poi mi sono accorta che mi sarebbe bastato voltarmi per rendermi conto di quante cose ho passato quest'estate, di quante avventure, di quante amicizie, di quanti ricordi.. Mi è bastato fantasticare poco più di qualche secondo per sentire la malinconia di tutto quello che tra un po mi lascerò alle spalle.. Ma questa rimane un'altra considerazione.
Ho riso poco, forse c'è stato solo un piccolo momento in cui nella mia testa non c'era niente apparte la bellezza d'essere tranquilla.. Si è no oggi avrò sorriso 3/4 volte, giusto per i complimenti ricevuti e per la serata passata con Alice.
Ora come ora vorrei tornare indietro e ritrovarmi li in sala, rubarti la giacca, ridere per le battute stupide ed ignorati che facevamo, guardarti danzare, ritornare alle prime armi con i passi che con molta insistenza mi hai insegnato.. Li si che ero spensierata, certo un po di pensieri c'erano sempre, ma molti, molti meno rispetto ad ora.
Lo sto rifacendo di nuovo, sto divagando.
Mi andava di condividerlo con te, non so perché ho scelto proprio oggi, non volevo nemmeno farlo, non so che mi ha spinto a scrivere questo messaggio.."Era una di quelle mattinate cupe, erano le 4:30 di mattina e pioveva abbastanza forte, fissavo fuori dalla finestra, sdraiata sopra dei cuscini bianchi. Mi mancava, mi mancava tutto di lui ma soprattutto il suo essere costantemente premuroso.
Pochi mesi dopo la sua morte l'unica cosa che fui in grado di fare fu cambiare, lasciarmi alle spalle tutto il mio passato ed ascoltare i suoi consigli, quelli che fino ad allora non avevo preso in considerazione, così mi tinsi i capelli di rosso, lui mi ripeteva sempre quando mi sarebbero stati bene visto il colore dei miei occhi ossia il verde e li tagliai a caschetto. Iniziai a divertirmi, ad uscire un po' di più e ad andare in sala tutti i giorni, così con molta determinazione mi sono preparata e dopo diversi tentativi sono riuscita ad entrare ad Amici, ma questa è una storia che già conoscete...
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lui..
RomancePiacere sono Camilla, ho 17 anni, ne devo fare 18 a marzo. Siamo a fine novembre, è un giorno grigio, cupo; uno di quei giorni che ti trasmettono quella sensazione di malinconia, una lieve felicità. Seduta sulla poltrona della mia sala, mi stavo sop...