Entrò nello studio medico, tesa come un violino. Si guardò intorno, riconoscendo i singoli dettagli a distanza di anni... la sala d'aspetto con i tavolini in vetro, i quadri appesi alle pareti, la reception. Anche la segretaria sembrava la stessa. Era cambiato davvero poco da quando aveva accompagnato sua madre a una delle sue visite di controllo. Una delle ultime. Ne rievocò ogni attimo.
La presa dolce della mano di Lauren la strappò a quei ricordi malinconici, e ne ricambiò la stretta, incrociando le dita della mano con quella della compagna.
"Camz..." Lauren sembrava nervosa, si comportava in modo strano quella mattina. A Camila non erano sfuggite le occhiate che aveva scambiato con Sofi durante la colazione, e non erano di certo dovute al fatto che le avevano beccate a letto insieme, nude e ancora sudate e affannate dopo l'amplesso.
"Cosa devi dirmi, Laur?" Disse, guardando in direzione della segretaria e facendole un sorriso di circostanza.
"Voglio che dopo la visita, tu legga questa. Ti dirò io quando, ma qualsiasi sia il risultato... tu leggila." Le porse una busta chiusa. Sul dorso portava il suo nome scritto in corsivo, con il tratto elegante che caratterizzava la scrittura di Lauren.
"Sembra importante." Osservò Camila, analizzando la missiva.
"Lo è." Le sorrise la corvina. "Sei pronta?" Camila fece un respiro profondo.
"No." Rispose sinceramente. "Ma facciamolo." Disse, guardando in quello sguardo profondo che la calmò. Si diressero dalla ragazza alla reception. "Salve, sono Camila Cabello, ho un appuntamento con il dottor Williams."
La segretaria digitò qualcosa sul suo pc.
"L'appuntamento sarebbe alle 15, ma è fortunata, il dottore è rientrato prima dalla pausa pranzo. Lo avviso che è arrivata, può iniziare a salire se vuole, il suo studio è al"
"Al terzo piano, lo so. Grazie." Si diressero in silenzio verso l'ascensore, raggiungendo poi la camera dove erano attese.
"Camila, benvenuta." La salutò il medico, ricordandosi di lei e stringendole la mano. Rivolse un fugace saluto anche a Lauren, prima di farla accomodare sul lettino per iniziare a visitarla. Nel mentre le poneva diverse domande per capire se ci fossero stati altri disturbi, altri sintomi. Dopo circa un quarto d'ora le fece fare un prelievo di sangue, inviando alcune delle provette in laboratorio, e analizzando personalmente il componente su un vetrino con un microscopio.
Mentre le due lo osservavano, in ansia, l'uomo sorrise.
"Camila, aspettiamo i risultati dal laboratorio, ma credo che non ci sia nulla che non vada in te."
Lauren espirò un enorme sospiro di sollievo, mentre Camila non era ancora convinta.
"Voglio esserne certa, doc."
"Camila, dovresti sottoporti ad una procedura leggermente invasiva, ma io la sconsiglierei al momento. Non vedo nulla che non va in te."
"Facciamolo."
Il medico, rassegnato, chiamò delle assistenti, che portarono il materiale necessario.
"Ok, ora ti spiego in parole semplici. Farò una lieve anestesia locale, e con questo strumento farò un piccolo buco nella cresta iliaca, ossia nella parte postero-laterale del bacino, e aspirerò un po' di midollo osseo, che analizzeremo al microscopio. Non dovresti sentire dolore al momento, ma potresti accusarne nei prossimi giorni. Sei sicura di volerlo fare?"
Camila guardò verso Lauren, annuendo. Se non ho nulla, stasera le chiederò di sposarmi. Ma voglio esserne sicura. Pregò silenziosamente affinché fosse così.
L'infermiera la fece sdraiare sul lettino, di lato, e scoprì la parte interessata, iniettandole l'anestesia locale. Chiuse gli occhi, stringendo la mano della sua amata mentre sentì che il medico iniziava la procedura. Fu abbastanza rapida e indolore. Ne uscì con una piccola medicazione sul fianco e un impacco di ghiaccio sintetico. Osservarono il medico che disponeva il materiale su un altro vetrino, portandolo poi al microscopio. Nel mentre un'infermiera gli portò i risultati del prelievo di sangue, che analizzò velocemente annuendo.
Lauren e Camila si strinsero la mano a vicenda, cercando di dare all'altra un po' di tranquillità che nessuna delle due in quel momento aveva. L'uomo analizzava il campione elencando delle caratteristiche, di cui loro non capivano nemmeno mezza parola.
È positivo? O è una brutta cosa? Devo preoccuparmi? Per la miseria, ma chi li ha inventati questi termini? Non mi sembra una buona cosa. Camila iniziò ad agitarsi sulla sedia, scambiando sguardi preoccupati con Lauren, che le strinse la mano più forte. Dalla bocca del medico continuavano ad uscire termini strani, l'uno peggiore dell'altro.
"Oddio, lo sapevo. Sto morendo." Mormorò, attirando l'attenzione dell'uomo che la guardò confuso, prima di riprendere posto alla sua scrivania per completare la cartella clinica della cubana.
"Quindi, l'unico sintomo è stato il sanguinamento dal naso?" Le richiese per l'ennesima volta. Camila annuì. "E giusto per curiosità, questi episodi di epistassi, si sono verificati in momenti particolari? Di alto stress, o di nervosismo, o al contrario di estrema felicità o eccitazione?" Camila annuì ancora, seguita dall'uomo che continuava a scrivere. Spostò la cartella clinica e scrisse qualcosa su un post-it, porgendolo a Camila che lo guardava confusa e paralizzata. Lauren si sporse per prendere il fogliettino, leggendo un cognome con un numero di telefono. Guardò anche lei confusa l'uomo, che alzò gli occhi al cielo.
"Dio prima le fa, e poi le accoppia!" Scoppiò a ridere, prima di spiegare. "Camila, quello è il numero di un mio collega, vorrei che tu lo chiamassi."
"Non può seguirmi lei? Ha seguito già mia madre e"
"No, Camila, fortunatamente non ti serve il mio aiuto. E vorrei precisare che la leucemia che colpì tua madre, non è ereditaria." Le due lo fissavano, ancora confuse. L'uomo scosse la testa, sorridendo. "Sei sana come un pesce, Camila. E una volta chiamato il mio collega otorino, starai anche meglio! E ora andate a divertirvi, non voglio più vederti nel mio studio, ma ricordatevi di invitarmi al matrimonio."
"Sto bene?" Chiese ancora incredula Camila, mentre Lauren piangeva dalla felicità. "Sto bene!" Ripeté, cercando di convincersene. Si alzò, abbracciando il medico che sorrideva della loro reazione. "Laur, sto bene!" Si buttò tra le braccia della corvina, entusiasta.
"Ok, vi lascio un momento da sole."
Appena il medico uscì, le due si baciarono con trasporto, unendo la loro lingue e le loro lacrime, lacrime di felicità.
"Il bigliettino... Camz, leggi il bigliettino." Mormorò Lauren ancora con gli occhi chiusi, riprendendo fiato. Camila annuì, voltandosi a rovistare nella sua borsa, trovando il bigliettino. Lo aprì, ammirando la scrittura elegante di Lauren in quelle tre semplici parole.
'Mi vuoi sposare?'
Si voltò di scatto, con gli occhi pieni di lacrime, vedendo Lauren inginocchiata ai suoi piedi, con una scatolina di velluto blu aperta a sfoggiare un favoloso anello di fidanzamento. Si portò le mani alla bocca, scioccata.
"Amore... Lo so che non è esattamente il luogo più romantico del mondo, ma... potresti dire qualcosa?" Le chiese ansiosa Lauren, in attesa della sua risposta. "Camz, vuoi essere mia moglie?" La cubana sembrò risvegliarsi.
"SI! SI, cazzo!" Lauren si illuminò, alzandosi per mettere l'anello al dito della cubana, che stava riflettendo. "Ecco cosa stavi complottando con Sofia. Scommetto che ieri non c'è stato nessun incidente."
"Scommetti bene, amore." Rise Lauren, baciandola. "E ora andiamo, dobbiamo dare le buone notizie alle ragazze, staranno morendo di ansia."
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Better together - Camren
FanfictionLauren, ventinove anni, non crede all'amore. Camila, ventotto anni, inguaribile romantica con un gran segreto.