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Nella vita non ci sono situazioni disperate: ci sono soltanto uomini che hanno perso ogni speranza di risolverle
- Clara Booth

Chrissy e Fabien arrivarono al circolo verso mezzogiorno.

Era l'orario ideale per ottenere informazioni perché molte persone si fermavano lì durante la pausa pranzo, tuttavia la presenza di una folla di ubriachi non rendeva certo più facile cercare una sola ragazza.

Fabien parcheggiò velocemente il motorino - o per meglio dire, lo lasciò in un punto a caso a ridosso del marciapiede - e diede le chiavi alla sua amica.

Chrissy si avviò quindi verso il locale, ma la mano del suo amico che le cinse il polso la costrinse a fermarsi.

« Che c'è? » chiese un po' scocciata mentre si girava a guardarlo.

« Che vuoi fare? », le domandò Fabien: «entrare e urlare ai quattro venti il nome di quella ragazza spiegando a tutti che uno o più psicopatici assassini vogliono ucciderla?»

La detective inarcò un sopracciglio.

« Ovvio che sì, che altro dovrei fare? »

« Non so, magari dimostrare un po' di tatto e discrezione non sarebbe male, non trovi?»

« Tatto e discrezione », ripeté Chrissy come se fosse la prima volta che ponderava davvero il significato di quelle parole: « quante volte devo ripeterti che sei un genio, Fabien? »

Il ragazzo corrugò le sopracciglia.

« Sei seria? Tu di solito non mi ascolti mai. »

« Si cambia » rispose la detective misteriosa.

« Che hai intenzione di fare quindi? »

« Concentrerò l'attenzione su di me in modo che se l'assassino si trovi al circolo venga distratto. »

Fabien spalancò la bocca in una perfetta e comica "O", di certo non immaginava che le sue parole avrebbero sortito quell'effetto.

« Non era questo che intendevo quando ti ho parlato di tatto e discrezione » le fece presente masticando le parole a denti stretti.

Chrissy per tutta risposta decise di ignorarlo e si diresse verso la porta d'ingresso del locale.

Quando i due ragazzi entrarono nel posto il potente brusio che si era creato scemò leggermente.

Chrissy si diresse verso un tavolo posto esattamente al centro della sala.

Gli uomini, che da quanto la detective poté vedere erano nel pieno di una partita di burraco, le fecero subito posto, ma Chrissy li fermò.

« No non preoccupatevi, oggi non posso giocare » disse.

Uno dei signori seduti attorno al tavolo con cui lei non aveva mai parlato guardò male Fabien.

« È per colpa di quel damerino con l'aria bastonata? »

Anche Chrissy si girò verso di lui.

Effettivamente l'aria da cane bastonato ce l'aveva eccome, su quella da damerino invece c'era ancora da lavorare.

« Vorrei potergli dare la colpa, ma è a causa del lavoro se non potrò intrattenermi con voi » spiegò.

« E allora cosa vuoi? » le chiese sgarbatamente un altro giocatore.

La ragazza non si lasciò intimorire dal suo tono maleducato anzi, come le capitava sempre quando si trovava davanti a tipi del genere, sorrise.

« Mi serve il vostro tavolo » disse mentre li osservava uno ad uno.

Chrissy Miller, incubi dal passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora