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“Ma io non voglio andare in mezzo ai matti” protestò Alice.
“Oh, non puoi evitarlo” disse il gatto “Qui tutti sono matti. Io sono matto. Tu sei matta”.
-Lewis Carroll


Quando Chrissy arrivò a casa sua ormai era già sera.

Era una notte scura quella, priva della debole luce della luna e delle stelle, che venivano offuscate dalla pesante coltre di nuvole grigie.

La ragazza estrasse le chiavi dal cappotto e le infilò con decisione nella serratura.

Quando però entrò in casa si bloccò, incapace di muoversi ulteriormente.

Lo sentiva distintamente quell'odore, quel profumo.

Il profumo di casa, di morte, quella fragranza che sapeva di gigli e brughiera mescolati insieme, di zucchero e crisantemi.

Era il sapore aspro del rammarico, l'amaro del rimpianto, il dolce della nostalgia.

Chrissy continuò a rimanere in silenzio e a strizzare gli occhi per cercare di vedere attraverso l'impalpabile velo del buio.

Temeva anche il fatto di muoversi, eppure se un assassino fosse entrato davvero in casa sua sarebbe già stata a terra, tramortita.

Chrissy estrasse la pistola da una tasca interna del cappotto.

Non aveva bisogno di caricarla, era già pronta per essere utilizzata.

« Chi c'è? » domandò.

Nessuna risposta.

La ragazza sentì il suo cagnolino muoversi vicino alle sue gambe per poi allontanarsi in un balzo.

« No Sympa, torna qui » lo pregò a voce bassa.

Era strano che un barboncino le desse coraggio, eppure in quel momento senza di lui si sentiva alla completa mercé di uno psicopatico.

Quelli furono attimi interminabili, in cui Chrissy contava i secondi che la separavano dalla morte.

Lo sentiva che era lì, il suo profumo, e non capiva come mai ci mettesse tanto ad agire.

Avanti, vieni fuori, pensava.

Temeva il momento in cui avrebbe dovuto affrontarlo, in cui lo avrebbe rivisto, ma lo riteneva di gran lunga preferibile al rimanere ferma lì, in attesa.

Era straziante, dilaniante, scorretto.

Chrissy avvertì un movimento vicino a lei. Sussultò, ma poi sentì il pelo morbido di Sympa sfiorarle una gamba.

Era tornato da lei, aveva fatto il giro della casa.

La ragazza tirò un sospiro di sollievo e a tentoni cercò l'interruttore della luce, che prima aveva evitato di accendere per cercare di non rivelare la sua posizione.

Tutto normale, la stanza d'ingresso era esattamente come l'aveva lasciata.

« Sympa, hai controllato tutta la casa? » chiese Chrissy al suo cagnolino, che ovviamente non rispose.

« Odio non poter comunicare con te» sussurrò scocciata la ragazza poi, mandando al diavolo qualsiasi forma di buonsenso o intelligenza, decise di andare a controllare anche le altre stanze per assicurarsi che non ci fosse nessuno.

Quando finalmente si fu assicurata di essere sola tornò in salotto e si lasciò cadere pesantemente sulla poltrona.

Sympa si accucciò sulle sue gambe, ma Chrissy rischiò di farlo cadere quando vide che, posizionata proprio al centro del piccolo tavolino in legno, c'era una carta, una normalissima carta napoletana.

Chrissy Miller, incubi dal passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora