Tutti siamo ossessionati da noi stessi. Siamo il nostro hobby preferito.
- Chuck Palahniuk✻
Fin da quando aveva trovato quel biglietto in casa sua Chrissy lo aveva capito che prima o poi sarebbe morta.Suo fratello era incredibilmente testardo, molto più di lei, e altrettanto folle.
Credeva di averci fatto l'abitudine a quel pensiero, di averlo perfino accettato, eppure quando Chrissy capì che Ethan l'avrebbe uccisa davvero il suo corpo semplicemente si rifiutò di arrendersi.
Era stupido continuare ad aggrapparsi alla vita quando sarebbero bastati pochi attimi affinché l'oblio la divorasse e ponesse finalmente fine a quella sofferenza, ma lei lo fece.
Strinse le sue mani attorno ai polsi di Ethan per cercare di allontanarle dalla sua gola, mentre contemporaneamente lo osservava con gli occhi sgranati per la paura e la sorpresa.
« Non farlo Ethan, te ne pentiresti » gli sussurrò, poiché l'aria cominciava già a mancarle.
Ethan non rispose.
Liberarsi di Chrissy sarebbe stato come liberarsi della sua ossessione, di quella pianta di spine che gli si stringeva e si avvinghiava al petto.
Difficile, eppure necessario.
Compiere un gesto peccaminoso per arrivare alla purezza, tingere un lenzuolo bianco di sangue scarlatto per apprezzarne ancora di più il colore candido.
« Ethan, ti prego. »
Chrissy non lo aveva mai supplicato se non per chiedergli di risparmiare Jayson, e anche allora sapeva che non avrebbe funzionato, che sarebbe stato tutto inutile.
Eppure ci provò.
E continuò a sussurrargli parole via via sempre più incomprensibili e prive di speranza, a cercare di trafiggerlo con lo sguardo fin quando non avvertì i sensi abbandonarla e la vista annebbiarsi definitivamente.
Poi all'improvviso, proprio quando era sul punto di cedere, Ethan la lasciò andare e si allontanò di corsa da lei.
Chrissy tossì violentemente e cercò di rialzarsi mentre seguiva suo fratello con lo sguardo.
Il ragazzo si era avvicinato alla porta e stava parlando con un altro uomo.
A giudicare dal tono di voce alterato dalla rabbia e dalla preoccupazione e da come gesticolasse in maniera febbrile Chrissy capì con grande soddisfazione che fosse nei guai.
Si asciugò con una mano le lacrime che involontariamente le si erano impigliate tra le ciglia e si mise in ascolto.
Per il momento era sopravvissuta, avrebbe soltanto dovuto evitare che ciò accadesse di nuovo.
Facile.
« Ci sono degli uomini qui fuori », stava blaterando un ragazzo: « dicono di lavorare per Jacques René. Che facciamo? »
Chrissy cercò di prestare più attenzione al discorso.
Aveva già sentito quel nome, con il suo lavoro era impossibile non conoscere il capo di una delle bande criminali più importanti di Parigi.
« Quanti sono? » chiese allora Ethan preoccupato.
« Una trentina. »
Erano parecchi, e anche se Chrissy non poteva sapere se fossero amici o nemici li ringraziò comunque mentalmente per la loro presenza: qualsiasi cosa fosse stata un problema per Ethan a lei andava benissimo.
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Chrissy Miller, incubi dal passato
Mystery / ThrillerAnni '70, Parigi C'è chi dice che sia facile superare il passato, voltare pagina, che sia giusto pensare soltanto al presente e a noi stessi. Eppure non si può semplicemente cancellare ciò che è stato scritto con inchiostro indelebile o strappare un...