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Chiunque può arrendersi, è la cosa più semplice del mondo. Ma resistere quando tutti gli altri si aspettano di vederti cadere a pezzi, questa è la vera forza.
-Chris Bradford


A volte basta davvero poco per scombussolarci la vita.

Dopo anni passati a costruire attorno a noi un muro per impedirci di crollare, ecco che basta un minimo soffio di vento perché la fortezza si sgretoli.

Ecco che proprio quando crediamo di essere finalmente riusciti a superare le nostre debolezze, esse si ripresentano più forti di prima.

È questa la vita, un affannarsi per cercare di trovare un posto nel nostro paradiso combattendo contro demoni che non potremmo mai sconfiggere.

Chrissy Miller ci aveva provato con tutta sé stessa, eppure non era stato abbastanza.

Perché lui ormai era tornato a riaprire ogni ferita, a scavare una breccia nei ricordi che la ragazza aveva cercato di cancellare, a portare di nuovo la paura e il caos.

Chrissy arrivò dopo circa mezz'ora all'indirizzo che le aveva dato Fabien, un palazzo molto squallido con muri scrostati e vecchie finestre e porte scardinate.

« Hai un aspetto orribile » le disse Fabien a mo' di buongiorno quando lei lo raggiunse.

Chrissy finse un'aria indifferente mentre anche lei si soffermava a guardare il volto dell'amico, gentile e dai tratti morbidi, con gli occhi e i capelli del colore di un caldo castano.

« Non ho dormito molto bene questa notte » rispose.

« Sicura? Sei più pallida del solito. »

« Sto bene, Fabien. Ho solamente fame » cercò di inventarsi una scusa plausibile.

« Oh, giusto! » esclamò il ragazzo e le porse un sacchetto.

Chrissy lo aprì e vi trovò all'interno un cornetto.

« Ti dovevo la colazione, no? »

« Grazie, lo mangerò dopo comunque. Ora credo sia il caso di andare a dare un'occhiata. »

Fabien acconsentì, così si avviarono verso la scena del delitto.

Salirono tre rampe di scale scricchiolanti e poi entrarono nell'appartamento della vittima.

All'ingresso trovarono ad aspettarli il proprietario dell'appartamento, un uomo sulla trentina che si stava sventolando rumorosamente con un giornale.

Chrissy gli rivolse un breve cenno, poi lo oltrepassò e andò ad ispezionare il corpo della vittima.

Quando Chrissy entrò in quella che sarebbe dovuta essere la camera da letto ebbe un sussulto e rischiò di svenire, di nuovo.

Da una vecchia tapparella filtravano deboli raggi di luce che mostravano piccoli diamanti di polvere sospesi nell'aria e un vecchio letto e una cassettiera in legno.

Ma ciò che più catturò l'attenzione di Chrissy era la ragazza stesa di schiena sul letto, con le mani giunte al petto che stringevano un giglio, bianco e pallido come la sua pelle, i capelli neri acconciati in un caschetto identico al suo.

La detective osservò il corpo con occhi gelidi, il sangue che ricopriva il petto bianco della ragazza prima in parte coperto dai fiori.

Chrissy alzò lo sguardo quando sentì dei passi entrare nella stanza e incontrò quello di Fabien.

Anche lui dovette cogliere la somiglianza che c'era tra la vittima e la sua amica perché per un momento si bloccò, continuando a fissare la figura distesa sul letto completamente ammutolito.

Chrissy Miller, incubi dal passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora