Capitolo 19

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"Cazzo, Camz, rispondi a quel fottuto telefono!" Imprecò per l'ennesima volta Lauren, mentre il telefono squillava ininterrottamente. Iniziava a preoccuparsi, ormai era buio, e la sua fidanzata era scomparsa da diverse ore. La sua roba era ancora lì, quindi non poteva essersene andata via. E perché avrebbe dovuto farlo, poi? Riprovò per l'ennesima volta, ma stavolta le rispose immediatamente la segreteria telefonica.

"Camz, dove sei? Stai bene? Sono preoccupata, ti prego richiamami appena senti il messaggio." Riagganciò, frustrata. Si passò una mano tra i capelli, gesto che mostrava sempre il suo nervosismo, e riprese a passeggiare ai piedi del letto, consumando la moquette.

Finalmente il suo cellulare squillò, e Lauren rispose velocemente, senza nemmeno guardare il display.

"Camz, amore. Dove sei?"

"Laur..." La voce non era di Camila, bensì della sua migliore amica, Normani. Allontanò un attimo il cellulare dall'orecchio per verificare che fosse proprio lei, avendone la conferma.

"Nor... Scusa, ti richiamo in un altro momento, sto aspettando una chiamata di Camila che"

"Che non chiamerà, Laur." Concluse per lei l'amica, sospirando. "Mi dispiace."

"Nor, cosa stai dicendo? Perché non dovrebbe chiamare?"

"Perché ti ha vista con Lucy, in ascensore, ed è andata via. Ha chiamato Dinah in lacrime, ma non ha voluto dirle dov'è diretta."

"Cosa? Io... Io posso spiegare. Non volevo restare chiusa in quell'ascensore con quella puttana, ma non mi permetteva di sbloccarlo. Ma giuro che non ci ho fatto nulla, Nor, te lo giuro."

"Ti credo Laur, so che non ritorneresti con lei, con il rischio di perdere Camila, ma a quanto sembra quella stronza di Lucy deve averla manipolata. Non so cosa le ha detto, ma Camila ripeteva soltanto che tu avevi bisogno di avere di più, e con lei non l'avresti avuto."

"È una stronzata!" Urlò alla camera vuota Lauren, facendo rimbalzare la voce tra le pareti sgargianti.

"Mi dispiace, Laur..." La voce dell'amica risultava triste e sincera, mentre Lauren si accasciava sul morbido materasso dove poche ore prima si era trattenuta dal fare sua Camila. E ora lei era sparita, andata via, irrintracciabile. Sentì tutta la rabbia e le forze scemare piano piano, mentre un senso di desolazione la riempiva.

"Non posso crederci." Mormorò, a corto di fiato. "Andava tutto così bene."

"Mi dispiace, Laur... Ma vedrai che capirà di essere stata plagiata, e tornerà da te." La corvina non rispose. "Dormici su, e aggiornami su qualsiasi novità. Ok? Buonanotte."

"Notte." Rispose con la voce rotta, prima di riagganciare. Si liberò dei vestiti, scivolando sotto le lenzuola tra le lacrime, mentre sentiva la rabbia nei confronti di Lucy salirle nuovamente nel petto. Si girò e rigirò insonne nel letto per ore. L'unico modo che trovò per dormire fu indossare una felpa che trovò nella valigia di Camila, il suo caratteristico profumo la cullò, le sembrava di essere nuovamente tra le sue braccia. E finalmente crollò.


Camila non tornò il giorno dopo, e quello seguente nemmeno. Lauren stava sempre peggio, era preoccupata. Aveva provato a chiamare anche Ally e Sofi, ma le due non avevano notizie di Camila, preoccupandosi a loro volta dopo che Lauren ebbe spiegato loro la situazione. Evitava Lucy come la peste dopo l'incontro in ascensore.

Lauren era in aeroporto, sperava di veder comparire la sua fidanzata da un momento all'altro, per ritornare in città con lei. Invece l'unica persona che comparve, fu l'ultima persona che avrebbe voluto vedere. Lucy si avvicinò, col solito sorrisino sul suo viso.

"Ciao, babe..."

"Se non ti togli quel sorriso dalla faccia, te lo tolgo io a suon di schiaffi. Evidentemente la mia fidanzata non te ne ha dati abbastanza."

"La tua fidanzata? Ed esattamente dove sarebbe questa fantomatica fidanzata?"

"Non ti riguarda. Cazzo, vuoi capirlo che devi sparire dalla mia vita?"

"Mi sembra piuttosto che quella a sparire sia stata Camila. Non ha sopportato un po' di sana competizione? Meglio per me, ho evitato di sprecare ulteriori energie. Tanto si sa, avrei vinto comunque."

Lauren si voltò, stanca dell'atteggiamento di quella donna. Come aveva potuto sopportarla così a lungo? Era sempre stata così stronza ed arrogante? Si allontanò velocemente da lei, raggiungendo un gruppo di colleghi. Sapeva che Lucy non l'avrebbe seguita fin lì.

Chiamarono il suo volo pochi minuti dopo, ebbe solo il tempo di registrare l'assenza di Camila, rattristarsene, e salire sul volo che la riportò in città. Con un vuoto inspiegabile nel petto.

Appena tornata a casa, iniziò a disfare le valigie. Uno scampanellio disturbò la quiete del primo pomeriggio. Raggiunse la porta con la flebile speranza che si trattasse di Camila. Dopo aver aperto, scorse gli occhi preoccupati di Normani, Dinah e... Ally e Sofi?

"Cosa ci fate voi due qui?"

"Siamo qui per te, sciocchina. E perché siamo preoccupate per Mila." Rispose la biondina per entrambe. La racchiusero in un abbraccio di gruppo, dandole calore e conforto. Aveva proprio bisogno di loro.

"E abbiamo una buona notizia... Ci trasferiamo qui tra poche settimane!" Esultò Sofi, portando un po' di gioia nella stanza. "Così posso tenere d'occhio quella testa calda di mia sorella, e quella combinaguai di mia cognata!"

"Ehi, io non sono una combinaguai." Rise Lauren, tirando su col naso mentre si asciugava le lacrime. Sofi sorrise.

"Almeno siamo d'accordo sul 'cognata'." Le fece la linguaccia, mentre Lauren arrossiva e si mordeva il labbro.

"Spero sia ancora così." Rispose dopo qualche attimo, riferendosi a Camila. Sperò non prendesse decisioni drastiche. Non poteva sopportarlo. Si accomodò sul divano, circondata dalle sue amiche, che percepirono il  cambiamento di atmosfera.

"So di aver sempre detto di non credere nell'amore." Iniziò a voce bassa. Normani le prese la mano, capendo già il filo del discorso. "Ma era prima di incontrare Camila. Era prima di..." Prese un respiro profondo prima di completare la frase. "Era prima di innamorarmi di lei. Sono stata una stupida, e me ne sono accorta solo ora con la sua assenza." Alzò gli occhi in quelli di Normani, già lucidi come i suoi. "La amo." Confessò più a sé stessa, che nemmeno alle altre. Fu una liberazione.

"Lo sapevo! Avevo ragione!" Esclamò entusiasta Normani. "Mi devi una cena!"

"Non mi ricordo di alcuna cena." Negò la corvina, ridendo. "Ma te la offrirò volentieri, se e quando Camila tornerà da me."

"Tornerà!" Esclamarono tutte le altre in coro.

"È pazza di te, Laur. Era solo sconvolta, ma tornerà." Le disse fiduciosa Dinah, accarezzandole la spalla. Anche perché quella sera voleva chiederti di essere sua moglie. Rimuginò tra di sé, visto che era l'unica a sapere di quella svolta mancata. Lauren d'impulso l'abbracciò, e l'altra la confortò stringendola forte a sé. L'abbraccio si trasformò nuovamente in un abbraccio di gruppo, erano tutte lì per lei, per farle sentire il loro sostegno.

E per aspettare il ritorno di Camila.

Better together - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora