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Le due ragazze si calarono dentro l'albero, Lucia stringeva sotto a un braccio il mantello della strega per evitare che cadesse durante la discesa. Entrate nella piccola caverna l'aria si fece più fredda e umida, qualche raggio di sole passava dall'apertura e dalle radici del salice, una piccola scala che scendeva verso il basso si trovava alla loro sinistra ed era illuminata da diverse lampade a olio che pendevano sopra di essa. < Andiamo. > Rebecca prese un respiro profondo e s'incammino verso la scala, scesero di qualche gradino ed entrarono in una stanza illuminata dal fuoco di diverse lampade e candele, tre porte identiche si trovavano di fronte a loro. < Allora io cerco l'acciarino e tu fai sedere i cani sul mantello e prendi un po' di ricchezze, serviranno più avanti nella fiaba. > Rebecca si strinse nel mantello del protagonista e prese con forza un polso di Blu. < No, tu fai i cani e io cerco l'acciarino. > Lucia cercò di liberarsi dalla presa della ragazza ma quest'ultima le stava conficcando le poche unghie ancora lunghe nelle vene. < Rebecca tu sei la protagonista ora, tu devi affrontare le sfide. Io non dovrei nemmeno essere qui, non dovrei aiutarti perché non sappiamo se farsi aiutare così tanto ti permetterà di uscire, stiamo già rischiando troppo. > Se possibile Rebecca strinse ancora di più la sua presa sul polso della compagna. < Non m'importa, tu farai i cani, poi mi darai le ricchezze e io uscirò per prima. Non ci vede nessuno chi può sapere se ci stiamo aiutando o no, solo i cani e loro non parlano. > Aveva avvicinato così tanto il viso che Lucia era in grado di sentire l'odore dell'alito di Rebecca, qualche traccia di un alcolico consumato ore prima, saliva e vomito. < Va bene, facciamo come vuoi tu. > La ragazza mollò la presa dal polso dell'altra, piccoli segni rossi a mezza luna ornavano la pelle sporca di Lucia. La ragazza si massaggiò il polso con l'altra mano e con sguardo risentito guardò la sua assalitrice. < Dove dovrebbe essere l'acciarino? > Blu alzò le spalle. < Non lo so con esattezza, cerca in giro. > Rebecca cominciò a cercare fra le radici e dietro a lampade e candele, intanto Lucia distese il mantello davanti alla prima porta, si avvicinò alla maniglia in ferro e la tirò verso di se. Il legno consumato dall'umidità faticò ad aprirsi, dal suo interno un odore acre si disperse nella stanza, un cane grande e mal nutrito la osservava ringhiando. Il collare di metallo aveva creato una striscia rosea e senza pelo sul collo dell'animale, la cataratta ricopriva i grandi occhi e i denti in parte marci erano storti e spezzati. La prima impressione era quella di un cane debole, ma Lucia aveva il presentimento che avrebbe potuto squarciarle la gola se si fosse mossa troppo velocemente. Lentamente si spostò alla destra del mantello in modo che fosse visibile al cane, quando lo notò smise di ringhiare e andò a sedersi sul tessuto marrone, ma senza smettere di guardare la ragazza. Lei entro nella stanza con il colletto del maglione sopra al naso nel disperato tentativo di attenuare l'odore di muffa ed escrementi. Una sola lampada era accesa nella piccola stanza non più grande di uno sgabuzzino qualunque, il fatto che li ci vivesse un animale era disumano. Superò una ciotola colma di carne e mosche, fece di tutto per evitare le feci sul pavimento e si avvicinò al forziere, dietro a esso c'era una piccola mensola su cui erano appoggiati oggetti preziosi, una coppa, un bracciale e una corona. Blu aprì il forziere, era colmo di monete di rame, ne prese due manciate e tornò nella stanza principale, il cane la guardò, si alzò e iniziò ad annusarla poi torno nella stanza in attesa che la porta venisse chiusa. < Rebecca vieni qui, ti metto queste monete nelle tasche del mantello. > Rebecca ancora non aveva trovato il famoso acciarino, in realtà non sapeva come fosse fatto e quindi la ricerca diventava più difficile. < Quanto ti manca? > Chiese aprendo la tasca per farla riempire dalla ragazza di fronte a lei. < Due cani e ci sono, muoviti a trovare l'acciarino, voglio uscire di qui. > Lucia riprese il mantello da terra e lo stese di fronte alla seconda porta, rifece tutto esattamente come prima, tutto era come prima, la stanza era uguale e le condizioni del cane erano pessime come quelle del precedente. Solo due cose erano diverse, il forziere era pieno di monete d'argento e il cane era di una razza diversa, più massiccio e il muso era schiacciato. Sembrava meglio nutrito rispetto al precedente ma questo era l'unico lato positivo per quella povera bestia. < Lucia non lo trovo. > Rebecca iniziava a innervosirsi, ma di quel nervosismo spaventato, aveva paura di non trovare quel piccolo e stupido oggetto che avrebbe potuto cambiarle la vita. < Rebecca sarei occupata, continua e se non lo trovi poi ti aiuto. > Nuovamente la ragazza ripose le monete nel mantello della compagna per poi ripetere gli stessi passaggi per il terzo cane, stendi il mantello, apri la porta, aspetta, schiva gli ostacoli sul pavimento, prendi le monete, esci, aspetta, chiudi la porta. < L'ho trovato! > Lucia stava aprendo il terzo forziere quando Rebecca entrò nella stanza, fu più veloce di lei nell'evitare di pestare qualcosa di spiacevole. < Visto, ora riempimi le tasche di monete e usciamo. > Lucia eseguì e mise qualche manciata in più di monete d'oro, il terzo cane, decisamente più grande e nutrito dei due precedenti, le osservava. Rebecca si allungò e arrivò alla mensola che Lucia con la sua bassa statura non raggiungeva, prese la coppa che mise in tasca e la corona che appoggiò sulla propria testa. < Ci sono altre mensole con roba così nelle altre stanze. > Chiese Rebecca che saltellava da un punto vuoto del pavimento all'altro per uscire. < Si, vuoi prendere altro? > Lucia imitava i passi della compagna. < No perderemmo troppo tempo meglio uscire direi. > La ragazza parlava con una ritrovata gioia, conseguenza del ritrovamento dell'acciarino che aveva finalmente riaperto la strada a una possibilità di vittoria. Rebecca uscì dalla stanza e si diresse verso le scale ma il terzo cane la bloccò ringhiandole. < Aspetta! Deve annusarci, non so perché ma l'hanno fatto anche gli altri due. Stai ferma sarà un attimo. > Lucia si fece annusare per prima in modo dimostrare che non vi fosse pericolo, il cane la ispezionò con il suo olfatto e la lasciò passare, andò verso la ragazza e le fece segno di avvicinarsi, Rebecca le lasciò l'acciarino e la coppa che continuavano a cadere dalle tasche colme di monete.

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