*Amici speciale*
Siamo tutti seduti in cerchio, così sa poterci guardare in faccia.
"ragazzi allora oggi facciamo un gioco" afferma Maria.
Incuriosita ascolto ciò che ci propone.
"allora tutro chiaro?" chiede Maria assicurandosi che sia così, noi tutti annuiamo.
"prima domanda, ognuno di voi deve dire un pregio a 3 persona presenti; inizia tu Tommy"
"parto da Martina, di lei mi piace la sua dolcezza e la sua sensibilità. Raffaele: è molto simpatico, ha un gran senso dell'umorismo anche se a volte si chiude in se stesso. Ed infine Camilla, amo la sua solarità e sempre positiva!" afferma Tommaso, io gli sorrido di modo da ringraziarlo.
" vai Rosa tocca a te" dice Maria voltandosi verso di lei.
"umh okey, allora, di Deddy adoro la sua sincerità, il suo essere genuino; di lola il fatto che sia un po' bimba e che ha questa capacità di farti dimenticare di avere un'età ed infine Martina: di lei amo la disponibilità."
Ascolto attentamente tutto ciò che pensano i miei compagni fino al mio turno.
"Cam, tocca a te" dice Maria richiamando la mia attenzione puntata sulla mano di Aka intrecciata in quella di Martina..
"uhm, ehm" affermo per poi sospirare "allora, ma Mary, non posso dirne uno a tutti? E brutto dover scegliere!"
"no Cam, devi dirimente tre, quelli che preferisci far sapere." mi dice lei seria.
"va bene, adoro la dolcezza di Enula, la semplicità di Gio e la forza di Rosa."
Poco dopo entra Gianny, un tecnico, che ci fornisce dei biglittini bianchi.
"qui dovrete scrivere un vostro pregio ed un vostro difetto, avete venti minuti dopo di che ne condividiamo alcuni."(il mio messaggio)
Come iniziare? Non saprei da dove partire, non perché sono perfetta oppure troppo imperfetta per trovare qualcosa di positivo o negativo. La mia mente non viaggia per pregi e difetti, tutti noi siamo imperfetti, ma siamo così belli per le nostre imperfezioni che se dovessimo migliorarle cesseremmo di esistere. Tutti noi siamo nati per sbagliare, per imparare, per imparare ad essere perfetti nella bellezza della diversità, e forse è per questo che guardo Enula ed amo ciò che porta, come si trucca; mi trasmette quella semplicità e quella tranquillità nel stare al centro dell'attenzione che dovremmo avere tutti.
Ciò che voglio dire ai miei compagni ed anche a me stessa è di non aver paura, non parlo solo del percorso che stiamo affrontando qui dentro, parlo della vita. Non abbiate paura ne di chi siete ne di chi vorreste essere, smettetela di farvi paranoie, l' imperfezione esiste ed è normale quasi più della perfezione, quasi più della positività. Avere paura significa limitarsi, vuol dire rinchiudersi in quelle 4 mura che nascondono ciò che sei; che nascondono la bellezza della vita, della vostra vita.
Entrare nella vostra esperienza è stata una delle cose più belle che potesse capitarmi, entrare la sera in casetta mi ricorda che l'umanità esiste, che anche se siamo peccatori, nel senso che siamo nati per sbagliare, chi più chi meno, esiste ancora la semplicità e la dolcezza. Non perdete mai questa forza, questa armonia, entrare qui dentro significa vivere; non sto parlando del luogo, che per quanto mi arricchirà non sarà lo stesso di quanto possiate fare voi. Sembra una cosa banale, ma pensate a quando leggeremo questi messaggi, come potremmo sentirci? Io, ad esempio, so già che sarò imbarazzata e fino all'ultimo sperpero che Maria non mi chiami; magari qualcuno di voi si aprirà e racconterà un po' di sé, che aiuterà noi a relazionarci con un approccio diverso..
Visto che sono sicura che Maria mi chiederà il mio pregio ed un mio difetto terminerò con il dire che dovrei imparare a non pensare, a non farmi paranoie.. Ciò che gli altri pensano dovrebbe smetterla di toccarmi così da vicino. Spero invece che la mia sensibilità possa essere un pregio per tutti coloro che sono soli, che soffrono, per tutti coloro che avranno bisogno di me.Finisco di leggerlo ad alta voce, mi tremano le mani, in piedi davanti a loro è come spogliarsi di tutto senza togliersi nulla.
"Cam, hai scritto una cosa bella, non credi?" mi chiede Maria facendomi segno di sedermi.
"non so, non condivido mai i miei pensieri, è strano che qualcuno possa averli sentiti, solitamente litigano all'interno della mia testa ed è raro che io provi a spiegare una concezione soprattutto a persone che non conosco" affermo abbassando il tono.
"ma Cam, tu hai scelto un lavoro che ti porta ad esporti lo sai vero?" afferma Raffaele, io annuisco per poi abbassare il viso.
"Luca leggi il tuo?" dice Maria, lui si alza e schiarendosi la voce inzia a leggere.
"non parlerò di me, ma di un ragazzo, un ragazzo sensibile, pieno di fragilità e di paure, un ragazzo che oggi non esiste più o almeno non più per le persone; un ragazzo che oggi è un altro, ancora pieno di difetti e di imperfezioni, colui che sa piangere e sa stare male ma non è in grado di non mantere una corazza. Un ragazzo che sicuramente è se stesso al 100% in qualunque momento, ma che ora non è lo stesso di tempo fa. Un ragazzo che a volte non sa controllarsi e ferisce chi ha di fronte, indipendentemente dal voler farlo oppure no."
Si ferma alzando il volto verso di me, abbasso lo sguardo, incrociare il suo in quel momento mi avrebbe impanicata, lui prosegue:
" un ragazzo che poco tempo fa a ritrovato se stesso, quella persona, quel carattere che lo avevano abbandonato da tempo; un ragazzo che ora pensandoci sapeva cosa aveva risvegliato quel lato di lui che era cessato di esistere. Vi parlerò di un semplice ragazzo..." termina lui sfregandosi l'occhio sinistro per non piangere.
"grazie Aka, Sam ti sei emozionato?"
Sam asciugandosi con la mano il viso annuisce si gira verso Luca e sorridendogli.****
Rientriamo in casetta ed io entro subito in camera sfinita dalla giornata, nella mia testa girano diverse paranoie mentre sono sicura che nessuno di loro stia ripensando a ciò che ho detto eppure i pensieri sono più forte di qualsiasi cosa.
Mentre levo la maglia per cambiarmi sento sbattere la porta alle mie spalle...
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lui..
RomancePiacere sono Camilla, ho 17 anni, ne devo fare 18 a marzo. Siamo a fine novembre, è un giorno grigio, cupo; uno di quei giorni che ti trasmettono quella sensazione di malinconia, una lieve felicità. Seduta sulla poltrona della mia sala, mi stavo sop...