Capitolo 15

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TRE MESI DOPO.


Tra loro due c'era un'intesa incredibile, sembravano fatte l'una per l'altra. 

Il citofono l'avvertì che Lauren era arrivata, e lei era appena uscita dalla doccia. "Sali, sono in ritardissimo, lo so." Camila lasciò la porta socchiusa e corse ad asciugare i capelli. Non viveva con il padre, aveva un appartamentino in affitto, per stare per conto proprio.

"Camz?" Lauren bussò, prima di entrare. Sentì il rumore rilassante del phon e scosse la testa, chiudendosi la porta alle spalle. Andò a sedersi sul divano, guardandosi intorno con un po' di curiosità. Si, Camila era la sua ragazza, ma era la prima volta che saliva in casa sua, si era sempre limitata ad aspettarla in auto, e a riaccompagnarla a casa baciandola sulla soglia del portone. La sua ragazza le aveva detto sin dall'inizio che voleva andarci piano, e per lei andava bene, anche se la trovava estremamente sexy.

"Laur, scusami, sono pronta in dieci minuti." La cubana uscì dal bagno, raggiungendola per un rapido bacio sulle labbra, ritornando poi di là per finire di prepararsi.

Lauren riprese fiato, che le si era mozzato quando Camila si era chinata per baciarla. Il suo accappatoio si era spostato, e le aveva mostrato il suo seno. Quando poi si era rialzata, era ritornato al suo posto, quindi la cubana non se ne era proprio accorta. Ma ora Lauren non riusciva a togliersi quell'immagine dagli occhi. Dio, che tette. Sode, con i capezzoli scuri, erano estremamente invitanti. Non vedeva l'ora di poter stringere quel seno tra le mani, poterlo baciare, leccare, succhiare... Sentì il solito calore di quando la baciava, salirle dal ventre, ma stavolta più forte, quasi pulsante. Doveva farselo passare. Camila voleva andarci piano, e a lei stava bene, nonostante l'attrazione che sentiva.

"Dai Camz, muoviti o quelle due ci ammazzeranno." Ebbene si, avevano organizzato un'uscita a quattro con DJ e Mani, le silenziose artefici della loro relazione.

"Si, Laur, il tempo di vestirmi..."

Non pensare a lei nuda. Non pensare a lei nuda. Cazzo.

Cercò di fare dei respiri profondi, sperando invano di non essere arrossita al solo pensiero. Finalmente la cubana la raggiunse, con un vestito nero che le fasciava perfettamente il corpo, le gambe slanciate nei tacchi alti, e un filo di trucco che le faceva risaltare quelle irresistibili labbra. Si alzò, prendendo il volto dell'altra tra le mani per baciarla. Le chiese l'accesso con la lingua, e Camila schiuse le proprie labbra per far scontrare le loro lingue. Le mani di Lauren scesero, accarezzandole prima le braccia, poi i fianchi, che alla fine strinse per attirare la sua ragazza ancora più vicino.

"Dobbiamo andare, Laur..." Le disse Camila quando smisero di baciarsi per respirare, mettendole le mani sull'addome.

"Già." Disse un po' delusa. Avrebbe voluto restare lì, avrebbe voluto continuare quello che aveva appena iniziato. La voleva, Dio, se la voleva.

Raggiunsero le loro amiche, trascorrendo una serata piacevole e divertente, cenando in un ristorante raffinato e facendo poi una passeggiata tutte insieme, mano nella mano con la propria compagna. Quando salirono in auto, Lauren fece la domanda che aveva avuto in testa per tutta la serata, sperando in una risposta positiva.

"Ti va di venire da me?" Non poté non notare l'espressione di Camila, dispiaciuta e forse anche un po' delusa.

"Laur... ne abbiamo già parlato." Sospirò, guardando fuori dal finestrino.

"Camz, non dobbiamo per forza andare a letto insieme. Ho capito che vuoi andarci piano, ma ci sono tante altre cose... Voglio soltanto stare un po' in intimità con la mia ragazza..."

Camila fece un sospiro profondo. Sapeva che sarebbe arrivato questo momento. Arrivava sempre, per questo la lasciavano tutti, e ora anche Lauren l'avrebbe lasciata.

"Andiamo da me... Dobbiamo parlare." Almeno dopo che mi avrà lasciata, non dovrò chiamare un taxi per tornare a casa, come è successo l'ultima volta.

"Ok..." L'aria era tesa, non dissero una sola parola fino a quando non arrivarono in casa della cubana. Camila si tolse i tacchi sulla soglia della porta, dirigendosi verso la cucina, mentre Lauren si accomodò di nuovo sul divano, agitata. Camila stava per lasciarla?

La ragazza in questione tornò con due bicchieri di vino, sedendosi accanto a lei dopo avergliene offerto uno. Prese un sorso abbondante di liquido, sembrava avesse bisogno di coraggio. Fu Lauren a rompere il silenzio.

"Camz... mi dispiace, ok? Credevo di piacerti, ma evidentemente non è così." Si fermò per ingoiare il groppone che sentiva in gola, non voleva piangere.

"Cosa? Ma di cosa stai parlando?"

"Non sei sessualmente attratta da me, l'ho capito." Posò il bicchiere, alzandosi per andare via.

"Ma sta' un po' zitta e siediti." Le ordinò la cubana, nervosa. La corvina, confusa, ritornò al suo posto. Camila bevve ancora, finendo il vino.

"Laur tu mi piaci... e mi piaci tanto..."

"Ma?..." Le chiese dopo qualche attimo di silenzio, beccandosi un'occhiataccia dall'altra.

"Ma... cazzo!" Camila si passò una mano tra i capelli, agitata. "Ok, non c'è un modo facile per dirlo, quindi non ti addolcirò la pillola..." Fece un respiro profondo, cercando il coraggio di dirlo. "Sono vergine... E ho intenzione di restare tale fino al matrimonio."

"T-tu cosa?" Gli occhi smeraldo della corvina erano spalancati dallo stupore, così come le sue labbra.

"Hai sentito. È una lunga storia. Ma è così, quindi... Se ti aspetti che andiamo oltre, devi sapere che non accadrà. E non perché non mi piaci, perché sei bellissima, e sarebbe da stupidi negarlo. Ma è una promessa che ho fatto, e che intendo portare avanti."

"Raccontami..." La voce di Lauren era dolce, la stupì.

"Quando ero una ragazzina, prima ancora di conoscere Dinah, l'ho promesso a mia madre."

Lauren restò in silenzio, Camila non aveva mai parlato di Sinuhe, sua madre.

"Lei è morta, andata in pochi mesi con una leucemia fulminante quando avevo solo quattordici anni." Le tremò leggermente la voce, ma non mostrò tutto il suo dispiacere.

"Camz... mi dispiace..." Le mise una mano sulla spalla, comprensiva. Poi l'attirò a sé, abbracciandola stretta.

"Laur, non spezzerò quella promessa, quindi se vuoi andare..." Alzò le spalle, allontanandosi dalla sua fidanzata. Era abituata. Ogni persona con la quale era stata, era andata via per quella stessa ragione.

"Non vado da nessuna parte, Camila." La voce della corvina era decisa, ma allo stesso tempo dolce e comprensiva. "Non dico che sarà facile, perché sono pazza di te e non sto qui a dirti cosa ti farei in questo preciso istante, ma... rispetto la tua decisione."

Gli occhi di Camila erano lucidi, lo sguardo incredulo.

"T-tu non... non mi stai lasciando?"

"No, e non ne ho alcuna intenzione. Non posso assicurarti che sarò io la persona che ti sposerà, ma non ti lascerò per questo. E non devi vergognarti, ok? È una cosa bellissima, e la persona che ti sposerà sarà la più fortunata del mondo, ne sono certa."

Camila si buttò tra le sue braccia, stringendola forte.

"Non è facile nemmeno per me, te lo assicuro. Avere una fidanzata così bella, dolce, comprensiva e... sexy... non è assolutamente facile." Rise, asciugandosi le lacrime. Lauren rise con lei.

"Allora... è meglio che ora io vada." Si avviò alla porta, ma prima di aprirla la cubana la raggiuse, facendola voltare e raggiungendo le sue labbra con le proprie. Rispose al bacio, profondo, sentendo le mani di Camila che la stringevano a sé, il corpo dell'altra che si strusciava sul suo. Restò senza fiato, ma non si tirò indietro finché la cubana non la lasciò andare per respirare. Le loro fronti erano unite, i respiri pesanti, i corpi ancora vicini.

"Notte Laur..."

"Notte Camz..."

Si scambiarono un ultimo bacio e alla fine Lauren andò via, con la testa piena di pensieri.

Better together - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora