chan - colorful

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requested: per @PurpleAleXian
personaggi: bangchan x lettore maschile
genere:  fluff, suggestive????
tw: //?
disclaimer: ci ho messo un bel po' a scrivere questa, ma mi sono divertita un sacco!
vi ricordo che ho ancora le richieste aperte sia qui che nella raccolta sugli enha!
per ora, buona lettura <3
- cynda

Eri seduto alla tua scrivania in betulla, a mordicchiare la punta del legno di un pennello, così tanto che ti accorgesti un po' tardi che stavi raschiando via coi denti la vernice blu che lo colorava. Il sapore di chimico e aspro ti invadeva la bocca, ma non ti importava, mentre cercavi di capire se le proporzioni del ritratto che stavi realizzando andassero bene.
Ti alzasti per guardarlo da lontano, girasti attorno alla tela miliardi di volte.
Dovevi deciderti prima di iniziare a stendere il colore, ma proprio non riuscivi a venirne a capo con quello schizzo. Era frustrante, perché non avendo clienti da molto, dovevi forzarti a dipingere qualcosa per non perdere manualità. Sfortunatamente, il tuo settore non era molto sviluppato ormai — i quadri costavano molto, non erano richiesti, e tu eri il pittore migliore in zona, quindi potevi solo immaginare la fatica degli altri artisti meno conosciuti.
Ci fu un brevissimo periodo, in cui tutte le famiglie più benestanti volevano un ritratto da appendere in salotto. Una moda superficiale, fatta per ostentare la propria ricchezza, visto che era inutile e tu lo trovavi addirittura molto kitsch. Ad ogni modo, come ogni tendenza, andò sfumandosi, e restasti senza più lavoro da fare.
I tuoi fondi si stavano esaurendo e presto avresti dovuto cercare un nuovo impiego, se non volevi restare morto di fame.
Proprio nel bel mezzo di un tuo sospiro insofferente, il tuo telefono iniziò a squillare vivacemente, risuonando per tutta la stanza. Sobbalzasti, e corresti a vedere chi fosse.
Era un numero sconosciuto, il tuo cuore batteva forte sperando che fosse un nuovo cliente.
«Pronto?»
«Salve! Per caso lei è, uhm... Y/N Y/S?»
Le tue labbra si schiusero nel sentire la voce all'altro capo del telefono. Arrivava alle tue orecchie come fosse velluto, gentile e calmo. Una ventata fresca di novità.
«Sì, sono io, mi dica» ti mordicchiasti il labbro inferiore, andando a sederti ancora alla sedia dietro la scrivania, ogni passo incerto, come se stessi camminando sulle nuvole. «Potrei commissionare un quadro, se per lei non è un problema?» ti domandò gentilmente, rigirasti il pennello tra le dita, mentre incrociavi le gambe sul tuo posto. «Posso farlo assolutamente» rispondesti subito, per poi cercare di ricomporti e prendere il controllo di te stesso, per riuscire a ricambiare decentemente la sua gentilezza. «Come preferisce parlarne?» domandasti, quasi in un mormorio senza fiato, preso dall'emozione. «Ha un po' di tempo libero in cui può ricevermi e discuterne?» chiese lui; potevi sentire nella sua voce che stava sorridendo — quasi malizioso. Che si fosse accorto di quanto eri teso?
Vi accordaste per incontrarvi poco dopo, gli dettasti il nome dell'indirizzo del tuo studio, e concludeste la chiamata.

Chan, voleva essere chiamato. Era bello in viso, aveva le spalle larghe. Sorrideva molto, parlava in maniera pacata e non una parola fuori posto uscì dalle sue labbra.
Chiese un quadro interamente in gouache, e fosti contento che avesse dei documenti molto minuziosi sulla sua commissione, visto che piuttosto che ascoltarlo, eri impegnato a fissarlo in volto.

La sua commissione ti avrebbe preso parecchio tempo, era una ritratto di un suo vecchio amico, che era riuscito ad aprirsi una fruttuosa azienda un anno prima; il quadro sarebbe servito come regalo per l'anniversario dall'apertura.
Apparentemente l'azienda doveva essere di moda, in quanto Chan chiese che tu avessi molta attenzione per i dettagli nei vestiti, che erano molto particolari, ricchi di volant e ricami minuziosi.

Chan tornava una volta alla settimana a controllare come procedeva il dipinto, e sembrava esserne molto contento. Scambiavate qualche parola, e cercaste di conoscervi meglio a vicenda.
Chan era decisamente una persona buona, molto emotiva ed attenta a chi lo circondava, altruista.
Lui si fece un'immagine preziosa di te, in quel periodo eri l'unico che gli domandava come stesse, e che lo lasciava parlare un po', lamentarsi occasionalmente, per poi apprezzare come sorridessi ogni volta che lui pronunciava una frase che ti lasciava intendere che stava tornando in carreggiata, che non si abbatteva.

stray kids x immagina | richieste aperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora