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Tutto nelle azioni ossessive ha un senso e può essere interpretato
- Freud


Chrissy osservò Fabien allontanarsi senza muoversi o fare nulla.

Una cosa era certa, quel ragazzo era riuscito a immobilizzarla e a lasciarla incapace di dire alcunché pronunciando soltanto poche parole.

Io ti amo, questo le aveva sussurrato attraverso la porta prima di andarsene.

E non le aveva lasciato neanche il tempo di rispondere, di pronunciare una qualsiasi parola.

Ma del resto, se ne avesse avuto la possibilità, cosa mai avrebbe potuto dire?

Che sì, anche lei gli voleva bene, un bene immenso.

Che lui era sempre stato la sua spalla, il suo punto di riferimento, che senza di lui sarebbe crollata appena avrebbe visto la firma su quel biglietto.

Che quando i loro sguardi si incrociavano, quando i loro respiri si confondevano, provava il ricordo di quelle sensazioni che aveva sentito soltanto con Jayson.

Ma era questo il problema, Jayson.

Lui e Ethan non la lasciavano libera di respirare, il loro ricordo era una pugnalata al petto, una punta di dolce nostalgia unita all'amaro del rimorso.

Fabien per lei era stato insieme veleno e antidoto: veleno perché attraverso di lui vedeva lo specchio di ciò che aveva vissuto, antidoto perché la sua vicinanza cancellava tutti i problemi e la aiutava a dimenticare quanto aveva perso.

Chrissy chiuse gli occhi.

Ogni gesto che aveva fatto Fabien aveva sempre mostrato quanto provava per lei, e lei aveva deciso di ignorarlo nonostante la verità l'avesse sempre saputa.

« Però, che romantico il tuo amico! » la voce sarcastica di Solène Vidal interruppe i suoi pensieri.

Chrissy si girò verso di lei e iniziò a scrutarla come se la vedesse davvero per la prima volta.

« È complicato » sussurrò.

Non ne sapeva il motivo, ma sentiva il bisogno di giustificarsi e di cercare di mettere con le parole un po' d'ordine in tutta quella storia.

La donna di fronte a lei sbuffò.

« Immagino », commentò: « voi giovani vi fate troppi problemi, baciatevi e fatela finita».

« E lei cosa ne sa? » sbottò allora Chrissy infastidita.

« Mi creda cara, ho molta più esperienza di lei. »

« Certo, come no! Forse come prostituta » insinuó allora la detective.

La donna alzò gli occhi al cielo.

« Sono tante cose, ma di certo non quest'ultima che ha elencato. »

« Sì, si d'accordo » la interruppe allora la ragazza.

Aveva bisogno di uscire da lì e di raggiungere Fabien.

Non poteva dirle quelle cose e poi andarsene, anche se in cuor suo era convinto di averlo fatto per il suo bene.

Chrissy si avvicinò alla porta e prese ad osservarla con sguardo clinico, come se potesse davvero sperare di spostarla soltanto con la forza dello sguardo.

« Non riuscirai mai ad aprirla così. »
Chrissy chiuse gli occhi come a voler invocare la pazienza, poi si girò verso
Solène.

« Beh, grazie tante per l'aiuto » esclamò sarcastica mentre tornava a guardare la porta.

Chrissy Miller, incubi dal passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora