Il lunedì mattina arrivò. Il vento del giorno priva aveva lasciato posto al sole, il cielo azzurro splendeva sopra il castello. Nemmeno quella notte Lily era riuscita a dormire. Si alzò senza fare rumore, si vestì e lascio il dormitorio, passò davanti alla Sala Grande ma non ci entrò. Raggiunse il parco e si accovacciò sotto una grande quercia. Da lì riusciva a vedere tutto il parco, la capanna di Hagrid al limitare della foresta e le sponde del lago nero. Sentiva gli studenti alzarsi dai loro letti e scendere a fare colazione in Sala Grande. Ogni tanto qualche ragazzo passeggiava lungo il parco ma lei non ci badò. Dopo un po' senti dei passi avvicinarsi e si voltò. James si stava avvicinando con passo deciso. Gli occhi nocciola brillavano al sole. I capelli spettinati le mani in tasca, la sciarpa attorno al collo, la cravatta lasciata morbida e la camicia fuori dai pantaloni. Lily si rese conto di quanto fosse bello. Lo aveva sempre saputo, ma quel giorno ci fece più caso.
"Posso?" chiese lui e Lily annuì.
"Un bel panorama, no?"
"Già..." "Che ci fai qui tutta sola?"
"Ero venuta a pensare'. Tu invece?"
"Io volevo parlare con te." Si passò una mano fra i capelli come faceva spesso. Quel gesto che in generalmente innervosiva Lily, stavolta la intenerì. "Sai che abbiamo alcune cose di cui parlare, vero? È inutile continuare ad evitarci, prima o poi ci troveremo uno di fronte all'altro e non potremo scappare."
"Sì, lo so" disse la ragazza guardando a terra. "Non possiamo evitarci per sempre. Dobbiamo parlare, anche se ammetto che è quello che ho provato ad evitare finora.
Ma dai! Non avevo intuito. Ogni volta che mi vedi corri via oppure non mi degni di uno sguardo. Anche ieri in Sala Grande, o ai Tre Manici di Scopa."
"Per favore, non rendere tutto ancora più difficile" lo pregò.
"Perché non dovrei? Infondo è quello che hai fatto tu in tutti questi anni. Sempre, ogni giorno, non hai fatto altro che urlarmi addosso, per ogni minima cosa, per ogni gesto, anche il più carino, anche quando ti ho difesa, tu non facevi altro che urlare, ed è quello che fai ancora. Non credi che questo renda qualunque mio tentativo difficile, se non addirittura impossibile?"
"Hai ragione." Lily lo sputò tutto d'un fiato. "Ma ti prego, ascoltami un attimo." James annuì e le fece cenno di continuare. "Sono stata una stupida. Mi sono comportata da egoista e mi dispiace davvero, credimi, non volevo ferirti. Ci penso da quand'è successo, ci ho pensato tutta stanotte e quella prima. Mi sono messa nei tuoi panni e ho capito come puoi esserti sentito tu. Ho incasinato tutto. Ero spaventata. Ti ho odiato per anni e poi mi rendo conto così improvvisamente che sei cambiato e sai anche essere gentile. E questo distrugge tutto ciò di cui ero sicura Ti odiavo perché Severus ti odiava."
"Dopo tutto quello che ti ha detto tu lo chiami ancora Severus?" James iniziava a perdere il controllo.
"Per favore, fammi finire." Il ragazzo le fece cenno di andare avanti. "Dicevo. Lui ti odiava e da migliore amica lo facevo anche io, lo facevo perché gli volevo bene e non mi piaceva vederlo stare male, lo vedevo soffrire per mano vostra e questa cosa mi metteva rabbia, in più lui alimentava questa rabbia ogni giorno, con ogni occhiataccia che vi lanciava quando vi vedeva, per ogni frase che vi diceva, e voi facevate lo stesso. Quando tutto è finito quel giorno a i G.U.F.O io ho dato la colpa dell'accaduto a voi, pensavo che fosse colpa vostra se la nostra amicizia era finita. E per gli anni successivi ho continuato a ritenervi i responsabili, ho buttato la mia rabbia su di voi e su dite in particolare." Fece una pausa. "Non mi rendevo conto, però, c he anche se provocato, ciò che mi ha detto lo ha detto lui, lo pensava. È per questo che quando ho visto un approccio tra di noi, quando ho visto il tuo cambiamento, ho avuto paura. Non riuscivo a credere che potessi essere diverso da ciò che credevo. Ero confusa, spaventata e ho scaricato nuovamente tutte le mie emozioni negative su di te." Iniziò a piangere e James sentì pian piano la rabbia scemare, non sopportava vederla piangere. La ragazza continuò. "Purtroppo spesso divento impulsiva, le mie emozioni tendono ad offuscarmi la mente, non ragiono più e, quando mi riprendo, mi rendo conto di aver ferito qualcuno. Ti chiedo nuovamente perdono e te l'ho chiederò ancora, mi dispiace, mi dispiace per tutte le volte che ti ho urlato addosso, per tutte le volte che ti ho ferito, per tutte le cose che ti ho detto. Quello che mi succede dentro è un problema mio, non tuo, e quindi devo smetterla di buttarlo addosso a te. Vorrei proporti di ricominciare. Se mai tu volessi ancora provare a conoscermi. Non stò pretendendo nulla. Sono l'ultima a poter pretendere qualcosa da te, dopo tutto quello che hai passato per colpa mia, dopo tutto quello che ti ho fatto pass..." Senza preavviso James l'abbracciò.
"Non ci sarà mai una sola volta in cui io non accetterò delle scuse da parte tua." Le disse quasi sussurrando. Lily singhiozzò e poi scoppiò in lacrime tremando lievemente. La sua stretta aumentò attorno al braccio del ragazzo che ridacchiò. "Evans, sei diventata un Koala o vuoi solo staccarmi un braccio? se proprio devi fallo con il sinistro, questo è quello che uso per catturare il Boccino."
"No, non voglio staccartelo" sorrise lei con il cuore più leggero. Anche il petto di James si alleggerì. Guardarono l'ora e si avviarono al castello.
"Senti, so che sei stanca di sentirtelo chiedere, ma visto che abbiamo deciso di ricominciare e di provare a conoscerci davvero, ci verresti ad Hogsmeade con me? Dammi solo una possibilità, esci con me una volta, se va male ti giuro che non te lo chiederò più.
"D'accordo, ci vengo. Proviamo"
"Cos'hai detto?" chiese James incredulo.
"Ti ho detto di sì, Potter."
"Questo è il giorno più bello della mia vita"
"Addirittura!" La campana suonò. "Ora devo andare. A dopo, Potter." Si allontanò correndo.
"Ma se iniziassimo a chiamarci per nome?" le urlò dietro il ragazzo, ma Lily non lo sentì. La guardò sparire nella scalinata e felice come non lo era da giorni e si diresse in classe per la prima lezione della mattinata. A ora di pranzo Lily, che seguiva delle materie in più, si diresse in Sala Grande.
"Potter" lo chiamò.
"Ehi, Evans"
"Stai andando a pranzo?" chiese la ragazza.
"Sì, tu?"
"Sì. Possiamo andare insieme se vuoi"
"Perché no?" I ragazzi s'incamminarono verso la Sala Grande. I Malandrini e le ragazze erano seduti al tavolo dei Grifondoro. Alice si strozzò.
"Alice, tutto bene?" Mary le batté una mano sulla schiena.
"Voltatevi!" Rispose Alice sconvolta guardando verso la porta. Gli altri si voltarono e quel che videro li sconvolse. James e Lily entravano nella Sala Grande INSIEME ridendo. Sembrava che anche il resto della sala li avesse notati, l'intera scuola li osservava borbottando. Severus dal tavolo dei Serpeverde ruppe quasi un bicchiere.
"Buongiorno, donzelle" James prese posto vicino a Sirius e Lily accanto a lui. Gli amici li guardavano.
"Ragazzi, capisco che sono bello ma così mi sciupate"
"No, è che siete arrivati insieme, ridendo" disse Emmeline, e fu Lily a rispondere.
"Abbiamo parlato e chiarito. Ora va tutto bene." Tutti esultarono e Sirius guardò James: sorrideva.
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FINO ALLA FINE
FanfictionNel cuore della Scozia, scenario della nostra storia, James Potter e Lily Evans frequentano il loro settimo anno ad Hogwarts. Un antico odio muterà in amore. In una storia di amanti e amici, due innamorati segnati dalle stelle andranno fino in fondo.