18

197 91 184
                                    

Se non ricordi che l’amore t’abbia mai fatto commettere la più piccola follia, allora non hai amato.
-William Shakespear

« Dimmi dov'è quella stronza che la ammazzo » gridava Chrissy, impegnata in un violento corpo a corpo contro quell'armadio del suo collega che le sbarrava la strada.

In centrale la stavano guardando tutti, ma a lei non gliene poteva importare di meno.

Forse Fabien era in pericolo e anche se avesse voluto raggiungerlo per avvertirlo non avrebbe mai fatto in tempo.

« Chrissy, calmati » la voce di Marcus, al contrario di quella della ragazza, era più calma e modulata.

Era triste e preoccupato, certo, ma la sua sofferenza era nulla se paragonata a quella di Chrissy.

« Calmarmi? Ti rendi conto di ciò che mi stai chiedendo, Marcus? Avanti, dammi le chiavi di quella maledetta cella o giuro che sfondo la porta con le mie stesse mani. »

La detective, come al solito quando era nervosa, stava minacciando anche il suo povero collega che la guardava turbato e sconvolto.

« D'accordo, eccole », Marcus le porse le chiavi e le rivolse uno sguardo obliquo: « però verrò anch'io con te ».

Chrissy le prese e annuì distrattamente.

Ci sarebbero potuti essere anche cento testimoni, nessuno avrebbe potuto impedirle di uccidere Solène Vidal con le sue stesse mani.

Quando raggiunsero le poche prigioni della centrale la ragazza si incamminò spedita verso quella che Marcus le aveva indicato.

Infilò la chiave nella serratura con mani tremanti e i suoi occhi scattarono veloci a cercare quella donna, che in quel momento stava osservando il soffitto bianco con sguardo apatico.

Una volta riconosciuta l'identità dei suoi visitatori si alzò dal letto scomodo sul quale era sdraiata, ma non fece in tempo a rimettersi in piedi che si ritrovò contro il muro.

L'impatto con la parete dura la face gemere dal dolore, ma non riuscendosi a liberare si limitò soltanto a fissare impaurita il profilo del proprio aggressore - o per meglio dire, quello della propria aggreditrice.

« Perché lo ha fatto? », ringhiò Chrissy: « perché ha mentito? »

Solène la ignorò.

« Mi lasci. »

La ragazza fece un sorrisetto e aumentò la forza con la quale la teneva incollata alla parete.

« Scordatelo. »

« Chrissy, lasciala » si intromise Marcus, pensando che dopotutto se non fosse intervenuto la sua collega avrebbe potuto ucciderla davvero.

Le si avvicinò e con forza la costrinse a lasciare la presa, mentre allo stesso tempo lanciava un'occhiata a Solène che si stava massaggiando i polsi doloranti.

Chrissy cercò di spostare Marcus che, mettendoglisi davanti, le impediva di potersi avvicinare alla donna.

« Vuoi morire? » gli chiese allora guardandolo in cagnesco.

« No. »

« E allora spostati, mi stai soltanto facendo perdere tempo », gli sibilò, poi aggiunse: « non le farò del male ».

Soltanto allora Marcus si fece da parte e Chrissy poté fronteggiarsi faccia a faccia con Solène Vidal.

« Mi risponda » le ordinò.

Chrissy Miller, incubi dal passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora