chan - stars *

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requested!

personaggi: bang chan x lettrice femminile
genere: soft smut, breve
tw: smut delicata
disclaimer: non sono per nulla portata a scrivere smut, quindi perdonatemi in caso vi sembri uno scempio totale! ho provato a tenerla sul mio stile, dunque è molto soft e leggera.

Come Christopher riuscisse a rendere migliore qualsiasi cosa voi faceste, ti era ancora ignoto.
Avevi sempre adorato la natura, qualsiasi cosa la riguardasse, e lui si era impegnato, sommergendosi in giornali, annunci, chiamate, soltanto per trovare una casa che fosse proprio tra i boschi.

Essere sommersi da alberi, spazi aperti, aria pulita, era terapeutico. Inoltre, con Chris, stavi anche meglio. Non vederlo, ma avere la sicurezza impagabile che fosse in una delle stanze al piano di sotto era così rassicurante. Svegliarsi e notare che si stava lavando i denti, o sentire il rumore dell'acqua che correva nella doccia, era come un calmante istantaneo.

Nonostante la natura e Christopher, dovevi lavorare comunque, purtroppo.
Quindi, vicino alla grande finestra dello studio, lavorasti a lungo di fronte allo schermo del computer, vedendo il sole sorgere e poi tramontare. Christopher passava ogni tanto, ti portava del cibo, dell'acqua, ti fermava e rimproverava se non facevi delle pause.
Finisti il progetto e lo mandasti al cliente, ormai erano le nove di sera.
Abbassare lo schermo del laptop alla sua stessa tastiera con un tonfo, fu come liberarsi da delle catene.

Ti alzasti, ed andasti dritta in bagno per riempire la vasca di acqua calda, sperando di riposarti e distendere i nervi.
Funzionò, finalmente eri più riposata e serena.
Avvolgesti la tovaglia attorno al corpo ed andasti verso la stanza da letto.
«Tutto bene?» ti chiese Chris, che era seduto sul letto col suo laptop sul suo grembo. «Sì» rispondesti, prendendo dal tuo armadio una maglietta pulita da mettere per dormire. «Era mia, quella» rise il tuo ragazzo, notando il capo che avevi scelto. «Hai detto bene. Era» dicesti, ricambiando un sorriso lieve.
«Andiamo sul terrazzo?» gli proponesti, mentre ti vestivi ed agitavi i capelli fuori dal colletto della maglietta. «Certo» rispose lui, alzandosi e mettendo da parte il computer.

Ti strinse a sé, sorridendo sul tuo collo prima di lasciarci qualche bacio veloce. Non ci pensò nemmeno a mollarti, persino quando arrivaste sul divano spazioso che avevate sistemato sulla terrazza, proprio per dormirci qualche volta, visto che entrambi amavate osservare il cielo.

I versi delle cicale risuonavano ovunque, le stelle sembravano riuscire a fare del rumore, per quanto brillavano nel cielo scurissimo, contrastando col loro bianco accecante. «Non c'è nemmeno una nuvola» sorridesti, mentre la tua schiena rimaneva incollata al petto di Christopher, e gli regalavi qualche carezza cieca sul viso. «È questo quello che vedo quando guardo te» le sue braccia si strinsero ai tuoi fianchi, alzando lievemente la tua maglietta nel processo. Quello fu abbastanza per finire di accendere una fiamma nel ragazzo, che già aveva cominciato a fare scintille qualche ora prima.

A quel punto le sue mani raggiunsero i bordi cuciti dell'indumento, ancora esitanti. «Posso?» ti chiese, lasciandoti intendere il suo intento, rivoltando la stoffa tra i suoi pollici. In fretta, il sangue cominciava a bollire nelle tue vene, sentivi i brividi ogni volta che le sue dita sfioravano la pelle delle tue gambe nude, a quel punto sapeva fosse una tua debolezza. Mugolasti due volte per confermare, e lui non esitò a sfilare via la maglietta dal tuo corpo, esponendoti ai suoi occhi.

Le sue mani che vagavano sulla tua pelle, si ridussero in qualche tuo sospiro, che ti annebbiava la mente, quasi a non sentire i complimenti e le prediche di Christopher che sussurrava al tuo orecchio. Le sue dolci parole si dispersero in baci sulla tua schiena, lenti e disperati. Come anche lui si liberò dei vestiti, non si riusciva bene a capire dove cominciasse uno e finisse l'altra.
Entrambi ormai consumati a vicenda, vi guardaste in viso, sussurrando un "ti amo" sottovoce a vicenda. Christopher ti abbracciò, lasciando che potessi guardare le stelle che tanto amavi quella sera.

stray kids x immagina | richieste aperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora