changbin - night

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requested! per @spearB612
personaggi: seo changbin x lettrice femminile
genere: angst, fluff
tw: menzioni di droga, risse, fumo, ma c'entrano solo col passato della lettrice

La tua vita era solita essere frenetica, assolutamente incontrollata. Sfuggivi a risse come fossi un topolino da una fessura sotto la porta, ti scatenavi ogni giorno, ogni notte. L'unica certezza, era la luce flebile e sfarfallante del lampione vicino il liceo.
Ti ricordava ogni singolo giorno che eri nel torto, che stavi sbagliando, che in realtà avresti dovuto vergognarti di essere sotto quella luce scarsa alle quattro del mattino, in bilico ogni giorno, sull'orlo del baratro.
La tentazione, l'ostentare, la continua competizione con sconosciuti che se provocati, sapevi sarebbero riusciti ad aggredirti. Una vita sopra una giostra voltastomaco.

I tuoi genitori ti presero per i capelli fuori da quel caos, e ti accorgesti di quanto in realtà stessi perdendo dalla vita semplice e metodica.
Andare a scuola ogni giorno, lavare il viso la mattina e sentirti riposata e serena.
Stare sui libri riusciva ad essere molto noioso, ma non ti mancava il panico della movida.
Rigiravi le dita nei tuoi orecchini ad anello, mentre nei tuoi pensieri la professoressa di religione era scesa all'ultimo posto.
Stavi osservando di fronte a te, Seo Changbin.
Stava scrivendo su un quaderno, veloce, così tanto, che era impossibile stesse seguendo la voce lenta e frustrante della docente.
Si fermava, posava la matita di lato. Prendeva tra le dita il foglio, leggeva, e poi cancellava qualche parola tagliandola disordinatamente.
La campanella suonò, quasi tutti uscirono istantaneamente dall'aula. Restavano poche persone, inclusi tu e Changbin.

Ti alzasti, lisciasti la gonna ai lati delle tue gambe, e camminasti con calma vicino al ragazzo che ancora scriveva sul suo foglio.
«Che fai?» gli domandasti, alzando le punte dei tuoi piedi una alla volta, aspettando che ti rispondesse. «Ehy, Y/N» disse, distrattamente, alzando lo sguardo al tuo viso.
Non potevi saperlo, ma si era sforzato per deglutire il più silenziosamente possibile dopo avere sentito la tua voce vicino a lui.
«Ciao!» sorridesti. «Ti servono ancora gli appunti di inglese?» gli domandasti, passando la mano sul manico della tua borsa. Lui annuì leggermente. «Doveva darmeli Jinyoung, ma non viene a scuola da giorni» sbuffò. «Figurati, Jinyoung» ridacchiasti.
Lo conoscevi, ed era tanto che fosse ancora vivo.
I ricordi andavano sfumando, quindi non saresti stata capace di dire con esattezza cosa facesse di terribile, ma era sicuro che era matto. Ormai le visioni di quei giorni scioglievano esattamente come zucchero filato sulla lingua, non rimaneva che il sapore dolce a ricordarti della sua effimera presenza.
«Tieni i miei, ho già fatto il test» dicesti, porgendo a Changbin i tuoi fogli.
Lui sembrò confuso, e fece passare qualche secondo prima di prenderli, insicuro. «Grazie» sussurrò. «Che stavi scrivendo?» domandasti subito dopo, avendo già l'impressione che non volesse dirtelo. «Copiavo gli appunti di storia» rispose. «Wow, cancelli tanto quando ricopi» ridacchiasti, per poi andartene, lasciandolo lievemente a disagio.
Non volevi neanche sentire se avesse una scusa da parte, sapevi già tutto.
Ci sarebbe stato una specie di incontro freestyle la sera stessa, e Changbin ci sarebbe andato di sicuro.
Non avevi intenzione di perderti quello spettacolo, quindi cercasti subito Chaeyoung nei corridoi, per poi scoprire che lei stessa ti stava raggiungendo, venendoti incontro di fretta, afferrando i tuoi polsi. «Hai una sigaretta?» chiese subito, senza lasciarti aprire bocca. «No» rispondesti secca, alzando gli occhi al cielo e liberandoti dalla sua presa. «Andiamo all'incontro di freestyle stasera» dicesti, secca. «Quello che ti pare» alzò le spalle lei. «Ti verrà la nausea. Fa schifo lì» ti parlò, camminando accanto a te e strappandosi le pellicine da vicino le unghie. «Non ci vado per uscire, devo vedere come se la cava una persona» rispondesti. «Seo Changbin?» sussurrò Chaeyoung, coprendosi le labbra con una mano. Annuisti. «Che ti interessa? È bravo, ma non quanto quelli lì. Hanno quarant'anni, e fanno musica da troppo tempo» spiegò dopo. «E senti, dato che mio fratello sta aiutando ad organizzare, ci facciamo tenere da lui i posti col tecnico delle luci. Così non siamo in mezzo a quei porci» quasi si ignorò da sola, sembrava presa già dai fatti suoi. «Fantastico» annuisti.

Il tecnico delle luci aveva un trentina d'anni e non era assolutamente interessato a fare conversazione. Ti lasciò una sedia, Chaeyoung stava alzata dietro di te, ad osservare le luci dei faretti cambiare colore, mentre presentavano i primi partecipanti della competizione.
Si insultarono a vicenda per cinque minuti.
Apparentemente avevano già avuto il piacere di incontrarsi molto tempo addietro. «Chissà da quanto è che si urlano in faccia sti due» sbuffò la tua amica. «Dieci anni circa, li mettono per primi perché altrimenti con l'adrenalina fanno rissa» rispose il tecnico. «Si sono già picchiati quindi?» domandasti tu. Lui annuì. Non parlò più.

Changbin arrivò dopo un bel po', riuscì ad avere la meglio su poche persone, ma venne eliminato relativamente presto. «Possiamo andare» ti alzasti. Chaeyoung ti seguì senza fare domande. «Torni a casa con me?» ti chiese, inclinando la testa da un lato. Il suo lucida labbra rifletteva le luci chiare dei led ai bordi dell'edificio. «Faccio da sola» rispondesti, separandoti da lei con un sorriso, correndo verso l'uscita, sperando di trovarci Changbin.

«Ciao!» sorridesti, mentre lui stava appoggiato al muro, con un'espressione abbattuta, scena piuttosto prevedibile. «Y/N?» ti guardò confuso, calciando una lattina ai suoi piedi. «Pensavo avessi chiuso con la vita notturna. Da dove torni?» ti chiese subito dopo, osservando la luna. «Sono venuta a vederti. Ero dentro, col tecnico delle luci» spiegasti, avvicinandoti. «Beh, che vergogna, allora» rise lui, imbarazzato, nonostante la delusione fosse più forte del senso di disagio che gli faceva arricciare un po' il naso. «Sei andato bene. È che sti vecchi vogliono restare nella loro realtà» gli dicesti, cercando parole sincere e spontanee. «Mi piacerebbe darti ragione, ma oggi ho fatto anche un po' schifo» parlò onestamente. «Non dire così» ti lamentasti, fermandoti di fronte a lui. «Sei stato bravo, Changbin. Non ti devi preoccupare, tu lo sai il fatto tuo. Sei tosto» lo incitasti, sorridendo.

Camminando insieme, finiste per passeggiare di fronte alla scuola.
«Quel lampione, questo che funziona male, è uno dei motivi per cui ho smesso di fare la matta. Se non fossi stata con te, ora mi metterei terrore di stare qua» parlasti calma, guardando verso l'alto. Changbin invece ammirava il tuo profilo sorridente con tenerezza. «Wow, il lampione? Pensavo a qualcosa di più poetico, che so, la luna!» scherzò lui, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni. «Aspetta, che ora ti faccio capire» dondolasti sui tuoi piedi, voltandoti verso di lui. «La luna cambia sempre, è terribile. Certe volte nemmeno spunta. Il lampione invece è una certezza, è questo faro che ti urla "dovresti andare a scuola anziché fare la stupida"» spiegasti. «Non è che il lampione all'improvviso se ne va. Che fa, lo scippano?» alzasti le spalle dopo. «Facciamo del nostro meglio, sì?» mormorasti, guardandolo in viso. Lui annuì in silenzio. «Mi accompagni a casa?» gli domandasti poi, inclinando il capo. Ancora una volta, annuì.

«Ci vediamo domani, Y/N?» le sue parole erano incerte. «Certo che ci vediamo domani. Fammi sapere come va il test di inglese, scrivimi» dicesti, mentre frugavi nella borsa per trovare la tua penna. Una volta tirata fuori, scrivesti il tuo numero sul suo braccio. «Ce lo avevo già» sorrise lui. «E perché mi hai fatto fare tutta questa fatica?» gli domandasti, sbuffando dopo. «Era carino» ridacchiò. «Stupido Changbin. A domani» rientrasti a casa, appoggiandoti con la schiena alla porta.
Stavi sorridendo come una cretina.

Il test di Changbin era andato molto bene, ed aveva deciso che avreste passato il pomeriggio insieme, visto che la sera ti agitava stare in giro.
Ti portò sul tetto dell'edificio dove lavorava suo padre, altissimo, si poteva vedere tutta la città.
Volteggiasti qualche volta su te stessa, sentendoti piccola ed insignificante mentre le luci, le case, le strade, si estendevano infinite tutte intorno a te.
Afferrasti istintivamente la mano di Changbin, e lui aspettò pochissimo prima di intrecciare le sue dita alle tue, fingendo noncuranza, sorridendo con apparente serenità. Il suo cuore si stava rivoltando, invece. «Non fare così, che mi esplode il cuore» rise. Poggiasti una mano al suo petto sinistro, sentendolo battere molto forte. «Non ne sentivo così da quando mi inseguivano armati» mormorasti, sorridendo. «Sono solo un po' nel mood, dai» si lamentò lui, scacciando via con delicatezza la tua mano. «Che mood sarebbe?» lo prendesti in giro. «Eh, col tramonto, il panorama e questi cliché. Momento perfetto per un bacio, no?» ti provocò.
Sorridesti prima di avvicinarti a lui, appendendoti alla
sua camicia, mentre lui reggeva la tua vita.
Le sue labbra si appoggiarono sulle tue, più volte dopo la prima.
Ti davano l'adrenalina giusta per sentirti tra le nuvole, meglio delle risse, della droga, della vita la notte.
«Forse mi piaci un po' troppo»
«Meglio abbondare»

stray kids x immagina | richieste aperteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora