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Venerdì ventuno ottobre

< Cazzo,cazzo, cazzo! > Stava pedalando il più velocemente possibile ma non eraabbastanza. Era in ritardo e sapeva che sua cugina l'avrebbe uccisa. Sterzò dicolpo per evitare due bambini e finì per pedalare in mezzo al portico di viasant'Isaia < Scusate! > Continuò a urlare scuse finché riuscì aimmettersi in strada. Pedalò ancora più velocemente e arrivò finalmente davantial citofono, suonò con il fiatone e il sudore che le colava sulla schiena e sulcollo. < Lucia! > Urlò una voce arrabbiata dall'altra parte del citofono.< Lo so lo so scusami l'autobus era in ritardo e... > < Sali. > Lachiusura della porta scattò e Lucia la varcò velocemente con la bici a pressoche appoggiò al muro sulla sinistra per poi correre verso lo stretto ascensore.Salì al quinto piano e busso alla prima porta a destra. Sulla soglia apparveun'arrabbiata Martina che squadrava la cugina con sguardo severo. < Entrapresto che siamo già in ritardo, dovevamo essere all'aeroporto mezz'ora fa. >Lucia entrò e salutò Giacomo e la cugina poi li vide allontanarsi con duegrosse valige verso l'ascensore. < Ciao Blu. > Ornella la salutò dallacucina dove stava disegnando. < Ciao pulcetta. > Lucia le corse in control'abbracciò e iniziò a farle il solletico, la bambina non riusciva a smetteredi ridere e quando cominciò a implorare pietà la ragazza si fermò. < AlloraOrnella, che vuoi fare oggi. > La piccola le sorrise. < Vorrei andare unpo' al parco. > < Va bene. > Lucia aiutò Ornella a mettersi ilcappotto e andarono al parco in bici. Rimasero li quasi un'ora a giocare, primaerano delle malvagi piratesse poi pilotarono una navicella spaziale e infineOrnella cavalcò un unicorno, quando tornarono a casa dopo aver pranzato labambina disse di essere stanchissima e di voler dormire. < Metti quellebelle fiabe. > La pregò la bambina, Lucia sorrise, la cugina l'avevainformata che la figlia amava quelle vecchie fiabe in cassetta così Lucia siera portata da casa lo stereo e le casette in modo da lasciarle definitivamentealla bambina come regalo. Si avviarono nella piccola stanza di Ornella, chiusegli scuri delle finestre, la fece mettere sotto le coperte e con un po' difatica accese lo stereo poi si sedette al suo fianco e cominciò ad accarezzarei capelli della piccola. In pochi minuti la bambina si addormentò, la ragazzanon si spostò perché non voleva svegliarla, Ornella aveva la testa appoggiatasul suo braccio sinistro e poco dopo le sue palpebre cominciarono lentamente achiudersi.
Lucia si addormentò.

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