Mi considerano pazzo perché non voglio vendere i miei giorni in cambio di oro. E io li giudico pazzi perché pensano che i miei giorni abbiano un prezzo.
-Khalil Gibran✻
Chrissy si rigirò con movimenti lenti tra le lenzuola profumate e aprì gli occhi.La camera da letto era buia a causa della tapparella abbassata che non permetteva a nessuno spiraglio di luce di filtrare attraverso di essa.
La ragazza si alzò e indossò velocemente i vestiti che aveva portato il giorno precedente, poi si diresse a tentoni verso la cucina stropicciandosi gli occhi un'ultima volta.
Non sapeva che ore fossero, ma era sicura che il suo amico fosse sveglio.
La ragazza scosse la testa al ricordo della sera precedente.
Aveva insistito per dormire sul divano ripentendo che non voleva assolutamente recare disturbo, così Fabien si era impuntato di voler dormire accanto a lei sul pavimento.
Per evitare che lo facesse davvero Chrissy aveva quindi ceduto mentre il suo amico si era trasferito in salotto.
Quando la ragazza entrò in cucina trovò un Fabien particolarmente spettinato seduto sul pavimento mentre metteva del cibo in un piattino per Sympa.
All'arrivare della padrona però il cagnolino si allontanò da lui e le corse incontro.
« Buongiorno » disse Chrissy a Fabien mentre salutava Sympa con una carezza.
« Buongiorno », le fece eco il suo amico: « vuoi qualcosa da mangiare? Ho il caffè...»
Il ragazzo iniziò ad aprire alcune mensole della cucina per poi prendere a svaligiare il frigorifero, infine si girò verso di lei con aria sconsolata.
« Ho soltanto il caffè e un po' di pizza congelata » esclamò infine.
Chrissy rise per la sua espressione dispiaciuta.
« Vada per la pizza allora, adoro il salato a colazione. »
Fabien la mise a riscaldare nel fornetto e poi si girò verso Chrissy, mentre iniziava a lanciarle piccole occhiate furtive.
La ragazza non capiva come mai si comportasse in quel modo, sembrava che tutto a un tratto avesse iniziato a temere per la sua sanità mentale.
Tossicchiò, poi domandò con noncuranza: « vuoi chiedermi qualcosa, Fabien? »
Il ragazzo, che in quel momento stava portando delle posate da sistemare sulla tavola, le lasciò cadere tra le mani.
Le forchette e i coltelli tintinnarono rumorosamente sul pavimento, ma nessuno dei due vi badò.
Fabien si avvicinò a Chrissy e incastrò il proprio sguardo nel suo.
La ragazza d'altra parte non capiva cosa stesse succedendo, ma istintivamente fece lo stesso.
E quando i loro sguardi si incontrarono fu come se il mondo attorno a loro si fermasse, congelandosi lì, in quell'istante, tra nuvole di polvere e sospiri spezzati.
« Chrissy, chi è Jayson? » le domandò tutto d'un fiato.
La ragazza lo guardò sconcertata e Fabien si pentì subito di averle fatto quella domanda non appena vide gli occhi lucidi e spaventati della sua amica.
Chrissy si sentiva persa, vuota, vulnerabile.
Come faceva Fabien a sapere di Jayson?
In un gesto istintivo si allontanò da lui e si sedette su una sedia, convinta che se non lo avesse fatto prima o poi le gambe avrebbero smesso di reggerla.
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Chrissy Miller, incubi dal passato
Mystery / ThrillerAnni '70, Parigi C'è chi dice che sia facile superare il passato, voltare pagina, che sia giusto pensare soltanto al presente e a noi stessi. Eppure non si può semplicemente cancellare ciò che è stato scritto con inchiostro indelebile o strappare un...