changbin - 200 bpm

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requested!

personaggi: changbin x lettrice femminile
genere: fluff/soft, da conoscenti a fidanzati
tw: qualche menzione che changbin consuma sigarette

A Changbin non andava mai di stare solo, mentre aspettava l'autobus. Quindi prendeva sempre l'autobus che passava un'ora in anticipo rispetto al suo orario, solo per viaggiare insieme ai suoi amici, che andavano in un'altra scuola. Che poi dovesse aspettare quaranta minuti fuori da scuola, non gli importava. Poteva rollare le sigarette, ascoltare più musica, mangiare, scrivere nuovi pezzi sulle note del telefono.

Changbin non si svegliò in tempo, una mattina. Sbuffò, ma trovò la forza di alzarsi, farsi una doccia, e partire sul suo skateboard per arrivare alla fermata. I visi erano quelli dei suoi compagni di scuola, ma nessuno con cui avesse a che fare. Infilò le cuffiette, e cercò con gli occhi un posto dove potesse appoggiarsi per poter rollare una sigaretta in pace.

Proprio quando tutto sembrava calmo, Changbin incrociò il tuo volto, e la chiamò una disgrazia.

Si guardò i vestiti, si sistemò freneticamente la felpa, le tasche dei jeans, gli orecchini neri. Guardò il suo viso nel riflesso del telefono spento, si spettinò i capelli. Si appoggiò al muro che aveva dietro e lasciò andare lo skate ad appoggiarsi lungo la sua gamba, con le mani che tremavano, fumare sarebbe stato imbarazzante.

«Ciao, Changbin» lo salutasti, facendolo appassire internamente. «Ciao!» ricambiò. «Bomba il pezzo nuovo» sorridesti. Il ragazzo deglutì con forza. «Grazie» rispose, le punte delle sue orecchie cominciavano a farsi rosse. «Anche la tua demo» si sforzò di dirti. «Ancora ci sto lavorando» gli dicesti, mentre ti avvicinavi a lui. «Come mai qui? Non prendi un altro autobus?» gli domandasti, infilando le mani nelle tasche del tuo giubbotto. Anche tu avevi le cuffiette alle orecchie, proprio col suo nuovo pezzo che andava avanti. Diverse volte volevi parlare con Changbin, ma tranne salutarlo, non c'era modo di potere iniziare una conversazione con lui. Era sempre impegnato in qualcosa, che fosse indaffarato al cellulare, o che stesse urlando con i suoi amici.
«Ho dormito troppo» rispose semplicemente il ragazzo. Tu ti piazzasti accanto a lui, e Changbin capì che non avevi intenzione di terminare quella conversazione presto, che si sarebbe dovuto abituare. «Stai lavorando ad altro ora?» mormorasti, giocando con una cartaccia a terra. «Per ora sono fermo» alzò le spalle. «Che ne dici di un pezzo insieme?» sorridesti ampiamente. Lo avevi chiesto, finalmente.

Il cuore di Changbin cominciò a battere dentro il suo petto troppo veloce. «Oh, Y/N, così mi fai battere il cuore a 200 bpm» scherzò, facendo leva sulle sue insicurezze. «Stupido» ridesti. «Rifiuteresti mai di usare il mio studio?» portasti una mano allo sterno, mentre fingevi drammaticità. «Mai oserei farlo» rispose con lo stesso tono lui.

***

Ormai tra te e Changbin c'era un tipo di intesa unica nel suo genere. Fare musica con lui era facile, sembravate leggervi nel pensiero e prevedere i movimenti l'una dell'altro col mouse. In qualche giorno, la traccia era già finita, e Changbin insistette per rifinirla da solo. Registrare con lui era divertente, non gli dispiaceva scherzare a costo di metterci un po' di più a finire. Era un'atmosfera rilassata.

Changbin venne a casa tua, per quello che doveva essere il vostro ultimo incontro. Entraste nello studio, e lui ti lasciò ascoltare il pezzo finito. Si mise a sedere sulla sedia, tu sulla scrivania di fronte a lui. Era tradizione che vi tiraste calci a vicenda quando eravate seduti così. Mentre la tradizione non veniva interrotta, eri concentrata all'ascolto, dunque restaste con le gambe ferme ed impigliate per un po'.

«È forte» osservasti. «Ci sta» annuì lui. «Secondo me piace» sorridesti. «Se non piace, diciamo che non tutti hanno buon gusto» rispose Changbin. «La droppiamo domani» dicesti, scendendo dalla scrivania. Changbin si alzò dalla sedia, stirò le braccia in alto, e fu sorpreso quando ne approfittasti per abbracciarlo, avvolgendo il suo torace.

Non si scompose eccessivamente, mugolò soltanto in confusione per un secondo, ma dopo sorrise. Abbassando le braccia, trovarono posto sulla tua vita, ed appoggiò il mento alla tua spalla. «Come mai?» ti chiese.
Non rispondesti, ma a Changbin andava bene così.
La sua apparenza tranquilla ingannava, tuttavia. Potevi capirlo perché il suo cuore stava battendo così forte che sembrava stesse per toccare il tuo petto. «Tutto bene?» gli domandasti, ridacchiando. «Te l'ho detto che mi fai battere il cuore a 200 bpm!» si lamentò lui. «Dovremmo fare altra musica insieme» gli dicesti, inclinando la tua testa verso la sua. «Sì» annuì stringendoti poco più forte. «Ogni volta però, quando finiamo devi abbracciarmi così ancora» mormorò. Ti allontanasti di poco per dare un bacio alla sua guancia. «Queste vie di mezzo non mi piacciono» disse, per poi spostare una mano al tuo volto ed avvicinarsi, finché il suo naso non sfiorò il lato della tua guancia. Lasciò che tu azzerassi le distanze, baciando velocemente un angolo delle sue labbra. Lui cercò un contatto più lento, inseguendoti. Dopo qualche bacio calmo e fin troppo desiderato, quando Changbin si allontanò per riprendere il respiro, spostò i tuoi capelli dietro il tuo orecchio. «Non credo di riuscire ad aspettare di finire una canzone per riavere questo, però» sorrise.

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