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Il sonno della ragione genera mostri
- Francisco Goya


« Hey calmatevi, la verità ve l'ho già detta » protestò il ragazzo.

Chrissy si portò le mani alla testa mentre si massaggiava lentamente le tempie in un gesto che esprimeva esasperazione e sconforto allo stesso tempo.

« Dicci qualcosa che già non sappiamo » lo provocò la detective.

Per tutta risposta il ragazzo si avvicinò a Chrissy e le afferrò con forza la mano che stringeva nel pugno le chiavi della sua moto.

« Avanti, dammele e facciamola finita» protestò con uno sguardo che diceva chiaramente "altrimenti dovrò usare la forza".

Fabien si avvicinò maggiormente ai due ragazzi.

Sapeva che Hector stava stringendo il polso di Chrissy così tanto da farle male, ma non voleva di certo privare la sua amica del piacere di dargli il primo pugno.

Proprio come si era aspettato infatti, la ragazza usò la mano libera per scontrare le sue nocche contro la mascella di Hector, che cadde a terra completamente stordito.

« Questo era per il mio polso e per la ragazza alla quale hai portato una carta. È probabilmente a causa tua se adesso lei sta morendo o è già morta, perciò ti conviene parlare se non vuoi ripetere l'esperienza di sentire la mia mano sul tuo delicatissimo volto... »

Fabien guardava orgoglioso Chrissy mentre iniziava a terrorizzare il ragazzo con la sua solita lista di minacce.

Erano quasi sempre le stesse, ma continuavano comunque a fare un certo effetto.

«... E ricordati che il motorino non lo vedrai neanche dal binocolo se non mi dici tutto. Ti avevo detto di non scherzare con me, ragazzino. »

Chrissy terminò la sua dose di insulti e osservò compiaciuta l'effetto che le sue parole stavano facendo sul giovane mezzo disteso a terra.

Hector si rialzò lentamente sulle gambe malferme mentre si asciugava una goccia di sangue che aveva preso a scorrergli lungo il labbro.

« Accidenti! », commentò: « se sono questi gli sbirri di oggi riesco a capire il motivo per il quale siamo così rovinati. Insomma, utilizzare la violenza su un innocente e indifeso... »

Fabien osservò preoccupato Chrissy mentre stringeva le mani, probabilmente per cercare di resistere alla tentazione di tirargli di nuovo un pugno, così decide di intervenire.

« Allora, vuoi parlare sì o no? » sbottò.

Si leggeva in modo chiaro sul volto di Hector che la sua risposta fosse un secco e laconico "no", tuttavia loro erano in due e avevano le chiavi della sua moto, così dovette trattenersi dal mandarli a quel paese.

« Cosa volete sapere ancora? » chiese mettendo su un cipiglio scocciato.

« Partiamo dal principio. Hai avvertito qualcuno che stavamo cercando Isabelle Marchand? » chiese Fabien.

« No, assolutamente no. »

Chrissy si scambiò un'occhiata esasperata con il suo amico, che ricambiò con uno sguardo vacuo.

« Thomas! », gridò infine.

Poi, quando l'uomo si fu voltato, la ragazza gli lanciò le chiavi della moto e lui le prese al balzo.

« Ora, lo vedi quell'uomo lì? », continuò Chrissy sempre rivolta a Hector: « è il proprietario di questo posto. Basta che io gli sussurri una sola parola e le chiavi non saranno l'unica cosa che non rivedrai mai più ».

Chrissy Miller, incubi dal passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora