Capitolo 4

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Finalmente le tanto sospirate vacanze natalizie erano arrivate. Mancava solo quella stupida festa aziendale, pensò Lauren tirando su la zip dell'abito rosso che aveva indossato. Si osservò allo specchio, spruzzandosi un po' di profumo ai lati del collo e un po' sui polsi. Controllò trucco, e capelli, prima di prendere le chiavi dell'auto ed uscire di casa.

Si sentiva leggermente in ansia, era da un bel po' che non si metteva in tiro per una serata e non sapeva proprio cosa aspettarsi. I Cabello avevano invitato i dipendenti a quella festa nella loro villa. Lauren inserì l'indirizzo sul navigatore installato sul cellulare, poggiandolo accanto al cambio, sperando di non farlo cadere rovinosamente, e partì, uscendo dal centro città per recarsi in un quartiere residenziale leggermente periferico, pieno di grandi ville.

Durante il tragitto, si perse nei propri pensieri. Quelle tre settimane erano state dure. Lavorare con Lucy le aveva tolto tutte le energie, e mentre lei si impegnava per perfezionare tutto, l'altra cercava sempre di sedurla. La Cabello doveva aver capito qualcosa, e da quando, un paio di giorni dopo il loro primo incontro, aveva visto per caso il livido sul suo braccio, le teneva sempre d'occhio. Standole intorno, aveva capito che non era esattamente un'incompetente nel suo lavoro, anzi... l'aveva stupita più di una volta. D'altra parte il suo capo era rimasta colpita da alcune sue idee, e anche se cercava di non darle soddisfazione, Lauren l'aveva capito dal suo sguardo.

E Lucy... Continuava sempre a darle fastidio, ma quando il loro capo le raggiungeva si dimenticava di lei e puntava tutte le sue attenzioni sulla cubana. Lauren ci aveva visto lungo, la sua ex voleva scoparsi il loro nuovo capo, ma quest'ultima le girava alla larga, sembrava quasi infastidita dalle provocazioni dell'altra. È etero, senz'altro. Ma questo non impediva a Lauren di guardarle il culo ogni volta che poteva farlo indisturbata. Perché quel culo merita, eccome!

Per cercare di distrarsi, iniziò a pensare al viaggio che avrebbe intrapreso l'indomani mattina, cercando di ricordare cosa aggiungere in valigia. Aveva scoperto che la casa in montagna dove sarebbero andate per quasi due settimane, era di proprietà dell'amica di Dinah, e che la ragazza, che ancora non conosceva, aveva insistito per andare con la sua auto e passare a prendere tutte loro. Sembrava una tipa gentile. Anche se per colpa sua, l'indomani mattina si sarebbe dovuta svegliare alle cinque di mattina per sorbirsi quasi due giorni in auto. Ma trascorrere il Natale e il Capodanno ad Aspen, in compagnia della sua migliore amica, senza dover pagare nulla... ne valeva la pena!

Il navigatore la informò che era quasi arrivata, distraendola dai suoi pensieri. Guardò la villa sulla sua destra, era enorme, elegante. C'erano già parecchie automobili parcheggiate, così si accostò anche lei al marciapiede, parcheggiando. Scese dall'auto, rabbrividendo leggermente. La temperatura a Miami era sempre calda, anche a fine dicembre, ma quella sera l'aria era umida, e Lauren rabbrividì, avendo lasciato le spalle addirittura scoperte. Fece una smorfia riconoscendo l'auto di Lucy, mentre ci passava accanto. Aveva seriamente sperato che lei non andasse a quella dannata festa, ma Lucy avrebbe perso l'occasione per infastidirla? O per cercare di sedurre la Cabello? Ne dubitava.

Arrivata alla porta d'ingresso, bussò. Un uomo con una lista le chiese le generalità, lasciandola poi entrare dopo averla depennata. Che esagerazione! Ringraziò mentalmente sé stessa per aver indossato quel vestito, in caso contrario sarebbe corsa via più veloce della luce.

"Laur, sei splendida." Brad le si avvicinò subito, portandole un calice di spumante e mangiandola con gli occhi.

"Grazie Simpson." Prese il calice e fece un sorso. Non aveva mai bevuto nulla di migliore. "Oddio, è favoloso."

"E devi ancora assaggiare quelle tortine." Indicò il collega da lontano, mettendole distrattamente una mano sulla schiena. Lauren fu infastidita al contatto, ma non gli diede peso.

"Com'è la festa?"

"Oh beh, formale. C'è il grande capo, finalmente lo conosceremo. E la figlia stasera si è superata! Non so se sia più figa lei o se lo sei di più tu... ed è tutto un dire!" Lauren gli rise quasi in faccia.

"Oh beh, facciamo che è più figa lei, così mi togli le tue manacce di dosso, Brad... Lo sai che io e te giochiamo nella stessa squadra." Gli fece un occhiolino complice.

"Eh già." Sospirò lui. "Un gran peccato." Fece scorrere il suo sguardo sul corpo di Lauren, che lo guardò male, prima di voltarsi. Il suo sguardo era stato attirato da lei. Cazzo se hai ragione, Brad. La Cabello era circondata da alcuni colleghi, e da un uomo alto e panciuto che le teneva il braccio sulla spalla. Doveva essere suo padre, il grande capo. Gli occhi erano gli stessi. Prestò poca attenzione però all'uomo, troppo impegnata a mangiare con gli occhi la figlia.

Indossava un abito nero, corto e aderente, che le fasciava il corpo come una seconda pelle. I capelli alzati in un elegante chignon lasciavano scoperto il suo collo, sul quale scendeva giusto qualche ciocca di capelli lasciata appositamente sciolta per incorniciare il viso. Il trucco le faceva risaltare gli occhi e le labbra carnose. Le gambe erano velate da calze nere semitrasparenti, e ai piedi dei tacchi alti, sempre neri.

"Laur? Laur?" Brad la risvegliò dal suo momentaneo sogno ad occhi aperti. "Andiamo a salutare i grandi capi." La ragazza lo seguì, ancora imbambolata. Quando furono a pochi metri da loro, la Cabello le puntò gli occhi addosso, sembrò restare senza fiato per un attimo, prima di sorriderle. Ora inizio anche ad immaginarmi le cose. Però non le toglieva gli occhi di dosso, quello era un dato di fatto.

"Buonasera." Si annunciarono i due, attirando l'attenzione.

"Oh, papi. Lei è la Jauregui, la responsabile del progetto Smith's. E il signor... Simpson, giusto?"

I due confermarono, stringendo la mano al grande capo.

"Chiamatemi Alejandro, e benvenuti." Sembrava un tipo simpatico e socievole. "Jauregui... è di origini cubane, come noi?" La ragazza confermò, poi lui riprese a parlare, forse ricordandosi qualcosa. "Ma... Mija, non erano due le responsabili del progetto?" Le chiese, interessato.

"Mh, all'inizio avevo deciso così, ma mi sono resa conto che Lauren è davvero la migliore, quell'altra non le può tener testa." La corvina arrossì sentendo il suo nome sulle labbra del suo capo. L'aveva chiamata sempre Jauregui, e il cambiamento le fece uno strano effetto. Come il suo sguardo addosso. "Parli del diavolo..."


Better together - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora