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Tutti posarono lo sguardo su Rebecca, lei non trovò il coraggio di muoversi da quella posizione. Lucia si alzò e camminò verso la ragazza per poi sedersi sulla riva al suo fianco. I sassi erano scomodi ma Blu cercò di mettersi comoda. < Mi dispiace. > Disse sinceramente. < Io e Monica conosciamo bene queste fiabe, alla prossima ti aiuteremo. Sarai la nostra priorità. > Rebecca era una persona troppo orgogliosa per ammettere di aver bisogno d'aiuto o per ringraziare. < Va bene. > Rispose con un tono secco ma tradito dal pianto che le cresceva in gola. < Dopo aiuteremo te. > Disse Monica al ragazzo in piedi di fianco a lei. < Grazie ragazze. > Aspettarono in silenzio l'arrivo della stanza e tentarono di pulirsi dal sangue con l'acqua del fiume, l'effetto del serpe bianco stava svanendo velocemente, i quattro tornarono a sentire i versi degli animali accompagnati dallo scorrere della corrente. Il suono acuto e assordante che annunciava la camera cominciò come sempre l'ambientazione si bloccò e pochi istanti dopo i ragazzi vi si trovarono all'interno, le due ragazze si alzarono in piedi e raggiunsero gli altri due compagni. < Ecco il piano, usciamo e capiamo in quale fiaba siamo finiti. Poi aspettiamo l'arrivo di Lorenzo, scommetto che lui avrà l'indizio che serve per uscire di qui. > Annunciò Monica a Rebecca, lei annuì. Quando la camera scomparve si ritrovarono in una bella e calda giornata primaverile, il sole scaldava l'aria ma non troppo da renderla fastidiosa, l'erba era verde e ricoperta da un leggero strato di rugiada. Erano al centro di un sentiero molto largo cosparso da sassolini chiari, alla loro destra si trovava un ampio fossato pieno d'acqua con alcune anatre che nuotavano, oltre l'acqua delle alte mura in mattone circondavano una città che i ragazzi non potevano vedere. < Okay, non saprei dire dove siamo. Questo posto non mi dice niente. >Disse Monica guardandosi intorno. < Rebecca. > La voce estranea apparteneva a un ragazzino di circa dodici anni. Indossava una semplice felpa con dei bermuda entrambi neri. A differenza della piccola Ornella, Lorenzo non aveva un espressione vuota bensì aveva uno sguardo triste. Il senso di colpa era ben visibile nei suoi occhi, ma nonostante ciò la voglia di sopravvivere era più forte, lui voleva vivere, se lo meritava, mentre la donna davanti a lui non aveva il diritto di opporre resistenza. < Rebecca. > Inaspettatamente la voce del cugino era ferma e dura nelle orecchie della giovane donna. < Lorenzo di prego, non lasciarmi morire, lo so non sono mai stata buona con te ma questo non vuol dire che tu mi debba uccidere. > La disperazione era palese nella voce della ragazza, i suoi piedi nudi avanzavano lentamente sulla ghiaia verso il cugino, con la speranza di ricevere la misericordia di quest'ultimo. Lorenzo aveva abbandonato completamente l'espressione di rimorso, con quel gesto Rebecca aveva appena confermato il suo destino, sarebbe morta per ridare vita al cugino, e per lui una persona che per tutta la vita aveva finto di essere qualcun altro solo per ricevere attenzione e agevolazioni non meritava altro. < Ormai è deciso, morirai, entro la prossima ora il tuo corpo giacerà fermo e col collo spezzato da qualche parte mentre io mi risveglierò in ospedale come se non fosse successo. E' giusto così, la tua ultima lezione di vita sarà l'accettare la sconfitta. Ma se ti arrendi ora ti prometto che morirai velocemente e in pace. Senza soffrire, senza avere paura. Sarà come addormentarsi così non ti accorgerai di niente. > Questa proposta fu l'ultimo barlume di compassione che il ragazzo provò nei confronti della cugina. Lei ci pensò seriamente, infondo morire in pace non doveva essere così male, anche quella fiaba sembrava un bel posto nel quale chiudere gli occhi per l'ultima volta, il sole riscaldava i visi dei ragazzi, nell'aria l'odore di primavera e il canto degli uccelli era una melodia così piacevole, perfetta per essere l'ultima che avrebbe mai sentito. Ma Rebecca sapeva di avere una possibilità, l'ultima a lei a disposizione, che dipendeva dalle due ragazze alle sue spalle che attendevano con ansia la sua decisione, e forse lei voleva combattere o almeno provarci per l'ultima volta. < No, io ci proverò, finché il mio collo non si spezzerà. > A Lorenzo dispiacque, infondo lui non voleva tutto questo e una morte in pace per la cugina lo avrebbe aiutato ad alleviare i sensi di colpa, ma lei aveva deciso. < Molto bene, sei libera di fare le tue scelte, quando il tuo collo si spezzerà ricorda che mi dispiace. > Probabilmente avrebbe continuato a parlare ma scompare all'improvviso e al suo posto si trovava l'ormai riconoscibile Canta Storie. < Ammetto che mi aspettavo che scegliessi la generosa offerta di tuo cugino. > Tutti i ragazzi fecero qualche passo indietro, come a ogni sua apparizione ora l'uomo indossava abiti diversi, rinascimentali forse, pensò Lucia. Il Canta Storie si sistemò una manica per poi volgere lo sguardo su Rebecca e sorridere. < Ammetto di avere un debole per quelli che combattono fino alla fine, mi divertite molto, quindi mi sento molto generoso e per questo ti darò un piccolo aiuto. > Si avvicino a lei e le mise un braccio sulle spalle, prima le indicò un punto lontano sussurrando qualcosa nel suo orecchio, troppo piano per farsi sentire dagli altri. Poi, lentamente e mantenendo il braccio sulle sue spalle, si girò verso il trio dietro di loro, lo sguardo del Canta Storie indugiò sul volto terrorizzato di Lucia, lui le sorrise dolcemente. < Il protagonista di questa fiaba sta arrivando, Rebecca sa già cosa deve fare. Divertitevi ragazzi. > Tolse il braccio dalle spalle di Rebecca, fece un piccolo inchino come si usava fare un tempo e scomparve lasciando dietro se il profumo di diversi tipi di fiori. Non era un odore piacevole, era più simile a quello dei cimiteri dove l'odore di fiori freschi e marci si mischiavano. < Rebecca che ti ha detto? > Chiese subito Monica avvicinandosi alla compagna. < Ha detto che poco più avanti c'è un albero, dobbiamo andare lì. > Tremava per la paura, dopo l'incontro con il canta storie si era resa conto quanto la sua morte fosse vicina e questo tipo di consapevolezza è difficile da gestire, e in piena disperazione pensò che avrebbe dovuto accettare la dolce morte che il cugino le aveva offerto.

Un racconto per un'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora