Venerdì ventuno ottobre a Milano
Lorenzo si risvegliò in ospedale, il braccio ingessato e l'occhio ancora leggermente gonfio, a ogni respiro sentiva un forte dolore al petto dovuto da una costola rotta. Era vivo, non era più in quel posto, e a parte il dolore fisico era felice ma anche triste. Si sentiva profondamente in colpa per quello che aveva fatto a Rebecca, certo lei era sempre stata cattiva con lui ma si meritava di morire? E lui? Ormai si considerava un assassino, il fatto che non avesse esitato a sacrificarla lo spaventava, chi era lui per decidere della vita di una persona? Si guardò in torno, nella stanza era solo ma vedeva le luci accese nel corridoio quindi pensò che prima o poi qualcuno sarebbe venuto a controllarlo, quando guardò fuori dalla finestra notò come il mondo fosse totalmente bloccato. Il fumo dei camini era immobile nell'aria, le macchine e le bici ferme in mezzo alla strada, nessun rumore od odore, tutto era bloccato come nel momento in cui una la fiaba cambiava. Lorenzo si raddrizzò sul lettino, temeva di essere ancora lì, la porta si aprì ed entrò il Canta Storie con in braccio Rebecca, il suo corpo era perfettamente intatto e pulito come se non avesse mai incontrato quei cani. La depositò sulla poltrona vicino alla finestra, le sistemò le braccia e i capelli poi l'uomo prese una scatolina dalla tasca del cappotto, l'aprì e con delicatezza prese un pizzico di polvere bianca che mise sotto e dentro al naso della ragazza, preparò anche delle strisce sul tavolo al suo fianco e nascose la scatola nella borsa firmata che il corpo di Rebecca teneva in braccio. < Quando la troveranno penseranno che sia morta di overdose da cocaina. > Il Canta Storia si ripulì le dita con un fazzoletto di seta. < Io, posso dimenticare? > Chiese Lorenzo cominciando a piangere. < Il senso di colpa, io non ce la faccio. Ti prego cancellami tutto. > L'uomo si avvicinò, mise una mano sulla sua spalla e sospirò. < No, tu mi hai deluso. > Cominciò a camminare per la stanza. < Tu, come gli altri, hai preso questa scelta consapevolmente e invece di concentrarti sul futuro che ti aspetta hai preferito provare compassione per una persona che non la meritava. > Disse guardando verso Rebecca. < Ma lei non meritava quello, tutto quel dolore è colpa mia. > < Vedi è qui che sbagli tu non hai colpa tu avevi il diritto di sceglierla e lei se lo è meritato, inoltre io gli ho dato la possibilità di lottare e se lei non è stata in grado di rispettare delle semplici regole dovrebbe biasimare solo se stessa. > Lorenzo si asciugò il viso, regole o no lei sarebbe morta comunque perché non aveva ucciso il vero protagonista ovvero lui. < Ma non può farlo perché è morta e io l'ho uccisa. > Lo sguardo dell'uomo divenne freddo e minaccioso. < Ed è per questo che ricorderai, sei debole e preferisci il senso di colpa a quello di sopravvivenza, sei patetico. Manterrò la promessa di proteggerti ma non di benedirò con l'ignoranza, magari un giorno capirai che quel che hai fatto è giusto. > Uscì dalla porta e pochi secondi dopo il mondo tornò a muoversi, il rumore del traffico riempì la stanza insieme all'odore di disinfettante e del profumo della cugina. Premette il pulsante d'emergenza e aspettò. < Che succede? > Chiese un infermiere con il fiatone. < Mia cugina credo stia male, > L'infermiere si avvicinò notando subito le strisce sul tavolo. < mi sono svegliato e ho provato a chiamarla ma lei sembra non sentirmi. > In cinque minuti erano arrivati altri due dottori e avevano portato via il corpo di Rebecca, Lorenzo piangeva e chiamò i suoi zii per avvisarli, i suoi genitori erano già lì e insieme lo abbracciarono fra le lacrime, loro per la morte della nipote e lui per la consapevolezza di essere il suo assassino.
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Un racconto per un'anima
FantasyQuando sei costretto a lottare per sopravvivere le fiabe non sono più magiche. Se i bambini muoiono mentre ascoltano le fiabe arriva una figura che gli propone un accordo, riavranno la loro vita in cambio di un'altra. Così Lucia si ritrova nei luogh...