25. Darkness

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"Ashton."
"Zoe."

Sedeva nello sgabello di fronte al suo, le lunghe gambe accavallate, un sorriso appena accennato sul suo viso.

"Dobbiamo parlare."
Lei annuì, "Lo so."

Ashton abbassò lo sguardo. Era il momento di essere sinceri. Era il momento di abbassare le difese.

"Tu ci hai incasinati. Ci hai trascinato nel vincolo della dipendenza della droga per poi andartene. Quando te ne sei andata siamo rimasti devastati, ognuno di noi. Luke non poteva reggere l'astinenza, doveva dipendere da qualcosa. E così ci ha proposto il gioco. Spericolato, insano, fuori controllo."

Era vero, era per quel motivo che avevano iniziato a giocare. Ma Luke era talmente un maniaco del controllo che riusciva a dominare anche quel gioco assurdo.
Zoe piegò la testa da un lato guardandolo confusa.

"Che gioco?"
"Ogni mese sceglievamo delle ragazze e a turno uno di noi rimaneva fuori a "controllare" la situazione. Quello che facevamo era da pazzi, ci spingevamo oltre i limiti del possibile. Mettevamo a rischio delle vite, giocavamo con la morte. Il sesso, la droga la velocità...tutto ciò che potesse scaturire adrenalina, tutto ciò che aiutasse a non pensare ci rendeva potenti e invincibili. Ma una volta uno di noi ne ha dovuto pagare le conseguenze."
"Chi?"
"Calum."

***

L'alcol gli offuscava la vista e la ragazza mora di fronte a lei appariva ancora più bella. I suoi occhi azzurri si mescolavano con gli occhi grigi di un'altra ragazza.

"Calum mi senti?"
"Si che ti sento, non sono così ubriaco."

La risata della ragazza gli arrivò di nuovo alle orecchie e lo fece ridere. Cercò di alzarsi dallo sgabello ma a stento riusciva a tenersi in equilibrio.

"Hey aspetta che ti aiuto. Andiamo al bagno così ti dai una ripulita."

Le mani piccole di Cassie gli presero un braccio e lo appoggiarono sopra le sue spalle strette.
L'altezza della mora non gli consentiva di poggiarsi completamente ma giusto quel che bastava per poter camminare normalmente.

Cassie aprì la porta del bagno dei maschi con la punta del piede e lo fece sdraiare nel suolo pieno di sporcizia. Con la schiena appoggiata contro la parete, Calum guardava la ragazza bagnargli la fronte e le mani con l'acqua fredda.

"Perché lo stai facendo?"
"Sei ubriaco e hai bisogno di una mano."
"Io non ho bisogno di niente e anche tu sei ubriaca."
"Non sono così ubriaca."

Cassie si inginocchiò davanti a lui.

"Luke è preoccupato per te, Calum."
"Non è vero."
"Anche se non lo da a vedere è così."
"Nessuno si preoccupa mai per me."
"Io si."

Quella risposta fece rimanere interdetto il ragazzo.

"Ti piace Zoe, vero?"
"Non lo so. Forse mi piace l'idea che mi sono fatto di lei."

Il ragazzo biascicava le parole ma a Cassie non dava fastidio, voleva davvero conoscerlo meglio. Era come se in quel modo si potesse avvicinare di più a Luke.

"Con lei stavo bene, mi faceva sentire vivo.", proseguì il ragazzo, "Con lei non mi sentivo un fallimento totale."
"Tu non sei un fallimento totale."
"Non mi conosci."
"Fatti conoscere, allora."
"Ho fatto delle cose orribili."
"Se riguarda problemi con la droga, anche Luke ne ha avuti."
"Non riguarda quei problemi. Luke non ha ucciso una persona."

***

Zoe aggrottò la fronte.

"Che ha fatto Calum?"
"Non spetta a me dirtelo. Comunque con questo discorso volevo dirti che anch'io ho fatto cose di cui non vado fiero e che non è giusto arrabbiarmi con te per essertene andata."

Without Control. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora