Capitolo 5

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"Camila, eccoti." Lucy si avvicinò sfacciatamente alla cubana con un sorriso a trentadue denti, porgendole un bicchiere di spumante che l'altra rifiutò elegantemente. Lauren alzò gli occhi al cielo.

"Signorina Vives, buonasera." Le disse Camila, freddandola. "Stavo giusto dicendo a mio padre che Lauren sta facendo un ottimo lavoro, e non ha più bisogno della sua assistenza." Delicata, eh Cabello? Lo sguardo di Lucy si indurì, fulminando Lauren come se avesse captato il suo pensiero, e poi tornando sul suo capo.

"Camila, credo che dovremmo discuterne in privato." Le sfiorò la schiena con la mano, ma prontamente la cubana si allontanò, guardandola truce.

"Non c'è nulla di cui discutere, signorina Vives. Le ricordo che le decisioni qui le prendo io. È fuori dal progetto. Passi una buona serata." Si voltò leggermente verso gli altri ospiti, facendole capire che la discussione si era conclusa. Lucy si voltò, furiosa, allontanandosi da loro.

"Pugno duro con i dipendenti. Ben fatto, mija. Ora, se volete scusarmi..." Alejandro si allontanò per salutare altri ospiti, mentre Camila faceva una faccia strana guardando la porta d'ingresso. Lauren seguì il suo sguardo e vide un ragazzo che si guardava intorno, alto e magrolino, con i capelli castani ondulati.

"Ehm... Devo andare anche io, se volete scusarmi... Divertitevi." Poggiò la mano sul braccio di Lauren, mentre parlava. Un contatto che non passò inosservato alla corvina. Poi la Cabello fu rapida nell'allontanarsi in direzione opposta alla porta d'ingresso, mentre gli occhi curiosi di Lauren seguivano il tutto. Anche perché non riusciva a toglierglieli di dosso.

Si allontanò, accompagnata da Brad, commentando la reazione di Lucy. Lauren annegò i pensieri nello spumante, e si ritrovò, ad un certo punto della serata, a dover prendere una boccata d'aria. Rabbrividì, uscendo da sola sulla grande terrazza padronale. Era abbastanza tranquillo lì, le piaceva. Almeno fin quando uno strattone al braccio la costrinse a voltarsi.

"Tu." Lucy la guardava con odio. "Cosa cazzo le hai detto?"

"Di cosa parli?"

"Alla Cabello, cosa le hai detto? Eh?"

"Io non le ho detto assolutamente nulla, Lucy, non essere paranoica."

"Non mi avrebbe liquidata così! Devi averle per forza detto qualcosa. Oppure..." Lauren era spaventata dal suo sguardo, indiavolato. E da quella presa sul suo braccio che le stava facendo male.

"Lasciami, Lucy."

"Tu te la scopi." Sussurrò a pochi centimetri da lei. La puzza di alcol nel suo alito era forte, e gli occhi sembravano quelli di una pazza.

"Sei ubriaca, stai dando i numeri."

"TU SEI ROBA MIA!" Urlò Lucy, mentre uno schiaffo in pieno viso lasciò Lauren stupita, senza parole. Rialzò lo sguardo all'altra, ma prima che potesse anche solo reagire, la sua ex le stava infilando la lingua in bocca. Cercò di spingerla via, quando una voce a dir poco arrabbiata le raggiunse.

"Ma che diavolo sta succedendo qui? Toglile le mani di dosso, Vives." 

La ragazza fu tirata indietro e si trovò occhi negli occhi con quelli della Cabello.

"Non accetto un simile comportamento da un mio dipendente, e per di più in casa di mio padre! Alzare le mani e baciare una ragazza contro la sua volontà! Non ci posso credere!" La Cabello era a dir poco furiosa. Abbassò il tono, minacciosa. "Fuori da casa mia. Ora. E non si premuri di tornare a lavoro dopo le feste."

"M-ma" Lucy si rese conto di quello che aveva combinato.

"E si reputi fortunata se non la faccio sbattere in galera." Le indicò l'uscita. La ragazza dopo qualche attimo di smarrimento, andò via, lanciando uno strano sguardo a Lauren, che rabbrividì, ancora sconvolta.

"Stai bene?" La Cabello si avvicinò, alzandole il volto e osservandola da vicino. "Mettiamoci del ghiaccio, se no ti verrà il livido." Le disse, sfiorandole lo zigomo che le pulsava. A Lauren sfuggì un gemito di dolore. "Vieni." Le prese la mano, conducendola in cucina, dove una serie di cuochi e camerieri erano affaccendati. La fece sedere su uno sgabello, che era intorno all'isola. Aprì il congelatore, cercando un po' all'interno. Alla fine le porse un sacchetto. "Piselli." Sorrise alzando le spalle.

"Piselli?" Ma che sta dicendo? Lauren era ancora un po' sotto shock da tutto l'accaduto, e non la seguiva.

"Si. Piselli, o meglio, pisellini primavera. I preferiti di mio padre." Le poggiò il sacchetto sulla parte arrossata, delicatamente per non farle del male, mentre entrambe iniziavano a ridere fino alle lacrime. Si calmarono dopo qualche minuto. La Cabello si alzò nuovamente, recuperando due birre dal frigorifero. Dopo averle stappate, ne porse una alla corvina, sedendosi accanto a lei.

"Va meglio?" Il suo capo sembrava sinceramente preoccupato per lei. Lauren annuì, mentre entrambe prendevano un sorso dalla propria bottiglia.

"Io non... non credevo si spingesse a tanto. Mi dispiace averle rovinato la festa."

"Questa noiosissima festa? Non hai rovinato nulla, tranquilla. Anzi, mi hai dato l'alibi perfetto per svignarmela." Ridacchiò la cubana. Finirono rapidamente le proprie bibite, poi Lauren, imbarazzata, restituì i pisellini al suo capo, la ringraziò e andò via.



Riuscì a dormire poco, e male. Si alzò alle cinque di mattina, giusto il tempo di finire di preparare la valigia, e alle sei di mattina era sotto casa di Normani. Avevano deciso di farsi venire a prendere tutte lì dall'amica di Dinah, per evitarle di fare tremila giri. La coppia scese con le proprie valigie.

"Dinah, lei è Laur. Laur..." Normani si fermò sbarrando gli occhi. "Che diavolo ti è successo?" Le chiese, fissando il livido violaceo sullo zigomo.

"È una lunga storia, ne riparliamo in auto. Il tempo non mancherà. Piacere, Lauren." Strinse la mano a Dinah, che ricambiò la stretta con un sorriso, mentre si sentiva un'auto che accostava dietro di loro, e lo sportello indicò che la proprietaria li stava raggiungendo.

"Piacere mio, sono Dinah, ed è arrivata anche la mia amica. Mila lei è" La corvina si voltò, trovandosi il familiare viso della Cabello proprio di fronte al suo.

"Lauren!" Il tono di Camila era meravigliato, come quello dell'altra che in contemporanea esclamò:

"Capo!" 

Le due si fissarono stupite, guardando poi la coppia che era ancora più stupita di loro due.

"Vi conoscete?" Chiesero nello stesso istante, allibite.

"Lei è il mio nuovo capo." Cercò con gli occhi Normani, sperando non dicesse qualcosa di sconveniente, tipo quanto lei la detestasse. Anche perché recentemente la cosa era cambiata. Quest'ultima si limitò a un sorrisino, e a mormorare:

"Ci sarà da divertirsi!"

Better together - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora