6. Clouds

6.3K 298 71
                                    

C'erano certe notti in cui Luke si interrogava perché fosse lì, su quella terra, in quella città, sdraiato mezzo strafatto sul suo letto alle quattro di mattina. Nulla aveva senso. Ormai non riconosceva più la differenza di quando era sotto l'effetto della droga o meno. Le cose gli apparivano distorte comunque. Certe volte pensava che in realtà era lui ad essere nato al contrario. Non riusciva a trovare un senso a nulla.

Erano le 4.17 di un nuovo giorno e lui stava fissando il numero della piccola ragazza mora. Stava sicuramente dormendo quindi sarebbe stato inutile mandarle un messaggio. Provò a chiamarla.

Il telefono squillò sei volte prima che qualcuno dall'altra parte rispondesse.

“Pronto?”
Una voce impastata e confusa rispose. L'aveva svegliata. Un sorriso di soddisfazione comparve sul volto del biondo.

“Cassie.”
“Luke, sono le quattro di mattina.”
“Mi andava di sentire la tua voce.”
“Cosa? Che stai dicendo?”

Luke ridacchiò.

“Sei ubriaco?”
“No.”

La ragazza dall'altra parte del telefono sospirò.
“Perché mi hai chiamato?”
“Te l'ho già detto. Volevo sentire il suono della tua voce.”

La ragazza non rispose.

“Hai una bella voce, Cassie. E hai anche un bel nome.”
“Forse è meglio se torni a dormire.”

La ragazza sembrava divertita.

“Odio dormire.”
“Beh a me piace.”

Il biondo corrucciò la fronte.

“Cassie?”
“Sì?”
“Io so tante cose. So che tra casa mia e la scuola ci sono esattamente 1367 passi e che tra il parco e casa tua ce ne sono 1183. So anche suonare la chitarra e so scrivere. So tante altre cose sulla matematica, sulla fisica, sulla storia...ma non so niente sulle emozioni. Che parola strana “emozione”. E ancora più strana è la parola “amore”. Tu sai che cos'è l'amore, Cassie?”

Il biondo pronunciava quelle parole lentamente. Scandendo ogni lettera. Come se stesse ragionando ad alta voce. La ragazza era rimasta senza parole. Era sicuramente ubriaco ma erano le cose meno vaghe che gli avesse sentito dire da quando si erano incontrati. Come se fosse lì con lui scosse la testa in risposta della sua domanda. E come se il biondo l'avesse vista proseguì.

“Nemmeno io. Ma so che quando ti vedo mi viene da sorridere, Cassie.”

Ci fu un attimo di pausa. La ragazza si sentiva le guance accaldate e, anche se era avvolta dall'oscurità rassicurante della sua stanza, era contenta che Luke non la potesse vedere arrossire.

“Luke?”
“Sì?”
“A me non piace il mio nome. Ma mi piace quando lo pronunci tu.”
“Cassie.”

La ragazza ridacchiò e anche Luke.

“Posso tornare a dormire ora?”

Il ragazzo sorrise e si stropicciò gli occhi.

“Buonanotte,Cassie.”
“Buonanotte, Luke.”

La piccola ragazza mora attaccò e strinse il suo cellulare al petto. Non riusciva a smettere di sorridere.

**

La sveglia suonò alle sette ma Cassie era già in piedi. Quella mattina si era fermata a fare colazione anche se era sua abitudine non farla. Si era preparata con calma ed era arrivata a scuola in anticipo. Cinque minuti dopo vide arrivare anche Rylee.

“Hey!”
“Ciao!”

La rossa notò che la sua amica era di buon umore.

“Sei felice?”

Without Control. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora