24 FRATELLI

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LUGLIO 1965

Era una calda giornata d'estate e Sirius era sdraiato sul letto. Delle voci salivano dalla cucina al piano di sotto. Nella cucina cupa i signori Black camminavano avanti e indietro agitatissimi, Regulus al centro della stanza con il volto tra il soddisfatto e lo spaventato.                                             "Che succede?" chiese Sirius entrando in cucina. Il volto dei genitori s'incupì alla sua vista.     "Avremo ospiti importanti stasera" rispose la madre fredda.                                                                             "Che ospiti?" chiese Sirius spaventato. 

 "Non ti riguarda, è per Regulus, non prenderti il disturbo di presentarti." Sirius tornò in camera preoccupato ma contento di non dover essere presente, qualunque cosa fosse lui voleva rimanerne fuori. Dopo qualche ora, la porta d'ingresso si aprì. Sirius si affacciò per sentire chi fossero gli ospiti misteriosi. "I MANGIAMORTE!" pensò, i seguaci di Voldemort erano a casa sua, per suo fratello. Sirius aspettò che i Mangiamorte lasciassero la casa e poi irruppe nel salone per chiedere spiegazioni ai genitori. Il suo peggior incubo gli fu confermato. Regulus si sarebbe unito a Voldemort. Urla riempirono la casa. Sirius era abituato alle urla, urlavano spesso al numero 12 Grimould Place e la maggior parte delle volte contro Sirius, molto spesso le urla venivano seguite dalla violenza, anche quella volta come le altre. Regulus aveva pregato i genitori di smettere ma era stato inutile, era sempre stato inutile. Spesso da piccoli Sirius si metteva davanti al fratello per proteggerlo o si prendeva la colpa al posto suo. Sirius era sdraiato dolorante sopra il pavimento del salotto. Era stanco, erano anni che andava avanti così, non poteva più sopportarlo. Si alzò barcollando, salì in camera, afferrò il baule e lo riempì di tutti i suoi vestiti, dei suoi libri scolastici e dei suoi beni più cari. 

 "Reg!" gridò entrando in camera del fratello. 

 "Sir? Che fai con il baule?" 

 "Vado via, e ti porto con me. Dai, prepara il baule e andiamo" 

 "Andiamo? Per disonorare la famiglia, per farci diseredare? Non voglio, è la nostra famiglia, sono i nostri genitori." 

 "Genitori che ti stanno spingendo verso la via del male!" 

 "È una mia scelta, Sir." 

 "No, tu non sei una persona cattiva, Reg, non ti è mai interessato unirti a loro." 

 "Ora le cose sono cambiate, bisogna onorare la famiglia e tocca a me farlo." 

 "Non a questo prezzo. Se ti unirai a loro non potrò aiutarti. Se ti unirai a loro ci allontanerai. Ci metterai uno conto l'altro, ci combatteremo. Dovrò difendermi e difendere i miei amici da te, da voi. Ci renderai nemici, Reg". Regulus lo osservò senza dire niente. "Vieni con me, Reg, e saremo felici" 

 "No!" 

 "Reg?" Provò ancora 

 "NON VERRO'. Io mi unirò a loro, è deciso. E se non sei con me sei contro di me." 

 "Reg, io sono sempre stato con te, sei tu che ci stai mettendo contro. Io non starò mai dalla parte del male." 

 "Allora addio, Sirius." Regulus si voltò. Non servì dire niente, Sirius aveva capito, aveva perso suo fratello. Afferrò il baule e usci dalla stanza. Il buio incombeva sulla città. Sirius era appena arrivato davanti ad una grande e maestosa villa. Il cancello del giardino si aprì cigolando, si avvicinò alla porta e bussò . 

 "Sirius" sorrise James appena lo vide, poi lo guardò negli occhi e il sorriso gli si gelò. Era successo qualcosa. Aveva l'aria stanca e triste, un occhio nero e il baule in mano. "Cos'hai in faccia? Che ti è successo?" chiese preoccupato. 

 "Sono scappato da casa, James. Sono andato via da quell'inferno. Non resistevo più. Scusami, non so dove andare." 

 "Entra. È casa tua, questa, puoi stare tutto il tempo che vuoi" lo abbracciò, lo strinse con quella stretta che solo James riusciva a dargli. "Mi dispiace, Sir." 

 "Grazie, Jamie" 

 "Sir. non devi ringraziarmi. Sei mio fratello e ci sarò sempre per te, chiaro?" gli disse afferrandolo per le spalle e aprendo le braccia. 

 "Per stavolta ti riabbraccio ma non farci l'abitudine" lo prese in giro Sirius. James rise: nonostante tutto, per fortuna, Sirius non perdeva il suo modo di fare. I due ragazzi non si abbracciavano spesso, lo facevano solo quando ne avevano bisogno, quando avevano bisogno uno dell'altro o quando a uno dei due serviva l'amore del proprio migliore amico e, per lasciarsi abbracciare due volte, in quel momento Sirius ne aveva veramente bisogno. 

 "Dai, lascia qui il baule, lo portiamo su dopo. Ora avvisiamo i miei. Vieni" Sirius seguì l'amico in cucina dove la signora Potter cucinava insieme a Blancky mentre il marito apparecchiava. "Mamma, papà?" 

 "Sirius, ciao, caro." La signora Potter si avvicinò per abbracciare il ragazzo. "Che cosa ti è successo?" gli disse guardandolo in viso. 

 "È per questo che Sirius è qui, mamma. È andato via di casa e non ha dove stare, gli ho detto di restare qui." 

 "Solo il tempo di trovare un altro posto e poi me ne vado" aggiunse in fretta Sirius. 

 "Oh, ma non dire sciocchezze, caro, puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi. Sei il benvenuto." 

"Grazie." 

 "Diremo a Blancky di sistemare una delle stanze degli ospiti, che sarà tua per tutto il tempo che vorrai" aggiunse Fleamont accanto alla moglie. 

 "Grazie davvero, a tutti e tre." 

 "La cena è quasi pronta, sarai affamato, immagino. Hai qualche minuto per metterti comodo. Va pure sopra." 

 "Vieni." James accompagnò Sirius in camera. "Ti va di raccontarmi cos'è successo?" chiese James sedendosi sul letto accanto a lui, e così Sirius gli raccontò tutto: della violenza di sua madre, di Regulus che si stava unendo ai Mangiamorte e che si era rifiutato di fuggire con lui. Quella sera Sirius si sentì amato come non mai. I Potter gli davano quell'amore e quelle attenzioni che i suoi genitori non gli avevano mai dato. Quella notte capì che non era solo e che aveva ancora un fratello, un fratello con cui non condivideva nè sangue nè nome, un fratello che aveva sempre saputo di avere e che ora gli dimostrava che anche per lui era lo stesso. I due ragazzi erano come fratelli dal primo anno ad Hogwarts e, da quella notte in poi, lo sarebbero stati a tutti gli effetti. Dopo cena Euphemia entrò in camera di Sirius per controllare se avesse bisogno di qualcosa. Lui e James erano addormentati entrambi sopra il letto, come due veri fratelli.

***

Sirius smise di parlare, raccontarlo era stato come riviverlo. Lily lo osservava. "A James devo tutto" concluse poi. "Non sapevo che avessi vissuto una cosa così, e di tutto quello che James ha fatto per te. Vi ho giudicato senza sapere" disse la ragazza. "E pensare che anch'io ho un brutto rapporto con mia sorella" "Beh, ora tocca a te raccontare." "Non c'è molto da dire, in realtà. Mia sorella è invidiosa di me perché sono una strega. Da bambine eravamo unitissime, poi è arrivata la lettera e ho scoperto di essere una strega. I miei genitori erano contentissimi, lei però no. Ha anche provato a scrivere a Silente per chiedergli se potesse frequentare Hogwarts e quando lui le ha detto no, lei ha iniziato ad odiarmi, a considerarmi un mostro, una persona anormale." "Mi dispiace." Lily gli sorrise. James si mosse e aprì gli occhi. "Ben svegliato, amore" "Che visione angelica" rispose il ragazzo sollevandosi e baciandola dolcemente sulle labbra. Il viaggio prosegui.

FINO ALLA FINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora