minho - hello kitty

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personaggi: lee minho x lettrice femminile
genere: fluff/soft, da amici a fidanzati
tw: nessuno(?)

Risvegliandoti alle prime luci del giorno, l'oro entrava a strisce dalle persiane della tua finestra per raggiungere le tue lenzuola e le tue braccia. Eppure, nonostante il calore dei raggi del sole colpisse ormai tutta la stanza, il lato vuoto del tuo letto era terribilmente gelido e triste. Sbuffasti, ancora una volta preda alla solitudine amara, senza nessuno a cui pensare. Fissasti il soffitto, non ne potevi più. Avevi provato di tutto, dai siti d'incontri, agli appuntamenti al buio, ma nulla e nessuno sembrava fare per te. Nessuno di quei visi era quello che volevi vedere al mattino al tuo risveglio, nessuno di loro aveva il carisma e la sensibilità che tanto sognavi. Gli uomini avevano sempre segreti spaventosi, mai misteri interessanti. Pensasti alla tua cara zia, sempre rimasta sola, senza mai avere un solo figlio o fidanzato, che eppure si era tenuta sana fino alla sua vecchiaia. Subito la tua mente fece dei calcoli veloci, dato che, pensando a tua zia, era necessario ricordarsi di Kimchi. Non la verdura, il suo gatto.

Bene, il sabato era proprio un bel giorno per adottare un gatto.

Ti alzasti e bevesti il tuo caffè freddo, cercando su internet dei gattili vicini, trovandone uno a meno di un chilometro da casa tua, potevi arrivarci a piedi. Contenta, scendesti dall'isola della tua cucina sulla quale eri seduta, correndo verso il bagno per farti una doccia veloce. Coi capelli ancora zuppi, indossasti i tuoi vestiti e finisti di prepararti, correndo fuori ed inciampando mentre infilavi le scarpe.

Decidesti di partire da casa a piedi, fermandoti prima in un negozio per animali, dato che ti mancava il trasportino per portare il cucciolo a casa. Fosti meravigliata dai costi elevati, in fondo era solo una scatola di plastica! Sbuffasti e lo comprasti ugualmente, non avevi altra scelta, e ne valeva la pena. Facendo oscillare il nuovo acquisto in una mano, ti trovasti di fronte al gattile, che in realtà era una villa. Alcuni gatti strisciavano via dai bordi del cancello per passeggiare sui marciapiedi, altri più coraggiosi rimanevano dentro ad osservarti incuriositi, molti di più scappavano via alla vista dell'estranea che invadeva il loro territorio. Suonasti al citofono, e la voce vellutata di un ragazzo rispose in fretta. «Arrivo subito!» esclamò, per poi riattaccare subito. Quando in cancello si aprì, fosti sorpresa da chi ti ritrovasti davanti. «Lee Minho!» sorridesti. «Oh, Y/N!» ricambiò, i suoi occhi che abbracciavano la tua bellezza e si riscaldavano in un sorriso. I tuoi capelli erano ancora umidi, eri così disordinata, eppure lui ti trovava bellissima, e sentì la punta delle sue orecchie riscaldarsi non appena realizzò che lui era altrettanto disordinato, ma, al contrario, non così attraente. Indossava una felpa grigia e dei pantaloni da tuta blu, stava riempiendo le nuove lettiere e le sue braccia erano stanche. «Sono... volontario qui» sorrise timido, grattandosi la nuca. «Carino!» squittisti, per poi entrare, e procedere felice verso la villa. «Lee Minho!» lo richiamasti, mentre lui quasi faticava a stare dietro al tuo entusiasmo. «Dimmi» sospirò, finalmente raggiungendoti e recuperando il fiato. «Voglio un bel gatto, affettuoso» sorridesti, voltandoti verso di lui. Minho sorrise, i suoi occhi brillavano alla luce del sole, era semplicemente mozzafiato. «Mi sento sola» ti imbronciasti. "Ci sarei io, disposto a cambiare le cose" pensò Minho, ma non si azzardò a dirlo. Non in quel momento. «Ce n'è uno che secondo me potrebbe piacerti» sorrise, facendoti avvicinare ad un gatto che stava vicino ad un albero. «L'ho chiamato Doongie, ma è piccolo e ancora non risponde» ridacchiò, afferrandolo da sotto le zampe anteriori e abbracciando dolcemente le zampe posteriori. Era rosso, con macchie e striature bianche. Il nasino era rosa, miagolò piano alla sorpresa del contatto umano. «Lo adoro» sorridesti, mentre l'animale ti osservava sorpreso. «Gli piaccio?» chiedesti speranzosa, avvicinandoti lentamente. «Sarebbe pazzo se non gli piacessi!» rise Minho, ma notasti le sue guance farsi rosse subito dopo, insieme alle tue. Sorrideste entrambi, come se con gli occhi vi foste scambiati già un'intera conversazione. «Stasera hai da fare?» ti chiese. «No. Ma non sono tipa da bar!» lo avvertisti. «Nemmeno io. Pensavo più a casa tua, col gatto, ti aiuto a sistemarlo e tutto il resto» propose, cullando leggermente il cucciolo. «Mi sembra ottimo» sorridesti, spostando poi gli occhi dal suo viso alla testolina dell'adorabile animale che ti osservava incuriosito.

***

Un dolore pungente al braccio ti svegliò improvvisamente. «Ahi!» squittisti, aprendo gli occhi alla luce abbagliante del giorno. «Doongie, sei cattivo!» lo rimproverasti, spingendo il suo soffice e caldo corpo giù dal letto. Spesso Doongie, quando aveva fame e non ti svegliavi presto per il lavoro, aveva il vizio di morderti per richiamarti. «Dovresti prendergli un fratellino» osservò una voce ancora assonnata accanto a te. Minho aveva la faccia ancora sotterrata nel suo cuscino, ma il suo braccio ti teneva stretta la vita da sopra le lenzuola morbide. Finalmente quel lato del letto era occupato, le strisce di sole non lo attraversavano rette e piatte, ma seguivano dolcemente il suo corpo disordinato sul materasso. «Già ho due gatti, mi bastano» rispondesti, voltandoti verso di lui ed abbracciandolo, lasciandogli un bacio sulla mascella. Lui mugolò. «Smetti di dire che sono un gatto!» si lamentò, sistemandosi meglio nel tuo abbraccio e mostrandoti il suo volto pieno di sonno. Ti strinse forte a sé, lasciandoti qualche bacio pigro su una spalla. «Oggi sono passati due anni da quando ho adottato Doongie» osservasti. «Due anni dal nostro primo appuntamento» ti seguì lui. «Devi cucinarmi ancora una volta quel pollo buonissimo per festeggiare» ridacchiasti. Lui mugolò per informarti che gli andava bene. «Ti vizio troppo» borbottò, baciando la pelle appena sotto il tuo orecchio. «Io ti amo, troppo» sussurrasti, ammorbidendo la tua stretta sulle sue spalle. Minho portò le sue labbra velocemente alle tue. «Anche io, piccola» rispose dopo, sorridendo.

stray kids x immagina | richieste aperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora