A volte fare una follia è l’unica forma di lucidità.
-LesFleursDuMar✻
Tutti sanno che gli assassini seriali scelgono con cura le loro vittime.Le osservano e registrano di loro ogni dettaglio, imparano a conoscerle, ad amarle perfino, e poi le uccidono.
Ma la vera domanda è perché lo fanno?
Si dice che molto spesso essi non siano altro che uomini incapaci di vendicarsi su chi vorrebbero davvero, e che per questo proiettino le colpe di chi gli ha fatto del male punendo persone innocenti con caratteristiche simili.
Era questo che Chrissy, avendo passato anni in polizia e avendo conosciuto numerosi assassini, aveva inevitabilmente imparato.
E quel caso era incredibilmente simile a quello di Ethan.
Lui aveva ucciso ragazze simili a lei perché proiettava le sue "colpe" su quelle vittime, non avendo il coraggio di eliminare il problema alla radice.
Era un meccanismo complesso eppure Chrissy, ora che lo aveva vissuto sulla propria pelle, credeva di aver capito come funzionasse.
Se Ethan l'avesse uccisa si sarebbe fermato e nessun altro avrebbe sofferto, Fabien era già stato abbastanza.
Il ricordo del ragazzo le fece inumidire gli occhi e tornare il corpo ad essere squassato da brividi.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, se ore, giorni, settimane da quando Ethan le aveva detto ciò che aveva fatto.
Da quando lei aveva smesso di respirare e vivere per davvero.
Il tempo che aveva passato lì, rinchiusa in quello che sicuramente era un vecchio magazzino abbandonato, era stato scandito soltanto dalle visite spasmodiche di Ethan.
Nessun altro poteva entrare lì, nessun altro poteva avvicinarsi a lei. Chrissy scosse la testa.
Geloso, morboso, folle fino alla fine.
Era per questo che tempo prima aveva ucciso Jayson e adesso era per causa sua se Fabien era morto.
La ragazza avvertì dei rumori dall'altra parte della porta e sospirò, ormai psicologicamente pronta a vedere la faccia da schiaffi di suo fratello e altrettanto pronta per evitare di cercare di non saltargli addosso subito, cosa che invece aveva fatto nelle ultime volte che lo aveva visto.
Senza risultati ovviamente.
Chrissy alzò lo sguardo su di lui e quando incontrò le iridi di ematite di Ethan strinse i pugni.
Doveva controllarsi, almeno sul piano fisico non poteva farcela.
Non capiva neanche lei cosa la spingesse ad ascoltare quell'istinto che le sussurrava così fastidiosamente di sopravvivere, se avesse potuto avrebbe soltanto voluto lasciarsi andare.
E lo avrebbe fatto alla fine, prima però doveva fermarlo.
Non poteva permettersi di essere egoista, non poteva lasciare che Ethan facesse del male ad altre persone.
Il fratello le mise davanti quello che con un'occhiata di sufficienza le sembrarono un panino e un bicchiere d'acqua posti su un vassoio.
La ragazza distolse subito lo sguardo.
Erano giorni che non mangiava, non poteva rischiare che il fratello la drogasse o la avvelenasse in quel modo.
Ethan parve capire quello che stava pensando, così addentò il panino per dimostrarle che non aveva nulla da temere.
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Chrissy Miller, incubi dal passato
Mystery / ThrillerAnni '70, Parigi C'è chi dice che sia facile superare il passato, voltare pagina, che sia giusto pensare soltanto al presente e a noi stessi. Eppure non si può semplicemente cancellare ciò che è stato scritto con inchiostro indelebile o strappare un...