2. Choices

9.4K 345 57
                                    

E' inspiegabile come le realtà di due persone possano scontrarsi. Noi siamo nati soli e dispersi in un universo fatto per qualcun'altro e dal momento della nascita in avanti le cose che ci accadono sono tutte serie di coincidenze. Sono coincidenze le cose che facciamo, le persone che incontriamo e con cui allacciamo rapporti. Sono tutte coincidenze causate da qualcosa al di sopra di noi. Quel qualcosa a cui l'uomo non ha ancora trovato una definizione.
E quel giorno, il loro incontro fu una coincidenza.
La piccola ragazza si avviò in segreteria per ritirare l'orario delle sue lezioni e la chiave del suo armadietto. La segretaria le aveva dato delle indicazioni ma lei, appena uscita dal piccolo ufficio, aveva rimosso tutto. Iniziò a vagare per la scuola in cerca della sua aula ma quell'edificio era dannatamente grande e lei finì con il perdersi.
Si ritrovò in un corridoio particolarmente silenzioso. C'erano varie aule ma erano tutte buie e chiuse a chiave. Arrivata in fondo al corridoio, scoraggiata, si voltò e iniziò a tornare indietro.
Abbassò lo sguardo sul foglietto che le avevano dato, non accorgendosi del ragazzo davanti a lei che le dava le spalle. E fu così che le loro realtà si scontrarono.
Alzò i suoi occhi e davanti si ritrovò un ragazzo alto e biondo. Si era girato di scatto all'impatto, facendo cadere un quadernino che aveva in mano dal quale fuoriuscirono dei fogli.
La ragazza, mortificata si inchinò per aiutarlo. Ma non ebbe nemmeno il tempo di sfiorare uno di quei fogli che si ritrovò due occhi blu a fissarla. All'apparenza erano arrabbiati ma guardando meglio non tralasciavano nessun'altra emozione. Erano di uno strano azzurro, aveva voglia di perdercisi dentro.

“Non toccare niente.”

Una voce calda ma distaccata uscì dalla bocca morbida del ragazzo. Notò che aveva un piercing a forma di anellino che abbracciava il labbro inferiore. La ragazza deglutì non sapendo cosa fare.
Le mani grandi del ragazzo raccolsero tutto velocemente. 
Si rialzarono entrambi e la ragazza, imbarazzata, si avviò ma fu costretta a fermarsi sentendosi il suo sguardo addosso. Si girò lentamente. Era un bel ragazzo. Bello e misterioso. Aveva un fisico asciutto. Portava un semplice maglione nero che faceva contrasto con la sua pelle pallida, le gambe magre erano fasciate dai dei skinny jeans neri e ai piedi portava delle converse nere. Tutto di lui la attraeva ma allo stesso tempo, una parte remota dentro di sé, le gridava di correre via.

“Come ti chiami?”

La mora si guardò intorno. Le sembrava quasi assurdo che un ragazzo come lui parlasse con una ragazza come lei.

“Cosa?”

Il ragazzo accennò un sorriso. I suoi occhi scivolarono sul suo corpo e lei si sentì a disagio.

“Il tuo nome. Posso saperlo?”

La stava studiando e non le piaceva il modo in cui la guardava.

“Cassie.”

Dalle sue labbra sottili uscì un sussurro, senti le guance avvampare. Il ragazzo la guardava sempre più divertito. Iniziò a camminare, sorpassandola. Cassie si girò e lo seguì con lo sguardo. Prima che fosse troppo lontano si fece coraggio e gli porse la domanda che solleticava la sua mente.

“E tu come ti chiami?”

Il ragazzo non si girò del tutto ma abbastanza da poter notare il suo sorriso gelido.

“Credimi, lo saprai presto.”

Suonò la campanella.

“Ci si vede, Cassie.”

Girò l'angolo lasciando la ragazza imbambolata.
Dopo altri dieci minuti di ricerca, Cassie riuscì a trovare il laboratorio di chimica dove si sarebbe svolta la seconda ora. Entrò scusandosi con il professore per il ritardo. Le disse di andarsi a sedere accanto all'unica ragazza rimasta sola. Aveva dei lunghi capelli biondi e lisci e, da sotto la frangetta, spuntavano due grandi occhi nocciola. Appena si sedette vicino a lei la ragazza le sorrise e si presentò.

Without Control. || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora