changbin - tequila bum bum

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personaggi: seo changbin x lettrice femminile
genere: fluff/soft, leggermente suggestive, da colleghi a fidanzati
tw: un pochino di contenuti suggestive, consumo di alcool, linguaggio scurrile.

Lavorare in un bar non era di sicuro semplice, soprattutto nei fine settimana. La gente entrava ed usciva di continuo, i loro profumi si mischiavano, i loro visi e le loro voci cominciavano a confondersi dopo qualche misera ora. Quel giorno eri molto stanca rispetto ai precedenti, le spalle ti facevano male, non sopportavi più né la musica né il rumore dello shaker tra le tue mani. Le luci colorate erano fastidiose, le ordinazioni troppo complicate per i tuoi gusti. Quando il tuo sguardo si perse per un attimo nel vuoto, i tuoi occhi incontrarono quelli del tuo collega Changbin. Saresti mai riuscita a confessargli i tuoi sentimenti? Probabilmente no. Sentisti il tuo cuore battere un po' più forte quando ti sorrise ampiamente e ti mimò con le labbra che avrebbe chiuso a breve. Finalmente il pub cominciava ad essere meno affollato, i giovani uscivano in gruppi anziché entrare, le chiacchiere si facevano sempre meno, finché non rimase solo la musica ad accompagnare il tuo mal di testa. Changbin posò il suo ultimo vassoio in uno scaffale, si tolse il grembiule nero ed interruppe la musica mentre le tue orecchie fischiavano ancora. A quel punto ti sedesti a terra, esasperata. Le mani ti massaggiavano le tempie e finalmente il dolore cominciava ad essere sopportabile. «Y/N» sentisti il tuo collega chiamarti, ma non rispondesti. «Non farmi parlare da solo!» si lamentò, accendendo le luci bianche dei neon sul soffitto e spegnendo quelle colorate a led. «Y/N!» urlò, come al suo solito quando non gli davi attenzioni. «Bambolina!» cantilenò, mentre lo sentivi strofinare una pezza sul legno liscio dei tavoli. Sentisti i suoi passi farsi più vicini, quindi sbucò dal lato del bancone, guardandoti dall'alto al basso. «Sei stanca?» ti chiese. «Non ho neanche sonno. Ho solo male alla schiena e alla testa» gli spiegasti, mentre si sedeva accanto a te. «Non mi piace mai vederti così, lo sai» mormorò, grattandoti delicatamente la schiena. «Credo tu abbia solo bisogno di dormire per una notte intera, almeno una volta» ridacchiò conoscendo la tua insonnia. «Lo credo anch'io» rispondesti, sorridendo mentre cercavi di riprenderti completamente. «Che ne dici se dimentichiamo questa serata di merda?» gli domandasti, alzandoti e mettendoti a sedere sul bancone. Lui rimase a terra, alzando un sopracciglio alla tua proposta che conosceva bene. «Wow» soffiò. «Era da tanto che non mi dicevi queste cose sexy» scherzò, facendoti ridere. "Dimenticare questa serata di merda" era un vostro codice, semplice ed efficace. Tequila, sale e limone, e no, quando tu e Changbin facevate gli shot tequila sale e limone, non c'era proprio niente di sexy. Anche perché l'ottanta percento delle volte si finiva soltanto con Changbin che cadeva a terra sulla strada verso casa sfregiandosi la faccia. Afferrasti velocemente due bicchierini e la bottiglia di tequila che stava ancora sul bancone, segno che probabilmente "dimenticare quella serata di merda" lo voleva anche il destino. «Versa baby» ti invitò Changbin, ancora a terra. «Un altro nomignolo simile, e te la verso in testa» lo rimproverasti, ma segretamente le tue guance stavano diventando rosse sotto il trucco che avevi sul viso. Affettasti velocemente un paio di limoni. «Prendi il sale dal cassetto, ed alzati, altrimenti rimani a dormire lì» gli dicesti. Lui obbedì, lasciandosi scappare uno "stronza" sottovoce. «Dammi il sale» gli porgesti una mano. «No, lo verso io» rise Changbin, mentre voltava la tua mano verso il dorso e ci poggiava sopra il sale. Insieme, mandaste giù i primi due shot tra alcune risate e racconti di clienti stronzi. Fu solo allora che ti ricordasti di non avere cenato, infatti cominciò a girarti già la testa. Solitamente eri piuttosto tollerante, ma il tuo trucco era proprio mangiare il più possibile per ammazzare l'alcool. Invece, eri di fronte al tuo collega per cui sei cotta, già vagamente brilla, e lui non dava alcun segno di ebrezza, e probabilmente non l'avrebbe dato per molto tempo. «Body shots?» rabbrividisti alle parole di Changbin, come se i tuoi pensieri non stessero già diventando un ammasso di parole incomprensibili. «Scordatelo!» esclamasti, cercando di contenerti. Lui però aveva già avvicinato il suo polso con sopra il sale alle tue labbra. «No» ridacchiasti, senza neanche allontanarti o cercare di spostare il suo braccio. La voglia di stare zitta e leccare il sale era terribile, ma eri ancora dignitosamente brilla e non potevi permettertelo. «Guarda che so tutto» sussurrò. «Non so cosa tu sappia» rispondesti subito, versandoti un altro shot. Sapevi che eri in una situazione assolutamente terribile, ma il calore di Changbin vicino e la testa che girava non ti permettevano di elaborare molto. «Lo sai» ribatté lui, bevendo ancora. Ormai stavate soltanto scolando tequila liscia, il sale sul polso di Changbin cadde a terra. «Ti ho detto che non lo so!» ed ancora uno shot, entrambi. «Facciamo che io dico una cosa, tu rispondi vero o falso, e non puoi mentire» ti spiegò lui, piazzandosi di fronte a te e poggiando le mani sulle tue ginocchia. «Bin, non ho la capacità di mentire ora come ora» ridacchiasti, mentre lui cercava di trattenersi dallo scoppiare a ridere. «Ti piaccio» affermò. «Io piaccio a te» lo indicasti. «Vero o falso!» ti rimproverò, mentre le sue guance diventavano rosse. «Non rispondo senza un avvocato» alzasti le spalle. Changbin ti guardò in viso per qualche secondo senza spiccicare una singola parola. Prese il sale, ne verso un po' sul dorso della sua mano, ma non procedette a versarsi la tequila, né ti chiese di riempirgli il bicchiere. Invece poggiò il sale sulla sua mano alle tue labbra, per poi trascinare il tuo viso al suo. Le sue labbra si poggiarono sulle tue con una calma spiazzante, e tu non solo non lo scansasti, ma ricambiasti. Assaggiaste entrambi il sale e l'alcool appena bevuto, le tue mani si aggrapparono alla camicia di Changbin per spingerti più verso il bordo del bancone e riuscire a stargli più vicino. Quando si allontanò di appena qualche millimetro da te, lo baciasti tu. «Ti piacerò ancora domani?» ti domandò lui, a voce bassa, accarezzandoti una guancia col pollice. Chiudesti gli occhi e ti piegasti verso il suo tocco. «Sono solo brilla, ma se dovessi sbattere la testa mentre vado a casa, ricordami solo che ora lo sai» ridesti. Lui sorrise sul tuo collo, per poi lasciarti un veloce bacio su una spalla.

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