È la fine?

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Sono in sala, si sta avvicinando la prossima puntata ed oramai siamo a marzo e presto inizierà anche il serale; ancora non si sa nulla su come funzionerà, quanti posti ci siano a disposizione ne tanto meno come ci si possa  accedere, il che mi suscita un po' d'ansia.
"buongiorno Camilla" afferma la Celentano entrando in sala.
"buongiornoo maestra"
"da quanto tempo stai provando?" chiede lei, io un po' stupita rispondo:"saranno poche ore!"
"sono le 6 di sera" replica lei, mi volto di scatto la testa verso l'orologio, ed in effetti sono le 18 passate...
"ah" esclamo a bassa voce.
"sei qui da stamattina, non hai mangiato, non ti sei fermata un attimo, ti rendi conto che sono quasi 10 ore che ti alleni? Questa cosa non va bene, non va bene per il tuo corpo, non va bene a livello psicologico!" afferma alzando il tono.
Mi affretto a replicare:" mi scusi"
"io non sono qui per farti la ramanzina, per quello hai dei genitori, io non mi permetto.. Ti sto dicendo che ti stanchi e poi in studio non darai il meglio di te, se ci arrivi sfinita come pensi di poter prendere la maglia?"
"ha ragione, ora mi preparo e torno in casetta" affermo abbassando lo sguardo; poco dopo lei lascia la sala, così decido di provare un'ultima volta. Non sono pronta, se esco ora da questa sala non mi preparerò più, non sarò mai pronta per affrontare a livello interpretativo queste coreografie. E ora il momento di scaricare tutta la rabbia, il mio dolore.. Non posso mollare; provo una volta, poi un'altra ed un'altra ancora così facendo perdo nuovamente la condizione del tempo. Solo quando si ferma la musica dell'ultima coreografie che stavo provando, mi fermo anch'io con essa, sia fisicamente che mentalmente, tornando alla realtà, fisso il mio riflesso allo specchio, sono completamente sudata, ho il trucco sbavato e i capelli disordinati, le mie condizioni sono pietose, ma rispecchiano ciò che ho dentro, il "mio" mostro, colui che giorno dopo giorno si stava portando via la mia vita. Poco dopo alzandomi da terra sento il mio ginocchio scroccare; mi accascio toccandolo e da lì a pochi secondi il dolore passa, mi tornano subito alla mente le parole della maestra, con uno scatto guardo la colonna dov'è si trova l'orologio e noto l'ora, *10:30*.
"cazzo" dico portandomi una mano alla bocca, preoccupata mi alzo e afferro il borsone, ma mentre torno in casetta il dolore alle gambe si fa sempre più forte, tanto che inizio a piangere; a passo lento e zoppicando riesco a raggiungere la porta, lascio cadere il borsone e distrutta entro; Aka mi si precipita addosso ed inizia a portmi mille domande.
"Cami, dove sei stata? Cosa è successo? Perché piangi? Che hai? Cosa hai fatto oggi? Come mai non hai mangiato? Stai bene?"
Io lo prendo per mano e lo porto in bagno.
C:"sono stata in sala tranquillo"
L:"ma come tutte queste ore? Sei pazza?"
Decido di non rispondere alla domanda che mi aveva appena rivolto, sapevo già fossero una costatazione posta sottoforma di domanda, così replico cercando di dare una risposta a tutte quelle che invece mi aveva posto precedentemente:"no, non sto bene, mi fanno malissimo le gambe, in particolare mi fa un gran male il ginocchio, non riesco a metterci peso sopra e mi fanno male i piedi, più precisamente i talloni. Queste non sono lamentele, ti sto solo rispondendo, non ti preoccupare, sono cose normali e passeranno."
L:" la smetti di fare la forte? Ti si legge in faccia che sei sofferente, sembra ti abbiano bastonato, smettila di giustificarti, sono io.."
Lui mi fa sedere su una sedia e mi fa poggiare i piedi sul lavandino, poi piano mi toglie le calze ed afferma preoccupato:"Camilla, cosa hai fatto a questi piedi?"
"ciò danzato sopra?" dico ridendo essendo una cosa scontata, invece lui si fa serio e arrabbiato afferma:"emh, sei impazzita, guarda le vesciche!"
C:"Luca sono cose normali, può succedere" anche se mi spavento un po', in effetti sono enormi.
Mi alzo e lo sposto, poi inizio a medicare i talloni, fascandoli con diversi cerotti, mi sale un po la malinconia, di solito lo faceva sempre mamma, amavo quando si prendeva cura delle mie ferite dopo le lezioni; poi applico uno dei cerotti per i muscoli sopra il polpaccio sinistro il quale mi stava procurando diversi fastidi e poi mi risiedo, lo fisso per un po', sembra davvero preoccupato ma non riuscivo a capirne la causa; capisco all'inizio visto che non mi vedeva da tutto il giorno e non ho mangiato nulla ma ora non riuscivo a cogliere le sue preoccupazioni.
"Cami, non stai bene, guarda il tuo ginocchio, è gonfio" dice lui abbassando la voce, io abbasso lo sguardo ed in effetti è parecchio gonfio, applico dell'arnica e nel frattempo cerco di rassicurare Luca.
"dai amore vieni" gli dico afferandogli la mano.
L:"no Cami, fermati, mi dici che succede? Ti prego parlamene, parliamone"
"non ho nulla?!" replico stupita.
"non è normale, fermati, guardami, oggi non hai mangiato nulla, sei stata da sola tutto il tempo, si vede palesemente che hai sofferto, hai ballato così tanto da farti male, cosa dovevi sfogare? Che problemi ci sono?" afferma lui di sua risposta, non ha tutti i torti, ma ormai è tutto già passato, non devo riaprire nulla altrimenti il mio attuale dolore non sarebbe servito a nulla; mi avvicino e lo abbraccio.
C:"ascoltami, ora non è più importante, ti prometto, te lo giuro, che la prossima volta vengo a parlarti, ora non c'è ne bisogno davvero".
Lui mi guarda ed annuisce, poi mi prende in braccio ed inizia a farmi girare come una trottola.
"Luca fermati, ti prego" dico ridendo, lui si ferma ed io lo guardo, sono immensamente innamorara di lui, non saprei nemmeno quantificare quanto lo amo.
"dormiamo insieme?" gli chiedo con un visino ed una vocina dolce, come per persuaderlo, lui annuisce e poi mi porta nel letto.
"buonanotte principessa" mi dice dandomi un bacio sulla fronte.
"notte lú" affermo, prima di spegnere la luce sul comodino gli stampo un bacio per poi rannicchiarmi sul suo petto.

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