chan - the right moment

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requested! per @PurpleAleXian
personaggi: bang chan x lettore maschile
genere: fluff, da sconosciuti a relazione
tw: menzioni di omicidio
disclaimer: ciao a tutt <3 mi sono accorta che ora che vi parlo per le richieste, poteva sembrare strano non potermi chiamare per nome! quindi niente, dopo secoli, piacere,, Cynda!
volevo un consiglio,, per caso vi piacerebbe che io scrivessi oneshots su altri gruppi? se sì, quali? li farei in libri diversi separati per gruppo ovviamente!
ora vi lascio, buona lettura <3
- cynda

Seungmin ti porse una grossa catasta di documenti.
Il suo aspetto era pulito, dritto, ordinato — zenit, come lo chiamavi tu.
Nonostante fosse il tuo capo, da subito eri riuscito a farlo sciogliere un po', essendo lui più giovane di te, ti potevi permettere di utilizzare dell'ironia piuttosto pungente, senza ritorsioni. Come era giovane più di te, era sicuramente anche più scaltro e studioso, nonché intelligente. Non potevi assolutamente fartene un cruccio, tuttavia. Il duro lavoro può superare il talento, ma non il duro lavoro di chi ha già talento.
Il castano incrociò le braccia, coperte dalla sua giacca nera senza nemmeno una piega sopra.
«Devi portarli ad una persona, da parte mia» ti disse, guardando quel mucchio di fogli avvolto in carta giallo senape, tenuta chiusa da qualche pezzo disordinato di nastro adesivo ed uno spago scuro. «Sicuro. Che macchina prendo?» gli domandasti, sistemando i bordi delle maniche arrotolate della tua camicia. «Yerin si è portata la Hyundai per andare ad esaminare una scena con Hong Jinho. Dovrai portare la tua, temo» ti rispose con calma, guardandosi intorno come se nel frattempo nella sua testa ronzassero altre decine di questioni, e potesse vederle affollarsi attorno a lui. «Ti pagherò la benzina nel prossimo stipendio» pronunciò distrattamente, allontanandosi dalla tua scrivania. «Certo Seungmin» scuotesti la testa, per poi infilare le dita sotto lo spago e trascinare i documenti con te fino a davanti l'ascensore.
«Seungmin, mandami l'indirizzo sul telefono!» gli urlasti, mentre le porte si aprivano di fronte a te. «Già fatto» replicò subito, per poi avvicinarsi di corsa. «Senti, Y/N» sbuffò. Sembrava si stesse preparando a dire qualcosa che in mente non aveva ben organizzato, non era tipico di Seungmin. «Uhm... stai attento. Non fare scivolare la lingua» e tornò alla sua scrivania senza dire altro.
Annuisti un solo secondo prima di entrare nell'ascensore, niente di nuovo.
Seungmin era molto giudizioso, e di sicuro era necessario per un avvocato. Solo che, solitamente non metteva del personale sul lavoro; ma da come parlava, la persona che stavi per raggiungere, sicuramente non gli andava a genio.

Doveva essere importante, quel Bang Christopher Chan.
Arrivasti in fretta alla sua casa, tenendo sotto braccio i documenti che gli spettavano.
Si vedeva che era più che benestante, anche solo dalla facciata della sua casa e dal suo impeccabile giardino. Già subconsciamente lo aspettavi che fosse pieno di soldi, altrimenti non avrebbe dato da pensare a Seungmin.
Suonasti due campanelli, il primo ad un cancello tinto di bianco, fine e delicato, il secondo accanto alla porta di ingresso della casa, verde petrolio.
Sentisti il meccanismo della porta cigolare, e si sbloccò di fronte a te, lasciandoti entrare.
«Il mio ufficio è al piano di sopra! La porta a sinistra» una voce alta e gentile ti accolse, sciogliendo un po' i tuoi nervi tesi, piuttosto normale averli a casa di uno sconosciuto.
Il suo arredamento era di buon gusto, mobili e dettagli dai colori caldi decoravano le stanze dalle pareti bianche e candide. Delle poltrone verde scuro dal design moderno, dei tavolini da caffè di un giallo ambrato, avresti voluto sederti e guardare la sua televisione. Le sue mensole avevano forme ondulate, quasi futuristiche, di colori sulle stesse tonalità del resto dei mobili. Erano piene zeppe di libri interessanti, sarebbe stato azzardato chiedergli di prestartene qualcuno?
La ringhiera delle scale a chiocciola era fredda ed argentata, le scale erano solide, fosti sorpreso, perché ti aspettavi scricchiolassero sotto il tuo peso, ma si sentiva solo il piccolo impatto al suolo della suola rigida delle tue scarpe eleganti.

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