6 "COSA VUOI?"

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Ottobre 1977

Settembre aveva lasciato il posto a Ottobre, le foglie ingiallivano e cadevano colorando d'autunno il parco di Hogwarts. Le ronde di Lily e James proseguivano bene come la prima ma, se per il ragazzo quelle ore passate con lei erano dei passi avanti, per la ragazza era semplicemente una tregua per passare quelle ore insieme in maniera civile. La scuola quella mattina si svegliò con una piacevole notizia: la prima data a Hogsmeade infatti era apparsa nella bacheca degli annunci.

"Oh no, ora Potter riprenderà a tormentarmi chiedendomi di uscire, lo faceva già prima, figuriamoci ora che ci sono le date." 

"Mi sembrava di aver capito che stavate andando d'accordo" ricordò Emmelline. 

"Sì, chiacchieriamo ma non siamo amici, non sono pronta a uscire con lui, cerchiamo di andare d'accordo perché siamo obbligati a stare insieme durante quelle ore, perciò anziché litigare proviamo a collaborare, ma è sempre Potter." 

"Okay, ma lui lo sa?" 

"Che cosa, Marl?" 

"Che per te non c'è niente di più?" 

"Certo che lo sa! Cioè, non gliel'ho detto esplicitamente ma lo sa, non gli ho mai dato speranze." 

"Appunto!" Lily la guardò senza capire. 

Lily, l'hai detto tu stessa, per anni non gli hai mai dato speranze e ora invece parlate tranquillamente senza litigare, in maniera civile. Non pensi che questa sia una speranza per lui?Ascolta, Lily, io conosco James, giochiamo nella stessa squadra, è il mio capitano, siamo amici. Posso capire il non sopportarlo, non volere avere nulla a che fare con lui, ma non illuderlo, ci soffrirebbe e basta." Lily annuì. "Bene, andiamo a colazione adesso" Disse Marlene. Le ragazze scesero a colazione, i ragazzi erano già arrivati.

"Buongiorno, Evans."

"Buongiorno, Potter" rispose Lily un po' imbarazzata dalla conversazione con Marlene. La colazione proseguì tranquillamente e Lily si rilassò: non solo James non le aveva chiesto di andare ad Hogsmeade ma non dava segni di aver frainteso. La campana suonò e i ragazzi si recarono a lezione.

"Evans? Ehi, Evans". James le correva dietro chiamandola e Lily si voltò.

"Sì, Potter?"

"Vuoi venire ad Hogsmeade con me?" Ecco, lo aveva fatto.

"No, Potter, no, è sempre stato no, perché ora dovrebbe cambiare?" James fece una faccia confusa. 

"Beh, io pensavo che..." 

"Che cosa, Potter?" lo interruppe. "Che siccome chiacchieriamo per un paio di ore durante le ronde siamo amici? No, non siamo amici, Potter, ci stiamo solo rapportando in maniera civile. Non bastano quattro chiacchiere per fidarmi di te, non mi fido ancora di te."

"Ma perché dici così? Stava andando bene, cosati ho fatto, adesso?"

"Mi dispiace ma ti sei fatto false speranze e stiamo dando un'impressione sbagliata". 

"O certo, Non sia mai che la gente dica, o semplicemente pensi che noi stiamo insieme" 

"Ma noi non stiamo insieme, Potter!"

"Non certo per mia scelta!" urlò James arrabbiato. "Tu non ti fidi dime, perché mi vedi ancora con gli occhi di  Piton! Non importa quante notti parleremo, tu mi vedrai sempre in modo sbagliato, mi respingi e io non potrò fare niente finché continuerai a vedermi come mi vede lui. come mi vede la persona che ti ha offesa, tradita. "Era furioso. 

"Smettila, ti prego, non dire così." Non riuscì a guardarlo. 

"GUARDAMI, DANNAZIONE!" Lei si girò e lui vide le lacrime rigarle il viso. "Mi uccide vederti piangere, vederti soffrire. Mi spezza il cuore e vorrei solo poterti abbracciare ma tu non mi vuoi e non mi vorrai mai." Non gridava, ma sarebbe stato meglio se lo avesse fatto. "Potrei avere mille cambiamenti. Potrei diventare l'uomo migliore del mondo ma non servirà a niente perché per te è inconcepibile poter essere anche solo amici. Cerca di capire cosa vuoi, Evans, io mi sono stancato." Lei scivolò a terra piangendo, sentì James tirare un calcio ad una porta. James entrò nel dormitorio.

"Ehi, Jamie, che succede? Chiese Remus vedendo l'amico arrabbiato. James si gettò sopra il letto e i compagni lo seguirono. "Jamie?" Sirius gli poggiò una mano sulla spalla. "Non tenerti tutto dentro. Spara" James raccontò l'accaduto agli amici "Quella ragazza non ti capirà mai, James" disse Sirius arrabbiato. "Davvero, non riesce a vedere come sei dentro. Ti sei innamorato della persona sbagliata."

Nel dormitorio femminile l'aria era altrettanto tesa. Lily era entrata in camera piangendo e aveva raccontato alle amiche l'accaduto. Lily era seduta sopra il letto di Alice che la teneva stretta, Marlene invece le passava una mano sulla schiena, le altre ascoltavano in piedi davanti al letto.

"Sapevo che avrebbe frainteso." disse Marlene 

"Ma è proprio per questo che ho cercato di mettere in chiaro le cose."

"Lo so, Lily, e hai fatto bene a voler chiarire, ma credo che il problema non sia questo, ma come lo hai fatto. Forse dovevi avere un po' di tatto in più."

"Ma non ho fatto nulla di più di quello che ho sempre fatto, anzi, sto cercando di andarci d'accordo." 

"E' proprio questo il punto. Le cose tra voi sembrava stessero cambiando e lui si è illuso che nascesse qualcosa di più, è per questo che questa voltaci è rimasto male rispetto alle altre volte. Perché aveva qualcosa da perdere: te, il tutto ingigantito dal modo in cui lo hai fatto. Segli avessi spiegato con calma, forse sarebbe stato meno doloroso. Ci sarebbe rimasto male ma avrebbe capito."

"Forse Marlene ha ragione Lily" disse Alice. 

"Lo so." Rispose lei accucciandosi ancora di più ad Alice. "Ho bisogno di prendere un po' d'aria, ci vediamo dopo" Uscì dalla stanza diretta al parco e una voce la chiamò. 

"EVANS." "Black" "Dimmi, Evans, tu ti rendi conto di quello che fai? Di quello che dici? Ti passa per la testa che le tue azioni possano ferire?" 

"Black, io..." tentò ma Sirius non la stava ascoltando. "CHI TIDA IL DIRITTO DI GIOCARE CON I SENTIMENTI DELLE PERSONE? CHI TI RENDECOSI SPECIALE?" Era furioso. 

"Black, io volevo solamente chiarire alcune cose, Potter ha frainteso, ha creduto in una cosa che non esiste." 

"E a te sembra un buon motivo per ferire una persona? Ti stava solo invitando ad uscire" Sirius aveva toccato un nervo scoperto. Ciò che aveva detto era infatti esattamente ciò per cui Lily si sentiva in colpa. Era vero quello che dicevano, era lei ad aver sbagliato 

"Una persona che non ha fatto altro che andarti dietro per anni sperando in un sì." Continuò il ragazzo. 

"Ho tutto il diritto di dire di no?"

"Ma non hai il diritto di umiliare, di offendere, di ferire." La guardò negli occhi. "Sì, magari James spesso tende ad esagerare ma perché ti ama davvero, Evans. Non l'ho mai visto così con nessuna. E tu non hai fatto altro per tutti questi anni che trattarlo come una nullità. Prova ad essere meno egoista e a tenere conto anche dei sentimenti altrui oltre che dei tuoi Evans. Così forse potrai capire che cosa prova James da anni." Sirius si voltò e andò via, lasciando Lily sola nel corridoio con il suo senso di colpa, un po' vergognata del suo comportamento. Si asciugò una lacrima, poi si voltò e corse via. Durante il resto della giornata Lily provò ad evitare James a tutti i costi, sapendo di avere esagerato, ma aveva paura ad affrontarlo. Sapeva che non avrebbe retto a quello sguardo ferito che lei aveva provocato.

FINO ALLA FINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora